Tianjin, il mare di Pechino

Nasce come sobborgo di Pechino, quasi come il suo accesso al mare, la Ostia di Roma moltiplicata per milioni di abitanti!
Il segreto di Tianjin è stato quello di diventare la porta d’accesso alle ricchezze della Cina grazie ai traffici del suo porto commerciale, cresciuto a dismisura.
Attualmente è la città cinese che presenta la crescita di PIL più prepotente del paese, è un’altra di quelle città dove gli abitanti sembrano formiche operose e in continuo movimento.
Lo sguardo dall’alto qui è garantito dal The Eye locale, una gigantesca ruota panoramica costruita su un ponte che proprio come un ponte è lanciato verso la sky line e verso i quartieri più tipici abitati nel passato dai primi coloni europei e aventi edifici e strade in comune coi quei paesi di origine.
Album di Tianjin



Canton, la città mercato

Canton o Guangzhou ha dato il nome al famoso riso condito alla cinese (sarà che nel delta del Fiume delle Perle le risaie sono state sempre numerose!) e ha aperto i suoi grandi spazi al divertimento e al turismo, allo shopping più sfrenato che si compie in ultra-moderni centri commerciali come in migliaia di mercati tradizionali.
Punto di riferimento per scoprire la sua immensità è la Canton Tower, mentre il monumento più simbolico della sua storia è quello dei Cinque Geni.
Ma i grandi protagonisti di Canton sono i suoi abitanti, pragmatici super lavoratori, quelli capaci di condurre estenuanti trattative nei mercati, quelli capaci di creare un take away di cibo cinese in ogni città del mondo o di cucire le scarpe indossate nei cinque continenti (la Adidas per esempio a Canton conta 35.000 dipendenti), o di produrre milioni di bici e di forni a microonde, anche mangiatori di scorpioni, di scarafaggi, di cani e di serpenti volendo!! Brrrrr….
Da queste parti amano dire che “mangiano tutto ciò che ha quattro gambe a parte i tavoli, tutto ciò che vola a parte gli aerei, tutto ciò che si trova sott’acqua a parte i sommergibili” (Jasmina Trifoni, “Meridiani – Cina del Sud”).
Una città mercato Canton, un mercato per ogni bene, per ogni prodotto, dalle tv al chiodo, dai bonsai ai pesci da acquario, dalle mattonelle ai motorini! Qui dal vivo si capisce più che altrove “il miracolo economico comunista, il consumismo elevato a rango di religione”.
Album di Canton






Wuhan, la città del virus

E siamo arrivati alla grande metropoli industriale della provincia di Hubei: Cina centrale, sul Fiume Azzurro, sede di architetture moderniste e purtroppo dei mercati (o dei laboratori?) dove è nato il famigerato CoronaVirus.
I suoi numerosi laghi e parchi, le sue antiche tradizioni, le sue Case del Tè, la panoramica Collina del Serpente col Padiglione della Gru Gialla sono state spazzate via in una manciata di giorni nell’immaginario collettivo dalla malattia del secolo: ecco quindi che Wuhan potrà reinventarsi o rifondarsi, ampliarsi o cambiare pelle, vedere andar via anche l’ultimo degli abitanti attuali o vederne arrivare di nuovi, ma probabilmente rimarrà nella memoria del mondo come la metropoli da dove è scappato il Covid 19.
Anche se oggi quasi nessuno indossa la mascherina e stanno riaprendo ristoranti, centri commerciali e discoteche, l’incubo della pandemia rimarrà per sempre o sarà rimosso velocemente come tante altre storie cinesi? La Wuhan sorta sui resti di tre città sulle sponde del fiume Yangzi e culla dell’antico stato di Wu saprà dimenticare, cambiare o ricomincerà a vendere i pipistrelli al vecchio mercato? Nelle sue strade si sentirà ancora l’odore delle nubi di disinfettante?
Album di Wuhan






Shenzen, la sorella di Hong Kong

Si trova a sud della Cina, proprio sul grande delta del Fiume delle Perle.
Deng XiaoPing trasformò questo semplice villaggio di pescatori in un porto franco e in pochi anni ebbe uno sviluppo mostruoso. Il vecchio dittatore usò un’azzeccata metafora: se vuoi le api in un posto mettici un fiore…
E quante api sono arrivate in poco tempo a Shenzen!! Così oggi è caratterizzata da floridi commerci e da una grande densità abitativa, è ispirata dalla vicinanza e dalla rivalità di Hong Kong e di Macao e destinata ai ritmi di crescita attuale a unirsi prima o poi alle due metropoli situate sul mare per formare un agglomerato di 60 milioni di abitanti, uguali a quelli dell’intera Italia, ospitati in una superficie che è quella di Lombardia e Veneto messe insieme.
A Shenzen si trovano vari intrattenimenti pensati per un popolo giovanile e giocherellone: Splendid China, il parco che celebra la Cina in miniatura, Happy Valley, una specie di Disneyland locale, il Folk Cultural Village che illustra usi e costumi delle varie minoranze etniche e l’aiuola di tulipani più lunga del mondo, ben 24 km di fiori colorati!! Ma forse la cartolina che la racconta meglio sono le gru, i cargo e i container del porto che davvero segnano l’identità commerciale della città.
Album di Shenzen


Il caso Hong Kong e le nostalgie di Macao
Ex colonia britannica fino al 1997 e protagonista oggi di un destino complicato proprio perché tornata sotto i tentacoli della Cina, Hong Kong sorge su varie isole e abbaglia lo sguardo per i suoi lucidi grattacieli di 70 piani e emoziona i sensi per i suoi variopinti mercati, come quello della giada o quello degli uccelli. La città ha un museo per ogni gusto e bisogna salire sulle terrazze dei grandi alberghi o si deve arrivare al Belvedere di Victoria Peak per tentare di abbracciarla tutta. Dinamica, moderna, affollata (8 milioni di abitanti anche qui…), capitalista, specie nel suo Central District.
Da sempre molto cinese e poco cinese, cinese nei cibi, nei tratti degli abitanti, nei templi, nella passione per il kung fu e per l’agopuntura, straniera perché aperta a tante culture e a tanti influssi, perché piena di negozi di fiori, di Rolls Royce e di locali a luci rosse, perché conserva la guida a sinistra come Londra e come Londra trabocca di birre e di slogan in inglese.
Ora la scommessa più grande di Hong Kong è quella di restare speciale sotto lo sguardo politico e militare della Cina, uno sguardo che sempre meno riesce ad essere discreto…
A un’ora di traghetto si visita l’altra ex-colonia, stavolta portoghese, di Macao. Sporca, bruttina, ma con lo stile lusitano che si vede nelle fortezze e nelle chiese, nei mosaici e nei teatri, nel lungomare coi teatri e il Casinò Lisboa, nei ristoranti che servono ricette di baccalà.
Un luogo particolare e nostalgico Macao, “un barocco europeo con tocco asiatico…il rimpianto di un lembo di latinità in Cina” (Renata Pisu, “Meridiani – Cina del Sud”)
Album di Hong Kong






Album di Macao




L’ultimo Mostro

Ma attenzione alle classifiche finali perché il domani è già progettato ed è ancora più colossale: la nuova megalopoli sarà totalmente hi-tech e unirà Pechino e Tianjin a tutte le aree limitrofe, inclusa la regione dell’Hubei con mille autostrade, ponti, ferrovie percorse da treni veloci come missili, porti, aeroporti, metropolitane, canali fluviali, circonvallazioni che sposteranno i confini della vecchia capitale cinese dal mare alle pianure dello Yangzi che conducono verso Shangai, fino alle montagne che guardano la Mongolia.
La capitale economica del mondo si chiamerà Jing Jin Ji, ovvero JJJ, occuperà 100.000 Kmq e verrà popolata da 130 milioni di persone, un terzo degli USA, gli stessi della Russia. Sarà efficiente, giovanile, elettronica, verde, alla moda, sarà pianificata al millesimo e divisa in settori politici, culturali, produttivi, di intrattenimento. A ognuno il suo compito, a ognuno il suo distretto. Potrebbe essere anche una esperienza emozionante se fosse accompagnata da più larghe forme di democrazia.
Di certo JJJ sarà il primo mercato del mondo, al galoppo. Ci vivrà un esercito di impiegati, un po’ diverso dal mitico esercito di terracotta… Svuoterà, stavolta per sempre, le campagne. Un mostro, in pratica, nuovi virus permettendo.

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