26 luglio e 8 ottobre

La Rivoluzione di Fidèl e la Morte del Che
Comunque la si pensi per tutta Cuba e l’America Latina queste sono due date iconiche e il popolo della Isla Grande non le può dimenticare.
Per questo, per sentire vibrare la storia, per ricordare, commuoversi o solo per osservare, un viaggio turistico e balneare a Varadero o a Cayo Largo in tali periodi non può non prevedere delle escursioni a L’Avana, a Santa Clara e per chi ce la fa fino a Santiago, perché qui con omaggi letterari, musicali, artistici si accende la vita di una comunità.
Il 26 luglio i cubani ricordano il celebre assalto alla prigione della Moncada, atto iniziale e principale della Rivoluzione contro il regime di Batista e contro l’occupazione americana.
Pur non prive di retorica nazionalista queste feste rappresentano il lato più genuino e sentimentale del popolo cubano che almeno alla Revoluciòn, a Castro, a Guevara e ai tanti guerriglieri della Sierra Maestra deve un lascito di libertà, istruzione e sanità conosciuti e raggiunti da pochissimi altri popoli latinoamericani. Oltre il Mito restano la dignità e la speranza di eventi che al netto di qualche ombra e illusione hanno significato un indubbio riscatto e una memoria indelebile per un’intera nazione.

Probabilmente per questo motivo Cuba fu molto amata da grandi letterati come Ernest Hemingway, la cui effige campeggia nei Bar dell’Havana Vecchia accanto ai cocktails immortali da lui preferiti, come il daiquiri e il mojito.

L’Avana
Tutti i weekend di febbraio e tra luglio e agosto


Carnevale
La capitale cubana ogni venerdì, sabato e domenica del mese di febbraio si anima nelle strade, nei teatri e sul Malecòn con le sue Feste di Carnevale. Quello invernale a Cuba viene descritto come il “Carnevale dei bianchi”, di importazione.
Cortei spontanei, sfilate di maschere, gare di ballo, di charanga e di salsa, trampolieri giganti (i cosidetti munecones), bellezze latine in mostra, tanta spensieratezza, tanta gioia e tanto colore. Tra muri screpolati, nelle zone di la Piragua o di Calle Marina, quartieri decadenti ma più che mai vitali.
In piena estate tocca invece al “Carnevale dei neri”, nato come periodo di riposo dopo il duro lavoro nei campi e come festa precedente la Quaresima.
Probabilmente gli eventi di questi mesi sono l’apice di un’isola sempre in festa perché a Cuba si contano 370 eventi folkloristici l’anno.

La tradizione del Carnevale deriva dai coloni ispanici che hanno introdotto nel cuore dei Caraibi l’uso dei carri, dei costumi e delle sfilate. Mischiati alle musiche, alle bevute e alle mangiate dei guateque e delle parrandas (momenti sociali di allegria collettiva) e ai balli locali come la conga, con effetti travolgenti, davvero simili a quelli di Rio de Janeiro.
Nell’ambito del Carnevale nella nera e africana Santiago si tiene a luglio, soprattutto nei quartieri di Trocha, Cristina, Sueno, Santa Rita e Ferreiro, la Festa del Fuoco dove grande protagonista oltre ai fuochi d’artificio e ad altre sfilate di carri allegorici è il ballo di origini contadine della provincia di Guantanamo, il changui. Questa Festa nel corso degli anni si è trasformato anche in un pulsante Festival di tutte le culture caraibiche che nelle sue caldissime giornate è animato dal perenne suono delle trombette cinesi e dai balli senza fine del suo popolo.
Mentre a Camaguey tra il 23 e il 24 giugno il culto di San Giovanni Battista diventa un rito carnevalesco, addirittura dal lontano 1725.


Le altre Feste
Le feste nella coloniale Trinidad si basano tutte sulla Musica e specie nei fine settimana a “La Casa de la Trova” come lungo le vie di ciottoli e casette color pastello, sotto le palme, il cielo umido e i campanili delle chiese, vanno in scena meravigliosi e spontanei concerti. Prima la musica a Trinidad e poi tutto il resto, comprese le visite alle coltivazioni da canna da zucchero, del tabacco che crea i famosi sigari e i tuffi in uno splendido e caldo Mar dei Caraibi.

L’8 settembre tocca alla Virgen del Cobre, ovvero la Madonna, celebrata nella sua data di nascita e sistemata in ogni patio, in ogni comedor, in ogni camera da letto cubana accanto alla foto del Che. Tenera l’immagine del bambinello in braccio che sostiene in mano il globo terrestre, come spesso accade a Cuba la salvezza è nei piccoli gesti, nelle piccole cose. Luogo principe di tale ricorrenza religiosa che è mescolata ai culti africani della santeria di Orisha e della Dea Oshun è ancora la folkloristica Santiago de Cuba, all’estremo Oriente dell’isola.
Il primo maggio va in scena con manifestazioni l’orgoglio dei lavoratori che riaffermano in questa occasione la fierezza di un popolo che mai verrà sottomesso nè invaso.
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