Menu
Mare, mare, mare

La costa del Kenya

Italiani in Kenya

In “Banana Republic” parecchi anni fa Lucio Dalla e Francesco De Gregori cantavano:

Laggiù nel Paese dei Tropici, dove il sole è più sole che qua,
sotto l’ombra degli alberi esotici non t’immagini che caldo che fa.
Gli americani che espatriano, si ritrovano tutti quaggiù,
alle spalle una storia improbabile, un amore che non vale più.
E poi verso sera li vedi, tutti a caccia di una donna e via.
E attraversano la notte a piedi, per truffare la malinconia.
E spendono più di una lacrima, su un bicchiere di vino e di rum.
E piangendo gli viene da ridere, ballo anch’io se balli tu”.

La costa del Kenya

Ecco sicuramente ognuno ha la sua storia da raccontare, la sua scelta di vita più che valida ma se alla canzone ci tolgo “americani” e ci metto “italiani” e per Tropici non intendo quelli dei Caraibi ma quelli non meno belli, caldi e sensuali dell’Oceano Indiano che bagna le coste africane il quadro finale è in parte credibile. Senza fare la morale a nessuno di gente che ha mollato tutto in Brianza, nelle campagne venete o pontine per venire in Kenya ne ho conosciuta parecchia, animata da nuovi progetti, scelte anche coraggiose – investire dei soldi, aprire un hotel, gestire un ristorante, lavorare a vita in un villaggio turistico, fare la guida per i safari, scegliersi il luogo più amato per la meritata pensione – ma tutti con un velo di nostalgia negli occhi perché se è vero che il sole e il mare del Tropico possono darti molto, forse non possono darti tutto.

Intendiamoci qualcuno ce l’ha fatta, qualcun altro sta alla grande e non tornerebbe mai indietro nel traffico o nella nebbia, perché qui ha trovato davvero la sua dimensione e il suo sogno ma una parte dei nostri compatrioti sono rimasti come sospesi tra due patrie, a volte tra due famiglie, temendo la sera l’agguato di una gang locale o più spesso – come nella canzone – facendo il verso alla nostalgia “raccontandosi senza credere, mille volte la stessa bugia”.

Chiusa la piccola parentesi sociologica (?) passiamo a raccontare questo paradiso.

Si perché oltre al Kilimangiaro, ai panorami incredibili del Masai Mara, dell’Amboseli e dello Tsavo, all’incontro indimenticabile coi suoi animali selvaggi, il Kenya verso il mare è stupendo e le palme, i colori bianchi e turchesi, la dolce vita che ti prende nelle sue località balneari è immediata e evidente.

l’incontro indimenticabile coi suoi animali selvaggi
i panorami incredibili del Masai Mara, dell’Amboseli e dello Tsavo

Mombasa

Le prime spiagge le incontri sul litorale di Mombasa, a Nyali, a Bamburi, le prime piste rosse poco al suo interno, direzione la grande natura africana dei Parchi nazionali.

Le prime spiagge le incontri sul litorale di Mombasa, a Nyali, a Bamburi
le prime piste rosse poco al suo interno, direzione la grande natura africana dei Parchi nazionali

Mombasa è tappa obbligata per l’arrivo nel suo aeroporto internazionale, quello più frequentato dai flussi turistici. Dopo Nairobi è la seconda città del paese, si trova su una grande isola, è collegata alla terraferma da un ponte, è circondata da fiumi e mare, vive della vita portuale e commerciale, creata anche dai numerosi immigrati di origine indiana o mediorientale.

In genere a meno che non si sia scelto un pacchetto charter che ti mette subito sul primo pulmino per raggiungere Watamu si ha il tempo di dare uno sguardo alla città, ai suoi mercati di Biashara Street, al forte portoghese, ai templi con gli idoli indiani, ai suoi abitanti vestiti in kanga o sarong, abiti leggeri e colorati di cotone. Essendo la maggior parte dei cittadini di religione islamica in giro si vedono pure parecchi veli. Meno, molto meno, mi sono piaciute le zanne di elefante di alluminio nel mezzo di Moi Avenue. Lasciamo gli elefanti, anche solo idealmente, nel loro habitat per favore…

Il pulmino per percorrere la strada costiera che ci porta a Watamu impiega un paio d’ore, il tempo giusto per sognare con calma la meta delle nostre vacanze.

Watamu

Il Resort italiano scelto è bello da mozzare il fiato, si trova proprio dentro il parco marino di Watamu

Il Resort italiano scelto è bello da mozzare il fiato, si trova proprio dentro il parco marino di Watamu e davanti alla sabbia bianca e corallina si aprono alla vista le Seven Islands che nei periodi di alta marea si possono raggiungere a nuoto per praticare lo snorkeling, mentre nei momenti di bassa marea si raggiungono in un attimo a piedi, e sono un luogo favoloso per i tramonti e per il birdwatching.

Il villaggio è tutto in stile kenyota, elegante, affascinante, con una cucina sia tipica che italiana che fusion. Una settimana passa velocissima o lentissima, a seconda dei rimpianti e di come si riescono a centellinare le sensazioni, i momenti di relax e anche quelli di pigrizia. C’è davvero tutto quello che si possa desiderare: un mare incredibile, i colori, la lussureggiante vegetazione tropicale, l’artigianato etnico più elaborato, i sapori ottimi della cucina. Volendo pure la Spa e un piccolo campo da golf, veniteci a prendere perché sennò non torniamo più!!

famiglia di leopardi

L’escursione da fare è il Blue Safari dentro il Parco Marino ovviamente: acqua tiepida, pesci colorati, fondali ricchi di vita, i lembi di sabbia bianca di quella che viene chiamata “Sardegna due”, il villaggio di pescatori di Mayungu con le capanne, le barche e le palme sulle rive, il pranzo con riso al cocco, il pesce grigliato, i crostacei e la frutta, la spiaggia delle tartarughe, l’isola dell’amore, mille tuffi, i delfini e le mangrovie, gli scorci e la giungla sul Mida Creek…

Come villaggio kenyota Watamu è ancora godibile, non grande e noto come Malindi, trovi bei locali e ristorantini, alcuni degli italiani di cui sopra. La sera si può anche ballare in riva al mare, entrando a contatto con la popolazione locale, tutto sommato in sicurezza.

L’escursione da fare è il Blue Safari dentro il Parco Marino
i delfini e le mangrovie, gli scorci e la giungla sul Mida Creek

Verso Malindi

E’ la citta costiera diventata simbolo degli “espatriati” italiani che qui come in una specie di colonia tropicale hanno ville, servitori, locali, affari. Dista solo una mezz’oretta da Watamu e ci vai volentieri per un po’ di shopping, soprattutto quello legato all’artigianato locale: legno intagliato, gioielli, spezie, batik, saponaria. Da vedere anche la vecchia moschea che si apre sulla piazza dove c’era il mercato degli schiavi. Se ci resti la sera ovviamente Malindi esibisce volentieri tutto il corollario classico di cocktails, casinò e beach party. Noi scegliamo l’escursione in giornata quella che dopo Malindi ci conduce sulla spiaggia dorata di Mambrui, selvaggia e bellissima, immersa nel verde. Forse è al largo di questo ennesimo paradiso che Ernest Hemingway amava praticare la pesca d’altura.

La sosta fotografica sul ponte del fiume Sabaki ci permette di fotografare una famiglia di giganteschi ippopotami che si crogiolano al sole e nel fango e in più un gruppo pittoresco di fenicotteri. I coccodrilli invece non li vediamo ma si sa che amano mimetizzarsi e fare gli agguati… Poi lagune e saline, un pranzetto coi piedi nell’acqua, e quindi la meta finale, il suggestivo canyon di roccia arenaria di Marafa e alcuni villaggi del vero Kenya.

Ma per il tramonto dopo una breve sosta alle rovine della città di mercanti di Gede, coi resti delle moschee e del palazzo del sultano quasi sommersi da imponenti baobab, preferiamo ritornare tra le mangrovie e le placide acque di Watamu in quello che forse è il punto mare più bello dell’Africa.

Offerte e prezzi

Non ci sono Commenti

    Lascia un commento

    Iscriviti al Grillo Viaggiante e Caesar Tour Clicca qui

    Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi