L’anello perfetto
Siamo arrivati a uno dei punti centrali della vacanza e dei motivi fondanti del viaggio.
Nella verdissima contea del Kerry passeremo almeno quattro giorni a scoprire paesaggi, paesi e cieli che cambiano sempre, lunghe spiagge dove corrono liberi i cavalli e dove i giovani irlandesi praticano il surf, un verde che più verde non esiste, capace di acquistare mille tonalità diverse. Emozionarsi prima non fa mai bene, ma la sensazione è quella.
In effetti lo capiamo fin da subito: i boschi, la sinuosa costa del Kerry e i suoi parchi nazionali circondano la più frequentata, placida ed elegante contea d’Irlanda, piena di meravigliosi punti panoramici e di romantiche e turistiche cittadine come Killarney, Dingle, Tralee.
La regione è davvero particolare per i suoi contrasti: tra colline ondulate, foreste, laghetti, scogliere che precipitano nell’Oceano, fucsie e ciuffi d’erica, lagune e baie, vento e maree, nebbia e luce, croci celtiche, pecore a spasso, sorgono dei piccoli villaggi incantati che probabilmente raggiungono il culmine nella penisola di Dingle.

Nel Killarney National Park
Venendo da Allihies dopo 100 km percorribili in un paio d’ore si arriva a Killarney, senza monumenti particolari ma comunque famosa e animata meta turistica, grazie alla sua splendida posizione e ai suoi negozi pieni di souvenir e di manufatti artigianali in lana o ceramica, tutti schierati lungo la sua spina dorsale, la New Street. Passeggiamo un po’ per il centro, compriamo la maglia da rugby dell’Irlanda ovviamente, assaggiamo una buona birra e nel pomeriggio scopriamo il Parco Nazionale lungo la statale N71 che ci va proprio in mezzo.
Suggestiva l’ansa del lago con il Ross Castle, che fu l’ultima rocca ad arrendersi alle sanguinarie armate di Cromwell nella guerra d’indipendenza; poi si può fare una piccola pausa per vedere la ricostruzione della vita locale nel museo all’aperto della Muckross House; quindi si procede verso la Cascata di Torc e si finisce questo idilliaco mini tour al punto panoramico denominato Ladies View, nome dato dalla Regina Vittoria qui in sosta col suo seguito di dame di corte nel lontano 1861. Le somiglianze col Lake District dell’Inghilterra del Nord cantato dai poeti romantici Keats e Wordsworth sono evidenti e le nostre bambine si divertono ad arrampicarsi sugli alberi e a mettere un piedino nell’acqua. Lo specchio d’acqua più bello e tranquillo, pieno di armonia per riflettere, riposarsi, sedersi nell’erba con un libro di Yeats, cercare i funghi o pescare è l’intero paesaggio del Lough Leane, vero cuore del parco.


Dolcemente, viaggiare
Il giorno dopo è quello prescelto per il mitico e pittoresco Ring of Kerry, un giro ad anello di 180 km sulla statale N70, sempre segnalato, con soste a piacere per ammirare una serie di panorami mozzafiato e grandiosi litorali, col mare e il verde sempre a vista, un verde punteggiato anche da tanti fiori come rododendri, ginestre, erica e felci. Le vedute sono sensazionali ma bisogna guidare con prudenza, essendo a tratti una strada stretta e passandoci pure i pullman locali e quelli delle gite turistiche. Abbiamo deciso di guidare piano, di prenderci tutto il tempo possibile, di sfruttare al meglio la luce irlandese, di assecondare tutti i momenti di gioco e di spuntino e di pausa e di foto delle quattro piccole viaggiatrici.

Ci troviamo nella penisola di Iveragh e il Ring è senz’altro il percorso più amato e famoso d’Irlanda. Provo a ricordare le varie tappe come in un album: la frazione di Killorglin, porto di pesca al salmone con le rovine di un castello; Glenbeigh, altro pittoresco porticciolo turistico con una delle spiagge più belle dell’anello; Caherciveen, cittadina agricola dove nacque il Liberatore O’Connell; Portmagee, detta anche la Burano irlandese da cui si vedono gli eremi in pietra dei monaci che vivevano in solitudine e penitenza sugli scogli sbattuti dal mare e dal vento delle Isole Skellig, dette anche “le Galapagos europee”, raggiungibili via mare in un piccolo viaggio pieno di misticismo, oggi abitate solo da gabbiani, sterne, cormorani, sule e pulcinelle di mare; i giardini subtropicali di Valentia Island collegata con un ponte alla terraferma e località di vacanza preferita da tanti irlandesi.

Cliffs of Kerry
A metà percorso, possenti, scure, abbagliate dalla luce nitidissima dell’Atlantico, ecco le scogliere del Kerry, per camminarci sopra lentamente, respirare tutta la natura possibile, scattare foto tra le più belle del viaggio. Il sole ci premia, non avremo la stessa fortuna a Dingle e alle Cliffs of Moher, quindi quassù ci godiamo ogni minuto che diventa un distillato di libertà e felicità.


Poi si comincia il giro a sud del Ring con le viuzze più belle che scendono al mare, le single track road dove devi fermarti se arriva un trattore o un pullman dall’altra parte o dove decidi di fermarti comunque perché sono troppi gli scenari da cartolina, coi greggi di pecore a imbiancare i pascoli e a invadere impertinenti i sentieri, coi muretti di pietra vista mare, con le isolette e le baie più selvagge, le mezzelune di spiagge dorate dove godersi l’aria, la luce e il vento. E poi le maree e le dune di Derrynane, le residenze lussuose di campagna nascoste nella natura, tutte le sfumature brillanti o opache del verde e del blu.
Un saluto a Charlotte
Quindi arriva il centro vacanziero di Waterville col suo ampio litorale dove andava in vacanza Charlie Chaplin, ricordato con una statua accanto a quella di un giocatore di football gaelico, e poco dopo il Lough Currane con le sue isolette; la spiaggia deserta e silenziosa di Castlecove; le possenti rovine di Staigue Fort; il pittoresco paesino di Sneem dove tanta gente locale si è fatta ritrarre sui muri per testimoniare una sorta di racconto collettivo dell’idillio, con la scritta here in paradise che accompagna la scena e dove sulla torre della chiesa al posto del classico gallo segnavento c’è un bel salmone! Kenmare con la baia delle foche a Bantry Bay; Rossbehy Strand, il tramonto di Capo Bray. Pub serale a Killarney, a Ring concluso: tanta stanchezza, tanta natura negli occhi e ovviamente tanta fame!

Il messaggio di Yeats
Da queste parti sono molto importanti la luce, i colori, gli spazi, il vento, l’Oceano, il silenzio: un senso di assoluto che sarebbe caro al poeta romantico tedesco Holderlin. Nel fluire degli elementi naturali, dell’acqua soprattutto, c’è chi ci ha visto analogie con lo stream of consciousness joyciano.
Insomma il Kerry è una regione così bella e fatata – non a caso piena di racconti e leggende di elfi, fate, lepricanti, folletti, cavalli d’acqua, angeli caduti – che fece dire al poeta Yeats “Non sono certo che si abbia molto chiara la distinzione tra naturale e il soprannaturale”.
Non ci sono Commenti