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Luoghi magici

Le preghiere sul Gange

Anima induista

Le preghiere sul Gange - foto presa da wikipedia

(foto presa da wikipedia)

Stato federale dell’Uttar Pradesh, distretto di Varanasi (l’altro nome con cui in genere si appella questo luogo unico al mondo), una delle mille realtà indiane, probabilmente la più mistica, la più complessa da capire, la più povera, la più colorata. Gli uomini vivono sulle sponde marroni del fiume simbolo dell’India da più di 3.500 anni e oggi ci vivono in circa 3,5 milioni, chiamandola come scopro su wikipedia con vari epiteti “la mai abbandonata”, “la foresta della beatitudine”, “il grande luogo delle cremazioni”, “la città della luce”. Di sicuro Benares è il più importante centro induista di questo paese-continente, di sicuro è una città dove più che i monumenti o l’economia o l’arte contano lo spirito, la filosofia, la preghiera e l’incredibile rapporto col fiume. Testimoniato dai tanti profeti solitari che passano la giornata a meditare sulle sponde del Gange, sotto il loro ombrellino di bambù.

Benares è il più importante centro induista - foto presa da wikipedia

(foto presa da wikipedia)

la filosofia, la preghiera e l’incredibile rapporto col fiume

Fuga dal samsara

Ma perché questo luogo ha sempre avuto un alone magico e sacro?

Perché secondo il credo induista ogni uomo deve immergersi almeno una volta nella vita, all’alba, praticando curate abluzioni nell’acqua melmosa, pregando i suoi dei, proprio sulla riva occidentale del Gange a Benares. Il rito in questione è l’unica maniera possibile di sfuggire a quello che noi occidentali abbiamo imparato a conoscere meglio con la lettura del “Siddharta” di Herman Hesse, ovvero al samsara, al ciclo perenne della trasformazione, della morte, della rinascita, del divenire. Come dire, ecco il luogo prescelto per trovare l’equilibrio interiore definitivo, la pace eterna.

ogni uomo deve immergersi almeno una volta nella vita, all’alba, praticando curate abluzione nell’acqua

Cenere

Tantissimi indiani quando sentono che stanno per morire arrivano sul Gange a Benares, o ce li portano i loro parenti, coi mezzi di trasporto più curiosi e precari, carretti trainati da vacche, taxi collettivi coi malati stesi sul tetto… E i turisti che risalgono il corso del fiume sulle lunghe e sottili barche di legno per immortalare queste scene di vita quotidiana e religiosa mai viste prima, quando scorgono dalle rive delle pire di fuoco non faticano a capire che si tratta delle ceneri dell’ultimo defunto, sparse per sempre nel grande fiume.

Tantissimi indiani quando sentono che stanno per morire arrivano sul Gange a Benares
Lo “spettacolo” di Benares è letteralmente incredibile, dal mattino alla sera, ma bisogna in qualche modo essere preparati

Lo “spettacolo” di Benares è letteralmente incredibile, dal mattino alla sera, ma bisogna in qualche modo essere preparati, perché è molto forte…

Ogni alba migliaia di induisti si accalcano coi loro panni colorati sui ghat, i gradoni che finiscono nel fiume, si lavano in quest’acqua fetida, piena di rifiuti, di liquami, di scolature di fogne, di sangue di animali, di resti di cibo, di sari colorati, di fiori e di morti scivolati via con la corrente.

Ogni sera il Gange diventa un altro tipo di palcoscenico, dove vita e morte si sfiorano, si accompagnano, si sovrappongono, si confondono, ogni sera infatti sfilano i venditori di cibo, i musicanti, i sacerdoti per le preghiere collettive, ogni sera brucia una pira sul Ghat Manikarnika e l’odore dell’aria si fa acre e il pensiero si fa solenne. A guardare le cataste di legno che prendono fuoco e permettono l’approdo ideale nel mondo celeste i familiari, i bambini mezzi nudi, i santoni, i fachiri, le bufale e – i più impressionati di tutti – i turisti.

ogni sera brucia una pira sul Ghat Manikarnika e l’odore dell’aria si fa acre

Non cercare spiegazioni

Difficile cercare una spiegazione nelle guide, difficile anche avere la lucidità per l’ennesimo clic fotografico, perché ti sembra di violentare un popolo. Sarebbe meglio rimanere a contemplare i brahmini che pregano tenendo in mano delle sculture di luce o fissare quanto lontano arrivano sul fiume le fiammelle accese a sostegno dei propri sogni.

Difficile cercare una spiegazione nelle guide, difficile anche avere la lucidità per l’ennesimo clic fotografico
L’errore più comune che si può fare in India è proprio quello di voler interpretare le cose
Meglio accettare il flusso, guardare e basta, in fondo la spiegazione di questo rito collettivo è piuttosto semplice

L’errore più comune che si può fare in India è proprio quello di voler interpretare le cose, di entrare in una corrente di pensiero lontanissima da noi, di voler intuire i segreti di una religione millenaria, di una saggezza che è legata a qualche milione di statue, di formule, di testi o di semplici elementi naturali. Meglio accettare il flusso, guardare e basta, in fondo la spiegazione di questo rito collettivo è piuttosto semplice: se dopo la sua morte i resti del defunto vengono sparsi nel Gange la sua anima raggiungerà il Paradiso. E 500 milioni di indiani credono in questa verità prima che a tutte le altre, credono al Gange di Benares che significa purificazione e salvezza. E – osiamo pure affermarlo – un posto sicuramente migliore nella giostra delle reincarnazioni.

un posto sicuramente migliore nella giostra delle reincarnazioni

Per il resto Benares o Varanasi che sia vive proprio alle spalle del suo fiume, ha tante moschee, cupole massicce, minareti slanciati in cielo, templi antichi una volta ricoperti di lastre d’oro e dedicati a Shiva, a Visnu, a Annpura, gradinate sacre che scendono fino a dentro il fiume e dove l’umanità più varia del mondo si mescola, si accalca, si rifugia in bagni e preghiere. La città sacra ospita palazzi appartenuti ai Raja, altri templi induisti dove si arrampicano scimmie dispettose, vacche sacre libere a spasso, viuzze misteriose, mille mercatini di strada e anche rovine di osservatori astronomici, a testimonianza di quanto gli indiani abbiamo sempre indagato a fondo i fenomeni del cosmo.

Benares o Varanasi che sia vive proprio alle spalle del suo fiume, ha tante moschee, cupole massicce, minareti slanciati in cielo

Nel saluto, nel ricordo, nel ritorno, nell’essere stato uno del milione di pellegrini annuali che arrivano fino a qui, pensi comunque di aver conosciuto il volto più vero dell’India, se vogliamo un altro tipo di incarnazione, quella della cultura, del folklore e della religione indiana.

Scrisse il romanziere inglese Mark Twain “Benares è più vecchia della storia, più vecchia della tradizione, più della leggenda e sembra due volte più antica di tutto questo messo insieme”. 

Benares è più vecchia della storia, più vecchia della tradizione, più della leggenda e sembra due volte più antica di tutto questo messo insieme

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