Verso sud
Non chiedetemi perché ma il luogo del ritiro del van lo abbiamo sbagliato in pieno: non a Dublino centro ma una mezz’ora fuori, lungo la costa. Il breve e confuso viaggio in trenino elettrico e bus ci fa scorgere almeno il litorale da Howt (borgo di pescatori, porticciolo, abbazia, faro, ragazzi che fanno i bagni in spiaggia e una star locale: le ostriche) fino a Dalkey, zona di mare vip con la villa di Bono Vox.
Comincia così il nostro giro di mezza Irlanda col pulmino a noleggio e comincia con una tappa di spostamento dalla mattina alla sera verso il vero cuore della vacanza, la costa sud-occidentale. Le bambine ridono e giocano nei sedili di dietro, la mappa è aperta quasi sul volante, la guida al contrario è un piccolo imbarazzo presto superato, dai bagagli spuntano merendine e K-Way, insomma siamo pronti. Il paesaggio di questa specifica giornata è meno da favola di quello che vedremo tra poco ma è dotato comunque di una sua bellezza discreta e si attraversano parecchie abbazie e castelli. In tante di queste zone hanno girato scene e battaglie del film “Braveheart”.

La bella Kilkenny
Meta principale della mattinata e sosta per il pranzo da innaffiare con la birra rossa locale Smithwick’s, che da sempre è rivale della scura Guiness della capitale, è la cittadina di Kilkenny, che la guida del Touring definisce un gioiellino turistico “per le sue stradine linde e suggestive, immerse in aure medievaleggianti”.

Intorno al suo maniero medievale, sistemata tra pianure dolci e le acque del fiume Nora, la città si trova a 150 km a sud di Dublino, offre una vita animata lungo la High Street piena di edifici d’epoca ed attrae volentieri l’occhio del turista. Per il suo famoso castello e il corso pieno di case colorate e i negozi di artigianato (vedi il Design Centre nelle scuderie dentro le mura del suo castello per comprare i migliori tessuti, ceramiche e gioielli), per la cattedrale del ‘200 di St. Canice e per l’esempio di residenza mercantile del ‘500 più affascinante del paese, la Rothe House in Parliament Street. Per molti irlandesi Kilkenny è la cittadina più bella e storica d’Irlanda proprio per il suo nucleo medievale autentico e intatto. Si visita a piedi in un paio d’ore passando per vicoli davvero pittoreschi.

La sorpresa
L’emozione che ti resta dentro è la scoperta improvvisa del paesaggio che circonda il castello: entri da un portone e se ti volti sulla sinistra vedi il magnifico e antico complesso coi suoi saloni e le sue torri, ma se ti volti sulla destra l’occhio non arriva a vedere la fine di un bellissimo parco col prato all’inglese, che resta nascosto quando giri per la città. E’ bello restare là sull’erba, troviamo pure un generoso sole, se lo godono le famiglie irlandesi coi loro figli che corrono, i cani che giocano, le vecchiette che odorano i fiori o leggono i giornali sulle panchine. Un primo bozzetto della vera Irlanda.

La suggestiva rocca di Cashel
Nel pomeriggio procediamo lungo la Scenic Route verso sud con due obiettivi e due piccole pause che sono la Rocca di San Patrizio, un’abbazia fondata dai monaci cistercensi, forse la rovina più suggestiva d’Irlanda che seduce irlandesi e viaggiatori per la sua atmosfera mistica e il suo chiostro romanico; e le mura diroccate di Hore Abbey che emergono spesso nella nebbiosa brughiera vicino alla più nota Rock of Cashel.

A Cashel, Heritage Town della Contea di Tipperary, siamo in uno dei posti più belli d’Irlanda, e il complesso della Rocca è affascinante sia da lontano, per come svetta sul paesaggio in maniera impressionante che sembra sfiorare il cielo, sia da vicino, per la bellezza dei suoi particolari artistici e architettonici.
The Rock of Cashel ha qualcosa dell’Abbazia di San Galgano in Maremma, aperta, romantica, in mezzo alla natura, in mezzo all’erba, forse il monumento più spettacolare della fede cristiana eretto nel Medioevo da un discepolo di San Patrizio. Qui si vedono i resti di questa cittadella fortificata dove si incoronavano i re, la sua torre rotonda, il palazzo vescovile, la cappella Cormac che è un capolavoro dell’arte romanica sacra. Appena fuori un piccolo e poetico cimitero con le croci celtiche e la statua di una madonna. La visita intera dura un’oretta. Davanti l’orizzonte fatto solo di prati verdi e nuvole. Si assaggia volendo il mitico blue cheese nel vicino Folks Village. Il cielo volge al grigio e le rovine sembrano uscite da un film gotico.


Il mare e il pesce di Cork
Tappa finale a 150 km da Kilkenny e nostro obiettivo della serata è Cork, la seconda città irlandese, la terza se si considera Belfast nell’Ulster, ma orgogliosamente la prima per molti irlandesi, visto che Dublino per il suo passato, i suoi retaggi storici e il suo stile viene definita a volte con disprezzo una città con troppa influenza inglese…
Il primo BB della vacanza è letteralmente delizioso, una casa con un bel giardino sul fiordo, piena di ricordi di viaggio, di cimeli di antiquariato, di una veranda esterna, di quelle che la mattina ti permettono di gustare uova e bacon, toast, marmellate locali e caraffe di caffè o succo d’arancia tra le piante e i fiori, sotto il cielo.

Deliziosa anche la cena precedente, a base di sea food chowder, una zuppa con brodo di pesce, panna, molluschi e crostacei e poi come piatto forte dei filetti di salmone o bistecche enormi a seconda dei gusti. Particolare la conoscenza coi proprietari: si rivelano solo la mattina della partenza, fanno colazione con noi, conversano incuriositi dal nostro itinerario. Ve la immaginate una scena così in Italia? Ci avevano lasciato le chiavi in un nascondiglio con delle istruzioni per fare tutto, noi ospiti unici e in un certo senso padroni in casa loro, tra le loro stanze, le loro cose, i loro ricordi. Solo in Irlanda…
Lo spirito di Cork
La città di Cork va capita perché non è piena di monumenti ma di atmosfere, ha un’anima ribelle e indipendente, ha un’aria marinara: da qui partono i cargo pieni di merci irlandesi per il mondo, pieni soprattutto del famoso burro salato prodotto in città, da qui nei decenni più bui sono partiti milioni di figli irlandesi in cerca di fortuna in America, fenomeno questo che viene sempre ricordato nei suoi musei e nelle sue canzoni.
Cork è fortunata per la sua posizione lungo un fiordo, con dietro alture verdissime e per questo un clima relativamente mite, è aperta anche alle influenze francesi per i suoi continui collegamenti navali con Le Havre e perché in passato fu rifugio degli ugonotti. Ma soprattutto Cork è vitale, moderna, allegra, è la protagonista del recente boom irlandese con le sue industrie alimentari, di cantieristica e di informatica e allo stesso tempo sa volgere con malinconia anche il suo sguardo al passato di dolore e emigrazione che l’ha segnata.

Cork quindi oggi appare come un rinomato centro mercantile e portuale, a volte un po’ decadente nei suoi docks, molto scenografica coi panoramici ponti sul fiume Lee.
Sempre vibrante e giovanile con le strade del centro storico nella zona del Marsch piene di ragazzi, di studenti, di negozi e ristoranti, come quelli di St. Patrick’s Street, Grand Parade e poi South Mall, la via degli affari). Tipica e da cartolina coi suoi quartieri arrampicati in collina come lo Shandon, con le case colorate e le chiese gotiche come St.Anne dove sembra che gli architetti abbiano voluto comunicare l’impressione che entrandovi si scalino i confini terreni per arrivare a quelli celesti e dove risuona ogni sera l’inno cittadino col carillon e le campane.
Tra il mercato e i pub
La visita ideale può cominciare proprio da quassù per poi scendere al Merchant’s Quay sul fiume e chiudere la serata nel dedalo di stradine del centro. E la meta per la cena potrebbe essere il bel lungofiume piuttosto animato da giovani vestiti sempre molto casual, col suo Old English Market ben tenuto e pieno di salmoni e crostacei, formaggi di campagna, patè d’oca, erbe varie e mirtilli neri.
Intorno al mercato le casette, i negozi, i caffè e i pub più tipici: è questo il quartiere antico degli ugonotti, gli artigiani francesi protestanti sfuggiti alle persecuzioni religiose che trovarono nell’ospitale Irlanda del sud l’ideale habitat sociale e professionale. La vista migliore del mercato si ha dalla terrazza del Farmgate Caffè. I pub di Cork dove si serve la buonissima birra locale Murphy sono così belli e tipici da meritarsi una sorta di heritage trail, un itinerario che difende il loro valore fokloristico e architettonico.
Salute, anzi Sloncia!
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