Effetto neve
La neve è magica quando prende la forma delle cose sopra le quali si posa: la guglia di un campanile, gli spalti di un castello, il fusto in ghisa o la lanterna di vetro di un lampione, i tetti spioventi, le ringhiere sui ponti che attraversano il fiume, i rami degli alberi, i cavalli di marmo che ornano le fontane. Quando crea quell’atmosfera silenziosa e ovattata che sospende quasi il tempo, la frenesia delle città e svela il loro volto più poetico e più umano. Quando fa amare i buoni posti al chiuso, come una pasticceria golosa o una sala da concerto.

Un paesaggio magico
A Salisburgo la neve si posa per almeno quattro mesi l’anno e l’effetto-cartolina è assicurato. La cornice delle magnifiche Alpi sullo sfondo, le strade e le piazze bianche nel centro storico, i laghi ghiacciati e i fitti boschi dei dintorni dove pattinare o camminare felici come i ragazzini locali, le abbazie ancora più intime, più silenziose, i ricami imbiancati del barocco, le curve bianche del fiume.
Per non parlare di quello che accade alle siepi e alle piante di Villa Mirabell, i cui giardini all’italiana sembrano usciti da una favola. Della lenta salita al castello coi fiocchi di neve che cadono sulla pietra e quella sensazione lassù di dominare la città e inebriarsi della luce e delle forme bianche. Delle facciate bianche degli eleganti palazzi dietro al Duomo, interrotte dagli svettanti campanili verdi e rossi simili a quelli del nostro Alto Adige. Delle luci fioche che escono dalle finestre, che svelano scorci di case da sogno e di tutta la parte antica della città che ricoperta di neve sembra davvero un salotto borghese di cristallo bianco.

Un amore proibito
Salisburgo ha storia, classe, musica, raffinatezza. Echi del passato imperiale. E di una storia d’amore proibita, quella che alla fine del ‘500 unisce l’arcivescovo gaudente e mecenate Wolf Dietrich a una bella fanciulla di nome Salome Alt.
Due monumenti-simbolo della città sono legati ai due amanti: il castello sul Monchsberg con le grandiose sale, le stufe di maiolica, il giro delle mura e le viste a strapiombo sulla città vecchia, dove venne rinchiuso prigioniero l’uomo di chiesa a seguito di accuse di libertinaggio e di rivalità coi principi bavaresi per il commercio del sale e la Residenza della ragazza nel grande parco che in seguito al suo abbandono prenderà il nome di Mirabell.

Inoltre l’esteta Dietrich permise alla città di cambiare volto, chiamandovi un allievo del Palladio vicentino, Scamozzi, per abbellirla con le sue chiese, le sue cupole, i suoi palazzi più nobili, le piazze più scenografiche coi portici, le numerose fontane come se si fosse a Roma: il risultato fu davvero sorprendente, quello di creare una perla di arte italiana nel gelido mondo alpino. Da visitare a bordo di un’elegante carrozza con cocchiere trainata da cavalli bianchi, da vivere nei suoi spazi scenici o da celebrare nei concerti suonati nel Duomo.
Pause nel bianco
Una passeggiata tranquilla a Salisburgo va fatto appunto nel bianco incanto invernale, quando l’aria è frizzante e si formano nuvolette di fiato a ogni parola.

Quando i baci sono nascosti dalle sciarpe e i visi si prendono tra i guanti, quando la neve scricchiola sotto i piedi e le vetrine del centro sembrano ancora più eleganti. Quando le viuzze dietro il Mercato Vecchio appaiono come il miglior rifugio possibile per passare un paio d’ore dietro a qualche leccornia nazionale, una torta deliziosa per esempio, che sia guarnita dei favolosi frutti di bosco, che sia la Sacher al cioccolato e alla marmellata d’albicocca o il famoso Strudel di mele ricoperto con lo zucchero velato, la vaniglia e la panna, entrambe accompagnate da un lungo caffè bollente.

Oppure gustando una birra spumosa, una corposa zuppa di patate, la trota o la carpa provenienti dai laghi vicini, un piatto di fumanti salsicce o di salumi locali, un super bollito di manzo in compagnia delle sue salse di erba cipollina e di mela, l’oca arrosto, un gulasch di origine ungherese, la mitica Wienerschnitzel (cotoletta alla milanese triplicata più o meno)!

Il dono della musica
In inverno Salisburgo è ancora più magica perché si notano tutti i suoi aspetti più romantici e più tipici, come gli accoglienti Caffè, le decorazioni natalizie, la musica di Mozart che esce allegra o solenne da una chiesa o da un auditorium. Ci si perde volentieri seguendo questi suoni sulle scalinate che arrivano al castello, si segue il lungofiume ghiacciato, si ha voglia di respirare tutta la natura che è intorno e che la musica sembra sublimare, eternare.
Salisburgo imbiancata piace, seduce, protegge, coccola. La neve le dona armonia. E sembra di poterla visitare sulle note de Il Flauto Magico di Mozart.

Il culto di Amadeus
Mozart… già: quanto clamore, ancora attuale, attorno al suo nome, al suo genio di bambino prodigio, ai suoi capricci giovanili, ai suoi amori disinvolti, alla sua vita ribelle. Quanta gente che visita la sua casa natale con la facciata giallo ocra, che assaggia le famose pralines di marzapane ricoperte di cioccolato, le Mozartkugeln, o i liquori o gli altri dolcetti inventati in nome dell’inevitabile marketing di origine musicale. Quante file nelle chiese dove risuonano i suoi capolavori, quanti poster, busti, dischi, dipinti, musei, festival, parrucche, nomi di vie, piazze, caffè o salotti culturali ad alimentare l’economia e la vita artistica della bella città austriaca.

Che Mozart peraltro poco amava, gli andava stretta, la sentiva provinciale e bigotta! Al piccolo gioiello nascosto nelle Alpi dove nacque nel 1756 Amadeus preferì appena possibile l’eleganza di Vienna, l’atmosfera di Praga e delle città italiane Qui sentiva il suo genio soffocato, dalle beghe borghesi, dal potere clericale, ebbe bisogno di altro per esprimere il suo respiro divino, per scrivere le allegre Le nozze di Figaro e Così Fan Tutte, le possenti e tenebrose Don Giovanni e il Requiem, ebbe bisogno dei grandi palcoscenici e delle grandi corti europee, dei Maestri, delle folle, del culto intorno al suo nome.
Buongiorno Austria
Che sia in un albergo barocco del centro storico o in uno chalet di legno perso tra i boschi e la neve il risveglio a Salisburgo sarà dolcissimo: si indugia volentieri un’ora in più sotto il piumone, una colazione ricca e calda ci aspetta da qualche parte, dalla finestra il panorama è quello giusto, la coltre bianca protegge ogni cosa, prima o poi parte una musica di Mozart. La scelta del giorno sarà comunque felice. Anche quella dedicata a un interminabile campo da sci. Guten Morgen, Austria Felix.


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