La Sicilia è una regione ricca di tutto: storia, cultura, architettura, paesaggi mozzafiato, mare, montagne, vulcani… tanti contrasti e qualche rivalità che si ritrova anche in splendide e gustose prelibatezze per il palato!

Almeno di nome conosciamo tutti le iconiche arancine di riso ripiene di ragù, i cannoli o i dolci di marzapane e le cassate. Vogliamo farvi scoprire qualche altra leccornia!
In giro per Catania ad esempio potremmo far colazione con un Iris: una deliziosa brioche morbida che al suo interno racchiude una crema di ricotta e scaglie di cioccolato. La versione originale è fritta. Ne è poi stata ideata una versione “leggera” al forno nel 1901 dal pasticcere palermitano Antonio Lo Verso in onore della prima messa in scena dell’opera “Iris” di Pietro Mascagni al Teatro Massimo.

A Palermo, città capitale dello street food, gironzolando per i suoi vicoli non si può non assaggiare lo sfincione una focaccia di pasta lievitata cotta in forno condita con salsa di pomodoro, cipolle, alici e caciocavallo e origano.
La risposta catanese allo sfincione è la cipollina: uno scrigno croccante di pasta sfoglia ripieno di salsa di pomodoro, cipolline stufate, prosciutto e mozzarella.
Torniamo a Palermo e troviamo pane e panelle: un delizioso panino di sesamo, la Mafaldina, riempita di panelle fritte che sono fatte di acqua e farina di ceci; spesso ad accompagnarle troviamo i cazzilli, semplici crocchette di patate condite con sale, pepe e limone.

Andiamo a Messina e scopriamo il pidone: un rustico fritto ripieno simile a un calzone, di impasto sottile e croccante imbottita di acciughe, tuma e indivia riccia.
Concludiamo il nostro tour siciliano alla Vucciria a Palermo, uno storico mercato legato alla carne e ai prodotti derivati dagli animali, per un panino “ca meusa” la milza di vitello. Milza, trachea e polmone vengono bollite intere, poi sminuzzate e soffritte nello strutto. Vengono poi servite in un panino al sesamo che può essere “schettu”, letteralmente celibe, e quindi condito solo con un po’ di limone oppure “maritatu” quindi con la giunta di ricotta o caciocavallo.

Vi è venuta fame vero? Anche a noi insieme al desiderio di scoprire altre tradizioni del nostro Bel Paese!
Alla prossima… e buon appetito!
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