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La voce dei viaggiatori

Saint Tropez

Quando arrivi dopo il groviglio di curve che si snodano tra colli mostrando i vigneti assolati, gli alberi eucaliptus dai larghi tronchi, il profumo degli Iris, la lavanda e gli ulivi… non puoi crederci.

Perché la strada è tutta un’attesa fatta di meraviglie.

Un’immersione a trecentosessanta gradi nella natura che non ti aspetti. I colli provenzali, le casine colorate dalle persiane turchesi, i profumi della primavera o dell’estate. Non sono l’idea modaiola che si fa il turista medio immaginandosi il jet set.

Saint Tropez è una perla italiana in terra francese.
Un porticciolo coi colori di Portofino, il calore del Belpaese che ti accoglie facendoti sentire a casa. A spiccare, come in una cartolina, il campanile color ocra e giallo della chiesetta del borgo antico.

Santo Torpete, detto Tropezio, fu un martire cristiano alla corte di Nerone. Il suo corpo fu portato da una leggendaria barca fino alle coste francesi, analogamente a come avvenne per altri Santi legati al mare (tra cui San Devota). Questo paesino di pescatori molto somigliante alla nostra Camogli è improvvisamente entrato alla ribalta delle cronache mondane grazie al primo film, lì girato, di Brigitte Bardot.

Negli anni Sessanta era la meta della trasgressione per trascorrere notti interminabili al suon di musica, come celebrato dalla nota canzone di Peppino di Capri. Per questo è bello girare per le piccole stradine in salita del borgo, sentendosi un po’ in passerella. Boutique di moda delle più grandi firme internazionali si alternano a piccoli negozi di vestiti bohémienne, colorati abiti in seta dalle fantasie floreali.

Ovunque, atelier di pittori espongono le loro tele. Variano dallo stile ispirato dal caposcuola Cezanne, riproduzioni colorate e vive dei paesaggi provenzali, all’arte più sperimentale che a partire da Picasso (che ha vissuto nella vicina Antibes) guardano alla contemporaneità spagnola. Ovunque si mangia benissimo: dal bistrot sul porto Caffè de Paris, ai ristoranti all’interno del Borgo.

Un mélange di cucina italiana e francese. Consiglio la tapenade di olive (un paté da spalmare sui crostini come antipasto) innaffiata dal tipico kir royal (il nostro Bellini ma col succo di Cassis) e soprattutto la Ratatouille: imperdibile!

Ottimo anche il pesce. Attenzione alla pasta: la fanno scotta, alla francese! Chiedetela espressamente al dente! Il gelato invece ce l’hanno italiano.

Unico neo: anche i prezzi sono da vip!

Silvia A. viaggiatrice da Milano

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