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La voce dei viaggiatori

Da New York alle Hawaii

Con la mente vago, inseguendo un ricordo di un viaggio che ormai non è più solo nello spazio, ma anche nel tempo, in quel tempo in cui, con la spensieratezza dei vent’anni, e quindi ahimè ormai più di 30 anni fa, partimmo con una valigia in due alla conquista del West.

ci imbarcammo su un volo TWA alla volta di New York

Eravamo alla fine degli anni ’80, masticavamo poco l’inglese, ma eravamo colmi di curiosità e entusiasmo. Con dei biglietti aerei scritti a mano su tagliandi fotocopiativi, ci imbarcammo su un volo TWA alla volta di New York, eravamo nel mese di ottobre e partimmo pronti ad affrontare i primi freddi dell’inverno newyorkese e invece ci sorprese un tiepido autunno.

Ai tempi non avevamo il meteo a portata di click.

le strade dalla vetrine luccicanti e Time Square con i grandi cartelloni pubblicitari

La sensazione, la prima volta che vidi New York, fu di grande stupore nel trovarmi minuscola al cospetto di tanto maestosi palazzi, ma al contempo provai un senso di familiarità nel riconoscere quei luoghi già visti in tanti film. Armati di una mappa, che nel giro di poco si sarebbe consunta, cominciammo la visita di questa città incredibile con i suoi grattacieli spaziali, le strade dalla vetrine luccicanti e Time Square con i grandi cartelloni pubblicitari che erano solo un accenno di quello che sarebbe diventata con i mega schermi.

Avevamo prenotato un giro panoramico in elicottero di cui ricordo ancora il costo: 90$ a testa, decisamente ben spesi! Fu un’esperienza che a tutt’oggi, a distanza di oltre 30 anni, è ancora vivida nella mia mente. L’elicottero si alzò senza un sussulto, dolcemente e in un battito di ciglia eravamo sopra i tetti, oltre i grattacieli con la città che si dipanava sotto di noi in una giornata tersa. Il giro intorno alla Statua della Libertà ci permise di ammirane i dettagli da una prospettiva inconsueta e rientrammo alla base con le gambe ancora un po’ tremolanti per l’emozione!

In quei giorni mangiammo hot dog, hamburger, bistecche con patate fritte e la pizza da Alfredo. Poi un giorno alla fine di una lunga passeggiata tra le vetrine della 5° ci lasciammo convincere a fare un giro in carrozza … si si proprio quella! La carrozzella trainata dal cavallo, quella tipicamente turistica che ci condusse lungo i viali alberati di Central Park che in quel periodo dell’anno era particolarmente affascinante con gli aceri che sfoggiano le loro chiome con tutte le sfumature di colore che andavano dal giallo all’ocra, dal marrone e verde intenso, uno spettacolo!

I nostri pochi giorni nella Grande Mela volarono in un lampo ma non ci facemmo mancare il giro sull’Empire State Building e al Rockfeller Center con la sua pista da pattinaggio che già si addobbava per il Natale.

Un altro aereo ci portò sulla West Coast e atterrammo a Los Angeles

Un altro aereo ci portò sulla West Coast e atterrammo a Los Angeles per una sosta di un paio di notti, giusto il tempo per visitare gli Universal Studios e Disneylad. Come fossimo tronati bambini ci divertimmo a provare tutte le attrazioni rimanendo a bocca aperta per lo stupore a ogni gioco e ci deliziammo a passeggiare in quegli scenari da favola. Qualche foto sulla Sunset Strip e Hollywood Boulevard, e un’ottima cena a base di pesce a Santa Monica. Per gli spostamenti affittammo una cadillac decappottabile bianca con gli interni rosso bordò, in perfetto stile americano!

La meta successiva fu l’esotica Honolulu.

La meta successiva fu l’esotica Honolulu.

All’arrivo ci accolse una coppia di assistenti che, dopo averci omaggiati della tipica ghirlanda floreale, ci accompagnò in albergo. Un Hilton, se non ricordo male, con la vista sull’Oceano e sulla Waikiki, la famosa spiaggia di Honolulu dove si ritrovano tutti i ragazzi per cavalcare le onde sui surf.

Waikiki, la famosa spiaggia di Honolulu dove si ritrovano tutti i ragazzi per cavalcare le onde sui surf.

Posto incredibile! L’esotico di un paese tropicale con la modernità di una metropoli statunitense, una natura rigogliosa e selvaggia che si mischiava con la modernità dei grattacieli americani. Non avevo mai visto nulla di simile! Oltre a rilassarci in spiaggia, facemmo un giro dell’isola fino a visitare Pearl Harbor, il famoso film sull’attacco giapponese alla flotta americana non era ancora stato girato, ma si poteva respirare l’aurea di una sconfitta bruciante costata al vita a più di 2.500 soldati.

L’ultima tappa del nostro viaggio fu Maui

L’ultima tappa del nostro viaggio fu Maui, isola vulcanica di una bellezza incredibile sia per la vegetazione rigogliosa con delle varietà di piante, palme e fiori mai visti prima che per le bellezze dei fondali marini che degradano dolcemente costellati da coralli in cui trovano riparo una gran varietà di pesci di tutti i colori e forme.

Un piacere anche solo nuotare a pelo d’acqua con la maschera per scoprire questo mondo, al tempo ancora incontaminato.

Affittammo un appartamento con piscina e barbecue condominiale circondato da un giardino con la vista sul mare e assaporammo per qualche giorno la vita che su quell’isola sembrava scorrere più lenta, senza nessun accenno alla modernità delle metropoli e alla frenesia che le contraddistingue.

e assaporammo per qualche giorno la vita che su quell’isola

Senza averlo minimamente previsto, ci ritrovammo coinvolti nella notte più stregata dell’anno, in una festa di cui in Italia sapevamo ancora molto poco, era il 31 ottobre e eravamo in pieno Halloween. Le strade si riempirono di maschere spaventose, zucche intagliate e bambini in cerca di dolci. Rimanemmo stupiti di questo carnevale tetro e spettrale ma al contempo allegro e divertente pieno di musica balli e maschere fantasiose.

Provammo anche la cena turistica con danze tipiche e assaggiammo il Kalua Pig, il maiale cotto sotto la sabbia, molto simile a quello che viene preparato nella nostra Sardegna.
Ci concedemmo una giornata “strana”, iniziata in piena notte per raggiungere la vetta del vulcano Haleakala da cui ammirare il sorgere del sole.

raggiungere la vetta del vulcano Haleakala da cui ammirare il sorgere del sole

Il ricordo più vivido però, devo essere sincera, fu il freddo. Eravamo partiti dal livello del mare con temperature oltre i 30 gradi per raggiungere la vetta a che supera i 3000 metri con un abbigliamento decisamente non consono!

Fu comunque una bellissima esperienza. Scendemmo le pendici del vulcano mentre il sole saliva e cominciammo il periplo dell’isola per raggiungere le Seven Pools, sette piscine naturali collegate da un fiume che si tuffa da una piscina all’altra con piccole cascate fino al mare, il tutto circondato da una lussureggiante vegetazione tropicale. Sulla via del ritorno ci fermammo ad ammirare un gruppo di surfisti alle prese con delle onde altissime, a testimonianza della forza della natura.

Un viaggio che mi è rimasto nel cuore

Un viaggio che mi è rimasto nel cuore, non sono più tornata alle Hawaii ma è una di quelle destinazioni a cui volentieri concederei un secondo giro, un ripasso. Chissà magari potrebbe essere la prossima meta.

Un saluto a tutti voi viaggiatori e un grazie a Caesar Tour che in questo spazio ospita i ricordi dei nostri viaggi più emozionanti.

Lucrezia D. viaggiatrice da Bologna

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