Strano posto la Camargue. Quando arrivi in auto, da nord, ti rendi conto di un paesaggio che cambia gradualmente fino ad appiattirsi completamente. Una zona paludosa, strana, a tratti surreale.
Forse non ero preparato a questo tipo di paesaggio. Per cui abbiamo preso il toro per le corna e ci siamo lanciati in un immediato tour naturalistico in uno dei parchi della zona. Non a cavallo: troppo caldo.
Ti giri a destra e vedi uccelli. Ti giri a sinistra e vedi cavalli. Inevitabile in una zona paludosa e con tradizioni gitane.
A tratti affascinante, a tratti troppo turistica. La costa l’abbiamo saltata a piedi pari preferendo una delle tante location di campagna, luoghi a condizione quasi familiare che riescono però a far convivere una cucina di territorio con l’estetica della nouvelle cuisine. Tradotto per gli italiani … tranquilli che oltre a guardare, “se magna” pure….
E’ qui che ho scoperto per la prima volta ai loro “Vins de Sable”.
Rosati, minerali, in stile provenzale.
Lo stile provenzale, nei vini rosati, è quello che vedrete nella bottiglia con un rosa molto tenue e con quella brina da frigo sul vetro che vi dirà “bevimi!”.
Effettivamente si fanno bere. E si fanno acquistare, visto che i aeroporto la zona “rosa” è indubbiamente la componente più evidente di tutta la sala imbarchi…
Chiudiamo il giro in questa landa gitana a Saintes Maries de la Mer. Bella, ma non entusiasmante. Ma forse sarà il grande caldo che ci condizione. Mi riprometto di tornarci in primavera o autunno…
Camargue. Curiosa, complicata, affascinante.
Maurizio Gabriele
www.bordolese.it
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