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I grandi reportages / Il viaggio verde

Il viaggio verde: ritorno a Dublino

Memories

Nell’ultima mezza giornata del viaggio partendo di mattina presto dalle brughiere e dai fiordi del Connemara abbiamo l’occasione di visitare le ultime tre bellezze del paese che ci aspettano lungo il percorso prescelto: la croce celtica più alta d’Irlanda, la tomba più grande, antica e misteriosa e un castello davvero famoso.
L’imbarco dei trolley nel van stavolta è più malinconico dei quindici giorni precedenti perché il nostro viaggio verde sta per finire: lo capiscono le bambine che appannano il finestrino col fiato guardando con gli occhioni le dolci campagne invase dalle pecore paffute, lo capisce la mappa geografica ormai stropicciata e illeggibile, lo capisce lo stesso pulmino pieno di briciole, di vestiti buttati a caso e del quarto pieno di diesel.
Ci portiamo dentro tante immagini di un’isola bellissima, che ci ha accolto gentile, che ci ha stupito a ogni curva, su ogni spiaggia, su ogni prato. Coi suoi cieli mutevoli, le sue piogge improvvise e il verde soprattutto, quel tipo di verde forte e smeraldo che diventa dopo due settimane un altro tipo di colore tra quelli finora conosciuti.

le dolci campagne invase dalle pecore paffute
Il viaggio verde: ritorno a Dublino

Il cd degli U2 è ormai consumato, così quello delle ballate celtiche, mentre abbiamo sentito meno di quello che avrebbe meritato quello di Enya forse perché non siamo riusciti a visitare gli spazi vergini del Donegal, da cui la cantante ha tratto tutta la sua ispirazione new age. Il Donegal già… la splendida contea sacrificata solo per una questione di km e di tempi, sarà lo spunto sicuro per un possibile ritorno in Irlanda. Magari da unire a un’esperienza nell’Ulster, dove l’Irlanda spesso ha sanguinato e si è divisa in modo incomprensibile.

La croce più alta

La prima sosta è a Monasterboice, un sito religioso campestre dove troneggia una croce celtica alta 5,5 mt che ti fanno piombare in una dimensione ancestrale. In queste zone vivevano monaci che erano esperti nell’arte miniata, la nebbiolina sul prato rende l’atmosfera più autentica e più magica, mancano elfi o druidi o maghi o spade e la scena si direbbe davvero completa. Difronte a tanta serenità e a tanta spiritualità, difronte a una scena così composta di natura e di fede mi turba l’animo un solo pensiero: ma come cavolo ha fatto la croce celtica a diventare simbolo di qualcos’altro…?

Monasterboice, un sito religioso campestre dove troneggia una croce celtica alta 5,5 mt

La tomba più grande

Poco dopo si raggiunge il tumulo neolitico di Newgrange, una specie di osservatorio astronomico in pietra sormontato da una affascinante e gigantesca cupola erbosa, addirittura più antico delle piramidi egiziane e di Stonehenge stessa. Per alcuni studiosi questa era invece una grande tomba collettiva in cui la penetrazione del raggio del sole a ogni solstizio d’inverno oltre all’illuminazione delle decorazioni a spirale significava la rinascita per il defunto, la pulizia delle ceneri e la preparazione al nuovo anno di vita e raccolti! L’Irlanda fino alla fine ci accompagna coi suoi misteri, con la sua elegia mistica e perduta.

il tumulo neolitico di Newgrange, una specie di osservatorio astronomico in pietra sormontato da una affascinante e gigantesca cupola erbosa

Potatoes for ever

L’ultimo spuntino del viaggio ce lo scegliamo in una locanda specializzata in… patate! Un omaggio doveroso alla tradizione agricola più antica e saporita dell’isola, un omaggio alla vita dura dei contadini, ai campi del Connemara, alle ricette presenti in tutti i borghi irlandesi.

L’ultimo spuntino del viaggio ce lo scegliamo in una locanda specializzata in… patate!

Le patate nell’isola verde sono protagoniste di tanti piatti e negli anni bui delle invasioni inglesi la loro mancanza causò addirittura carestie e ondate di emigrazione. Oggi tra ristoranti, taverne e pub si ritrovano nel colcannon una specie di purè con verza e burro dove dentro per un vecchio rituale si nascondono una moneta o un anello e chi li “addenta” troverà la fortuna o l’amore; nel boxty, un tortino ripieno di funghi e cipolle; nella cremosa e nutriente potato soup; nel piatto bacon&cabbage mista a pancetta e cavoli; nel piatto dublin coddle mista a salsiccia, pancetta e cipolle; nel cottage pie un piccolo sformato croccante sopra e ripieno di carne macinata; nel famoso irish stew, lo stufato di ogni pub d’Irlanda, con carne di agnello, carote, cipolle, erbette e a volte un bicchiere di guinness mescolato; nello storico fish&chips dove le patatine accompagnano il merluzzo, entrambi fritti nel lardo e con una noce di mayonnaise a fianco. Assaggiamo quasi tutto, annaffiandolo con le ultime monumentali pinte di guiness.

Le patate nell’isola verde sono protagoniste di tanti piatti

Il Castello di Bravehearth

Il saluto all’Irlanda ha qualcosa di forte e simbolico: prima di imboccare l’autostrada per l’aeroporto di Dublino, ecco la preziosa deviazione per l’antico maniero di Trim dove si sono girate alcune famose scene del film di e con Mel Gibson, quelle dell’assalto a York.
Il castello è ancora raccolto davanti al suo storico fossato, il suo perimetro si percorre con un giro di circa 500 metri tra i resti murari e delle dieci torri di guardia e al centro del prato domina la sua costruzione più alta. Non è solo una indimenticabile cartolina cinematografica che ti fa facilmente immaginare scudi, lance, grida, elmi e tatuaggi blu, è un luogo che sa di storia e leggenda, è il massimo complesso fortificato dell’Irlanda anglonormanna.
Probabilmente non avremmo potuto scegliere un saluto migliore all’isola, al suo passato di corti e guerrieri. Bellezza severa, nuvole sul prato, rovine sul verde. Il viaggio verde finisce qua.

ecco la preziosa deviazione per l’antico maniero di Trim

P.S
Una delle bambine nell’eccitazione delle corse sugli spalti e sui prati si dimentica lo zainetto col telefono e la macchinetta fotografica. Dall’aeroporto troviamo in un attimo il numero del castello, parliamo col vecchio custode, gli spieghiamo chi eravamo, che non facciamo in tempo a tornare indietro, che sarebbe “very kind of you” ricevere a nostre spese il fagotto in Italia. Dopo due giorni arriva tutto, senza nessun addebito.

L’ultimo regalo di questa magnifica gente, di questa magnifica isola.

L’ultimo regalo di questa magnifica gente, di questa magnifica isola.

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