Questa volta facciamo un giretto breve… noi siamo romani e oggi vogliamo fare un piccolo viaggio nella cucina romana.

Roma è unica per tanti motivi, ma anche le sue tradizioni gastronomiche lo sono.
Basta ricordare che era considerata “caput mundi” perché al centro di un impero esteso a tre continenti e quindi luogo di concentrazione di prodotti e sapere gastronomico.
Anche come sede del papato ha continuato a ricoprire un ruolo simile come sede diplomatica del tutto particolare, sede di banchetti degni dei tempi di Lucullo, ma anche tra i primi luoghi di transito dei prodotti arrivati dal nuovo mondo.

C’è comunque un piatto che richiama le più antiche origini pastorali di questa città: l’abbacchio. E’ l’agnello da latte, il più tenero del gregge “vergine d’erba”.
L’abbacchio è un piatto tradizionalmente legato alla Pasqua ed era considerato povero prima di diventare un pilastro della tradizione romana.
Non resta che entrare in una trattoria trasteverina, di quelle con le tovaglie a quadri rossi e bianchi, per gustare un ottimo abbacchio assieme ad un’altra tipicità laziale il vino Cesanese del Piglio, un vino rosso rubino con un profumo che ricorda le visciole mature.

Corposo e morbido per tradizione si abbina all’agnello quando arriva alla “mezz’età”!
Buon appetito!
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