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Metropolis

Edimburgo, storica e fiera

L’emozione del grigio

Edimburgo, storica e fiera

Col sole riesce a diventare ancora più bella e gentile perché la luce dell’astro mette in risalto la sua pietra antica e austera di palazzi, rocche, templi e castelli, perché l’arte e i festival escono con gioia e spontaneità in strada, perché le colline che la circondano spiccano nel loro verde smagliante e l’invito a organizzare un pic-nic nei parchi o a proseguire il viaggio nei laghi, nelle valli coi fiumi e coi cardi e nelle altre fortezze della regione diventa quasi urgente, ma la vera anima di Edimburgo secondo me è quella più brumosa e piovosa, con protagoniste la pioggia, la nebbia, il vento, il freddo frizzante.

Quella che senza se e senza ma è la città più bella e storica della Scozia e anche della Gran Bretagna, trova nel suo volto autunnale e invernale un modo per legarsi fortemente alle sue tradizioni, al suo stile più severo, alla sua immagine più classica e robusta che rimanda alle selvagge highlands, all’orgoglio e alla fierezza di un popolo, al peso ineludibile della storia.

Dall’altura col tempio neoclassico di Calton Hill riesci a percepire tutto questo.

Quasi tutti i turisti ci arrivano d’estate, ma è verso ottobre, con le prime grandi macchie di nuvole provenienti dall’Oceano, che Edimburgo esprime al massimo il suo genius loci, quando il grigio avanza, si indossano i primi cappotti e un buon bicchiere di whisky riscalda la testa e il corpo di chi torna a casa alla luce fioca dei lampioni, mentre la notte cala con la sua foschia sui tetti e i vicoli del centro.

E tutte queste impressioni, qualità, aspetti più intimi e nascosti riescono a creare delle emozioni nette.

E’ anche qui che batte di più il cuore degli scozzesi.

Edimburgo esprime al massimo il suo genius loci, quando il grigio avanza, si indossano i primi cappotti e un buon bicchiere di whisky riscalda la testa e il corpo

Il luogo di nascita

Edimburgo è nata circa cinquemila anni fa sulla collina dove sorge ancora il suo possente castello, conteso in passato da varie tribù e clan. Nel VI sec. d.C un re anglo, tale Edwin, costruì su questa rocca una fortezza, da cui il nome Edwin Burgh.

Oggetto eterno delle mire espansionistiche degli Inglesi l’affascinante città scozzese diffusa in modo spettacolare su un terreno dalla morfologia ondulata venne assoggettata nel 1707 con tutto il paese al più potente vicino, senza perdere però il controllo sulla sua notevole produzione culturale (fu la culla dei filosofi Hume, Smith e Robertson, dei letterati Walter Scott, Conan Doyle, Robert Louis Stevenson e di numerosi architetti, artisti e scienziati), sul diritto e sulla religione presbiteriana.

Fierezza, una grande indipendenza, la New Town modernista e immersa nel verde che col suo ordinato impianto ortogonale di larghe strade già da metà Ottocento cresceva accanto alla Old Town più poetica e medievale, un percorso labirintico caratterizzato dai vicoli stretti e bui, i luoghi dove nel 1768 si cominciò a stampare la prima storica edizione dell’”Enciclopedia Britannica”.

Old Town più poetica e medievale, un percorso labirintico caratterizzato dai vicoli stretti e bui
la New Town modernista e immersa nel verde che col suo ordinato impianto ortogonale

E dalla grande radura del castello ecco la vista più bella, sulla selva di tetti, sulla elegante strada del Royal Mile piena di negozi, alberghi, gallerie d’arte e librerie che arriva fino alla residenza reale di Holyrood House, sui campanili, sui parchi e sui musei, sui ponti e sui palazzi di pietra, sui memoriali dell’ammiraglio Nelson, del poeta Burns e di Sherlock Holmes!

Fino al Tempio di Calton costruito per eternare la bellezza, la storia e la cultura di Edimburgo, come una specie di Atene del Nord.

Fino alla Cattedrale di St. Giles, fino alla Georgian House di Charlotte Square che delimita il più ricco quartiere finanziario della Scozia che sorge lungo Georges Street.

Fino alla National Gallery che ospita la collezione di acquerelli di Turner, alcune Veneri di Tiziano e la scultura Le tre Grazie di Antonio Canova.

Fino alle rocce rosse di Salisbury Crags e alla cima tondeggiante dove secondo la leggenda Re Artù si fermò a riflettere sulla storia del mondo.

E fino a indovinare l’ampio estuario fluviale del Fifth of Forth che la fa assomigliare a una città di mare specie tra le spiagge e i pontili del sobborgo balneare di Portobello.

Quando si arriva qui in alto, oltre a respirare e ad abbracciare la grande bellezza della città, si visitano le sale storiche del castello, il museo militare, quello dei tesori, l’antica cappella normanna di St. Margret, l’enorme cortile, gli spalti e le mura.

Le curiosità di Edimburgo

Edimburgo ne racconta di storie, tenere, vitali, tutte molto tipiche e rispettate.

In centro c’è una statua dedicata a un cagnolino paffuto, capace di vegliare per quattordici lunghi anni la tomba del padrone. Alla fine morì anche lui di crepacuore o stanchezza. Oppure invece che commuoversi ci si può divertire visitando la Show Room di Nessie che chissà che sta combinando in fondo al tenebroso lago di Lochness con le sue goffe movenze da plesiosauro (peccato che l’ultimo esemplare sia estinto solo da sessanta milioni di anni!)

Sempre in centro un museo tutto dedicato alla gloria di Scozia, lo Scotch Whisky Heritage Centre, la cui storia e procedimenti di lavorazione vengono raccontati addirittura in sette lingue, con filmati e con possibilità di assaporare le diverse note aromatiche, finendo a spasso con l’andatura ciondolante sul Royal Mile. Alcune bottiglie costano uno stipendio ma il procedimento di base è sempre lo stesso: il whisky è diventato la bevanda alcolica più famosa del mondo ma è prodotto unicamente con orzo maltato, acqua di sorgenti, lieviti e torba (meglio se delle Highlands), la sua distillazione avviene in enormi alambicchi e la sua stagionatura in botti di legno di quercia per almeno tre anni.

Mille storie ed esibizioni sono quelle del Fringe, un festival creativo e variopinto, che tra maschere, danze, improvvisazioni teatrali

Mille storie ed esibizioni sono quelle del Fringe, un festival creativo e variopinto, che tra maschere, danze, improvvisazioni teatrali e concerti dona alla città allegria e leggerezza. Per molti critici è la rappresentazione artistica più importante del mondo, dura tre settimane da metà agosto a inizio settembre e ha il suo culmine nel Military Tatoo, la grande parata serale resa indimenticabile e folkloristica dalla mole illuminata del castello e dalla presenza di kilt in tartan e perfette cornamuse oltre che di 200.000 spettatori. Ma sono i numeri totali del Fringe a essere davvero da capogiro: in meno di un mese vanno in scena 40.000 performances e 2.500 spettacoli teatrali in più di 250 luoghi sparsi per tutta la città. Più di Avignone, Cannes o Venezia messe insieme coi loro Festival e con le loro grandi kermesse artistiche.

Infine una prova di coraggio, effettuabile in una taverna di Edimburgo come nella più infima bettola delle “Terre Alte”: assaggiare quel pesantissimo miscuglio a base di frattaglie ovine (un pezzo di cuore, un pezzo di fegato, un po’ di polmone) impastato chissà come con farina d’avena, cipolle e spezie e unto dallo stesso grasso del montone che corrisponde al (puzzolente) nome di Haggis!!

Beh forse è meglio dirottare sugli altri piatti nazionali, come la zuppa di pollo, porri e prugne o gli squisiti salmoni da gustare sempre nel centro storico che il maggior numero di ristoranti stellati della Gran Bretagna. O rifocillarsi con torte e biscotti nel rito dell’afternoon tea.

Buon viaggio allora in terra di Scozia, un paese genuino come pochi altri, raccontato dalla sua meravigliosa natura ma anche dalla sua meravigliosa città storica.

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