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Il Verdicchio e le Marche: un vino e una regione da riscoprire!

Le Marche sono una regione probabilmente un po’ sottovalutata. Se parliamo di Toscana o di Sardegna siamo sempre tutti concordi nell’affermare che sono regioni ricchissime di bellezze, invece le Marche restano sempre un po’ come Cenerentola.

Il Verdicchio e le Marche: un vino e una regione da riscoprire!

Al contrario basta un breve assaggio di queste terre che ci fa subito scoprire e apprezzare una estrema variegatura e ricchezza paesaggistica, storica e culturale.

Si affacciano sul Mare Adriatico al centro dell’Italia. Dal mare alle montagne, passando per gli antichi borghi e le città d’arte, questo territorio resta nel cuore del viaggiatore. La scoperta delle Marche avviene senza fretta lasciandosi affascinare dal  “distillato d’Italia” che ritroviamo in questa regione. Ci sono luoghi assolutamente imperdibili. C’è Urbino: città UNESCO e patria di Raffaello; Gradara: il castello di Paolo e Francesca; Pesaro: la città di Rossini da vivere in bici.

Gradara: il castello di Paolo e Francesca

Una tappa ideale per meditare e immergervi nella natura è sicuramente il monastero di Fonte Avellana ricordato anche da Dante nell’XXI Canto del Paradiso. C’è poi la riviera del Conero, il tratto di costa che dal porto della città di Ancona giunge sino a quello di Numana con un mare cristallino, spiagge sorprendenti, sabbiose o rocciose e sassose, tutte Bandiera Blu. E poi ancora Fabriano: la città della carta; Loreto: culla della spiritualità marchigiana; le Grotte di Frasassi… e potremmo continuare a lungo!

le Grotte di Frasassi

A tavola uno dei simboli di questa regione tutta da scoprire è sicuramente il Verdicchio: un vino bianco asciutto, armonico, inimitabile, delicato, leggendario. Un vino che è diventato l’emblema di questa terra. Un vino unico di grande struttura e di qualità ottima.

La coltura della vite vanta nelle Marche origini antichissime… già in epoca preromana.  

Ne troviamo poi tracce nei resoconti di guerra di Polibio, storico di origine greca che visse a Roma e che ci riporta come le truppe si rinfrescavano col vino dei Piceni nel lontano 168 a.C.

Verdicchio di Matelica

Anche Plinio il vecchio, autore latino che scrisse un’imponente enciclopedia “Naturalis Historia”, conosceva il vino del Sud delle Marche. Gli antichi romani conoscevano già anche il verdicchio che pare abbia avuto estimatori anche tra i barbari visto che si racconta di come Alarico re dei Visigoti preparandosi ad assediare Roma caricò 40 muli con barili di questa particolare varietà.

Il Verdicchio è un vino Doc che viene prodotto in due aree, quella dei Castelli di Jesi e quella di Matelica. La versione più conosciuta è sicuramente il Verdicchio dei Castelli di Jesi rispetto al Verdicchio di Matelica anche perché è molto più ampia la sua produzione. Portano lo stesso nome, ma sono solo cugini: ci sono differenze dovute proprio alle diverse condizioni delle due zone di coltivazione. Risente anche della vicinanza o meno del mare: il “Verdicchio che vede il mare” è meno fresco e più fruttato con una vendemmia anticipata rispetto all’area di Matelica.

la riviera del Conero

Può essere utilizzato come aperitivo o abbinato a piatti di pesce o a primi piatti con condimenti vegetali o di mare. Si accompagna spesso a zuppe di pesce e a pesci al cartoccio o al forno; è ottimo anche con le carni bianche.

A me lo han fatto assaggiare accompagnandolo ad un pecorino dei Monti Sibillini.

Sublime ☺

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