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Australia, che continente! / I grandi reportages

Australia, che continente! – Sidney d’argento

Sidney, la Bella

Sidney, la Bella

L’atterraggio su Sydney è al buio. Un po’ di traffico mi mette di malumore, così come le luce dei grattacieli e dei semafori. No, le città non fanno per me. Sono abituato ai grandi spazi ormai, e temo un finale in calando. Mai impressione sarà più sbagliata…
La prima bellezza mi aspetta dalla terrazza dell’albergo, da dove si gode un panorama eccezionale del porto, con l’Opera House ancora illuminata, così come il ponte in ferro che attraversa la baia, e i grattacieli che si riflettono con le luci nell’acqua. Una cartolina, un panorama per la vita.

Ci permettiamo un lusso finale, andiamo a mangiare in quello che viene definito uno dei cinquanta ristoranti più buoni del mondo, il Quay. Mai fatta una cosa del genere in vita mia. Paghiamo uno sproposito mentre il palato francamente si riempie di combinazioni di sapori indimenticabili. A volte gli accostamenti e l’estetica sono azzardati (l’uovo accanto a una mini-porzione di aragosta della Tasmania, ad esempio, le ostriche con l’agnello, il gelato di cioccolato bianco a forma di corallo) ma, in genere, il risultato è gradevolissimo.
Facciamo una passeggiata sul molo principale, scherziamo, viviamo l’aria dolce e seducente della città, così strana dopo giorni di reef, di polvere, di miti aborigeni, di coccodrilli nelle paludi. Irrompe un acquazzone tropicale brevissimo, ma poi il sole ci bacia per tre lunghe giornate.

Sydney è una città ordinata, vivibile, funzionale. Moderna e green. Alterna moderni grattacieli ad estesi spazi verdi e hai la netta impressione di non essere in Europa, né in Nord America, ma Altrove. Troppe facce orientali, mescolanza felice, contaminazione. Case in stile bostoniano. Un’aria simile a San Francisco, multietnica, libera, divertente e tollerante. Città piena di energie giovanili. Surfisti. Donne molto belle. Studenti simpatici con le divise dei colleges. Famiglie sportive.

Gli unici che, in questo paese, sembrano non essersi integrati, sono gli aborigeni.

Sydney si articola lungo le rive e l’entroterra di una baia spettacolare, indubbiamente una delle più belle al mondo, magari la più bella che ho visto dopo quella mozzafiato di Rio de Janeiro. La vediamo dal punto panoramico del Macquarie Point, la guardiamo dall’alto della torre panoramica, dopo aver assistito a uno spettacolo in 4D di presentazione della città, dove la quarta D è l’acqua che ti colpisce quando i surfisti compaiono sullo schermo. Il panorama è indiscutibilmente bello. Sembra non avere mai fine, non raggiungere mai il mare. Le acque dell’immensa baia sono solcate da velieri, vaporetti, motoscafi turistici, acqua-taxi. L’abitante di Sidney ha un rapporto speciale col mare, ci vive, ci passeggia, lo respira, lo abbraccia.

La camminata prosegue nel verde, visitando la cattedrale anglicana ed entrando nel giardino botanico quando, finalmente, avvistiamo l’Opera House, struttura ardita e originale la cui forma può far pensare a una pasta sfoglia, alle conchiglie del mare, alle vele di una barca spiegate sull’oceano.

l’Opera House, struttura ardita e originale la cui forma può far pensare a una pasta sfoglia, alle conchiglie del mare, alle vele di una barca

E’ il simbolo di Sidney, è lo specchio di mare più e prima inquadrato del mondo per lo spettacolo unico dei suoi fuochi d’artificio ogni Capodanno. Lo sguardo da qui va su tutta la baia e sul magnifico ponte metallico che la attraversa. Scendiamo alla passeggiata sotto l’Opera e siamo assediati da decine di gabbiani a caccia del cibo lasciato loro da chi mangia sui tavoli del molo. Facciamo un bel giro in barca nella baia (il segreto è prendere i traghetti gialli o verdi del servizio pubblico…), fino ad arrivare a Manly, dove mangiamo a base di pesce e ci innaffiamo la gola con un’ottima birra scura. Tornati in centro, piazziamo uno scatto per vedere in tempo il tramonto dal ponte, con l’Opera che inizia ad illuminarsi così come le mille finestre dei grattacieli, pronte a specchiarsi nelle acque della baia.

Lo spettacolo delle luci all’Opera House è immancabile e va in scena tutte le sere alle ore 21.00. Poi il pubblico sceglie uno dei teatri o dei ristoranti ospitati dal famoso edificio.

uno scatto per vedere in tempo il tramonto dal ponte

Metropoli ricca e gaudente, fortunata e felice, investita dalla luce, dai soldi, dal benessere.

Ville da favola che si affacciano sulla baia, architetture eleganti come nel caso delle avveniristiche torri ricoperte di vegetazione del One Central Park, locali da farsi il segno della croce al momento del conto, barche lunghe e belle non si quanto, la pace dei Royal Botanic Gardens.
Apparentemente una città davvero senza problemi, eccetto uno, che può annidarsi anche nei giardini e nelle piscine dei più ricchi: il ragno dei cunicoli, dal morso letale… L’Australia anche dove sembra un poster del paradiso non si smentisce mai!

Metropoli ricca e gaudente, fortunata e felice, investita dalla luce, dai soldi, dal benessere.

A cena mangiamo thai, mi riempio di sapori che mi fanno impazzire. Dopo cena andiamo in centro dove ci sono tanti locali per ballare, per bere, per conoscere gente. Preferiamo mischiarci fra gli studenti, gli artisti e i creativi che frequentano il Glebe, la zona più cool della metropoli.
Ci intratteniamo con una coppia australiana, lui di Melbourne, lei di Perth, venuti a vivere e lavorare a Sidney nonostante le loro siano due belle città. Assistiamo in diretta un simpatico derby tra le due coste del paese, quella occidentale, la più infestata dagli squali, che ha nella ricca Perth la sua città di mare e di vela, di colossali barbecue negli ordinati sobborghi e dei ponti pedonali panoramici, dei grandi spazi verdi e del lavoro per tutti, mentre Melbourne ci viene presentata come una specie di Chicago australiana, con la sky line più alta del continente, la vita intellettuale, il fascino degli Australian Open di tennis, coi suoi mille eventi e commerci, i luoghi tipici come Little Italy e quelli vibranti come i Docklands, pieni di ogni tipo di negozi, ristoranti, curiosità e attrazioni.

Tra una birra e l’altra siamo grati a Meggy e Robert perché le loro città natali le conosceremo solo grazie a questa conversazione. Insieme alla città-giardino di Adelaide e a Kangaroo Island abitata dai marsupiali e dai leoni di mare, sono la parte di Australia che purtroppo non riusciremo a vedere.
Anche se il rimpianto più grande, potendo godere della favolosa Sidney, ce lo lascia il loro racconto sulla bellezza dei Dodici Apostoli, i grandi scogli in mezzo al mare vicino Melbourne, e del lungo percorso in treno del l’Indian Pacific, una sorta di Transiberiana australiana che attraversa i grandi spazi da Perth a Sidney stessa, entrando nelle viscere nel carattere della grande nazione fondata dai figli degli ex galeotti inglesi.

pellegrinaggio alla mezzaluna spettacolare di Bondi Beach
qui si vedono corpi perfetti e le loro evoluzioni, la Promenade di locali fast food

Il giorno seguente copione in fondo simile, una vita sempre vicino all’acqua, pellegrinaggio alla mezzaluna spettacolare di Bondi Beach, la mecca dei surfisti australiani con la sua spiaggia bianca e la sua onda lunga, distante appena 7 km dal Central Business District. Un luogo mitico per certi versi, anche perché, citando lo scrittore John Pilger, “la spiaggia è la vera democrazia dell’Australia, il luogo della libertà”. E Bondi Beach è LA spiaggia.

Qui i giovani di Sidney vivono gli anni più belli, qui si vedono corpi perfetti e le loro evoluzioni, la Promenade di locali fast food, con graffiti sui muri e edifici in stile art decò.

A seguire un mercatino a Chinatown, l’acquario, il centro commerciale dal fascino vittoriano nel Queen Victoria Building, gli spettacoli di strada, la via della moda che è Oxford Street, una cena indonesiana stavolta, con il riso più buono mai gustato in vita mia.

graffiti sui muri

Innamorarsi di Sidney, delle sue baie, della sua luce, delle sue onde è molto facile…

Non ci resta che ciondolare le ultime ore del viaggio nell’essenza primaria della dolce vita australiana.

Accarezzare metro per metro la bellissima costa della città, la bellissima città,
che splende come l’argento.

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