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Il grillo Racconta

Alla scoperta della città più ricca e grande di tutto il sud america

San Paolo, in portoghese detta São Paulo, è la città più grande di tutto il Brasile, un’enorme area metropolitana con più di 12 milioni di persone, quasi 20 se contiamo tutti i territori limitrofi, che detiene oltre un terzo del PIL del Brasile.

San Paolo, in portoghese detta São Paulo, è la città più grande di tutto il Brasile

San Paolo è un po’ come Rio De Janeiro, una città dove regnano forti contrasti tra la popolazione. Questa è fortemente influenzata da moltissime culture straniere, prima tra tutte quella italiana. Si stima infatti che circa il 50% della popolazione della città abbia un antenato italiano, mentre quasi un terzo è direttamente di origine italiana.

Inoltre la criminalità qui è ben presente, soprattutto quella legata alle bande di ragazzini che incutono timore un po’ in tutta la città, con assalti a volte armati, sia a turisti, ma in particolare ai residenti.

Purtroppo le città più grandi del Brasile soffrono di queste problematiche da tempo, senza riuscire a risolverle e chi ci vive da molto, è ormai abituato a questo tipo di episodi.

Non scoraggiatevi però, si può tranquillamente visitare la città e i luoghi caratteristici della zona in tutta sicurezza.

Quando ci si reca in Brasile, prima di raggiungere le bellissime località di villeggiatura come le coste del Nord, le isole del Centro-Sud o l’incredibile ed iconica Amazzonia, è sicuramente fondamentale approfittarne e passare qualche giorno a visitare i numerosi luoghi e musei simbolo della città… state pur certi che ne varrà la pena!

A proposito di musei, sarebbe un peccato non partire dal MASP, ovvero il Museo dell’Arte di San Paolo, che si trova nella famosissima Avenida Paulista, con importantissime opere francesi, latino-americane e persino italiane come ad esempio le pitture di Raffaello, Monet, Renoir e Van Gogh solo per citarne alcune.

 MASP, ovvero il Museo dell’Arte di San Paolo

C’è inoltre il Museu de Arte Contemporanea, con opere di artisti del calibro di Picasso, Modigliani, Chagall ed il locale Portinári, situato in Avenida Pedro Álvares Cabral, oppure il Museo d’Arte Moderna che si trova nel favoloso Parque Ibirapuera e che ospita la famosa Biennale delle Arti Plastiche, con esponenti provenienti da tutto il mondo.
Un altro museo molto interessante è il Museu de Arqueologia e Etnologia, situato in Avenida Professor Almerida Prado, che può vantarsi di ospitare diverse specie di animali tipiche del Brasile, alcune di esse utilizzate per il loro veleno che permette la produzione di vari medicinali.
Ultimo ma non meno importante è il Museo Paolista, che troverete all’interno del Parque de Independência. Qui troverete svariate sculture e pitture che saranno in grado di raccontarvi l’epoca coloniale, il periodo legato alla schiavitù e lo sviluppo economico del Paese.

Museo del Calcio, dove una visita è d’obbligo se come me siete degli appassionati di questo sport

Se viaggiate in famiglia ed avete figli piccoli ci sono comunque numerosi musei “di svago” adatti in caso vi vogliate prendere qualche ora di relax ed allegria, andando comunque a scoprire un po’ quella che è la cultura della città e del Brasile. Il primo su tutti è il Museo del Calcio, dove una visita è d’obbligo se come me siete degli appassionati di questo sport! A vostra completa disposizione troverete anche il Museo della Televisione, che vi offrirà uno sguardo su usi e costumi brasiliani, il Museo Zoologico e persino l’Acquario.

Sempre parlando di sport, sapevate che a San Paolo si disputa ogni anno, dal 1973, un Gran Premio di Formula 1? Ebbene si. Si corre all’Autodromo José Carlos Pace, su una delle piste più apprezzate dai piloti. Vediamo insieme quello che c’è da sapere su questo circuito. Il tracciato brasiliano è situato ad 800 metri sopra il livello del mare ed ha la particolare caratteristica di essere un tracciato che si percorre in senso antiorario. È da medio/medio-alto carico aerodinamico per via delle numerose curve presenti soprattutto nel secondo settore che tuttavia va ad esaltare le caratteristiche motoristiche delle vetture. Da segnalare infatti la presenza di due lunghi rettilinei tra il primo ed il terzo settore dove serve generare tanta velocità per andare a minimizzare la perdita di tempo sul giro e per riuscire ad essere efficienti nei sorpassi in gara. Il primo settore è composto da tre rapidi cambi di direzione, chiamati nel loro insieme “la S di Senna”, che seguono una frenata piuttosto complicata alla curva 1. Questo tratto si conclude con un rettilineo dove bisogna avere tanta potenza per fare la differenza. Il secondo settore della pista brasiliana è senza dubbio quello più tecnico.

sapevate che a San Paolo si disputa ogni anno, dal 1973, un Gran Premio di Formula 1

Qui è importante avere tanto carico aerodinamico per essere il più precisi possibile in entrata di curva e dove il grip meccanico ed il corretto sfruttamento degli pneumatici possono fare guadagnare una quantità di tempo non indifferente. Arriviamo nel terzo settore dove oltre alla potenza servirà avere un’ottima trazione in uscita dall’ultima curva, la Junçao. Questo è un circuito che racconta la storia del Circus. Tanti dei più grandi campioni di Formula 1 hanno vinto qui. Primo su tutti ovviamente quello che continua ad essere l’idolo di tantissimi brasiliani e non solo. Parliamo ovviamente di Ayrton Senna, leggenda di questo fantastico sport, che ha fatto avvicinare tutta la popolazione brasiliana ad un mondo ancora un po’ ignoto fino a quel momento. Interlagos e Senna si collegano bene per un momento in particolare: la vittoria del ‘91. In un weekend difficile per la Ferrari, le condizioni della pista la domenica pomeriggio confermano che la scuderia di Maranello non è in grado di lottare per la vittoria e che è la Williams la vettura più vicina alla McLaren, guidata da Ayrton, nonostante un’affidabilità non ancora ottimale. Una fragilità che manifesta anche la vettura del campione brasiliano, che dal giro numero 28 inizia e litigare con il cambio: prima perde la quarta marcia, a seguire la terza e poi la quinta. A sette giri dal termine si ritrova a continuare utilizzando solo la sesta marcia. In queste condizioni sarebbe impossibile vincere per chiunque direte voi, ma non per Magic, che, anche grazie al ritiro di Mansell, il più vicino degli inseguitori, riesce a passare per primo sul traguardo e a portarsi a casa una gara caotica, difficile a livello fisico e mentale, con la pioggia che arrivava nel finale ed un pubblico che continuava ad acclamare sempre di più colui che stava per diventare una leggenda. Ayrton è una maschera di dolore e si lascia subito andare. Le urla in radio sono qualcosa di indescrivibile. Non riesce nemmeno a raggiungere i box: fermatosi a bordo pista per raccogliere la bandiera brasiliana, la McLaren MP/6 riparte solo con la spinta dei commissari. Qualche centinaio di metri più avanti però, Senna è nuovamente fermo. Sul posto accorre immediatamente la vettura dei medici che gli fornisce la prima assistenza, mentre un fortunato commissario che aveva ricevuto in mano il casco di Ayrton, lo alza in cielo di fronte ad un pubblico ormai impazzito. Uscito a fatica dall’abitacolo sale sulla macchina medica e raggiunge i box. Sostenuto da Ron Dennis, raggiunge il padovano Riccardo Patrese, Gerhard Berger e Bernie Ecclestone che lo aspettano sul podio, dove, barcollante, cerca di sventolare la bandiera brasiliana. Al momento della consegna della coppa fa fatica anche ad alzarla, quasi gli sfugge dalle mani e solo dopo numerosi e sofferti tentativi riesce a far esplodere ancora di più la torcida impazzita che lo acclama.

l’inglese Lewis Hamilton in testa con 107 punti

Questo racconto è solo uno dei tanti appartenenti a questo tracciato. Sapevate infatti che è qui che risale l’ultimo titolo piloti della Ferrari? Ebbene si, nel lontano 2007, la scuderia di Maranello riesce a portarsi a casa il mondiale con Kimi Raikkonen al termine di una stagione a dir poco sofferta. Quell’anno la lotta tra Ferrari e McLaren fu qualcosa di stupendo, storico ed emozionante.
Ma come è andato esattamente il Gran Premio del Brasile? Riviviamo insieme quei 71 giri che hanno portato Raikkonen e la Ferrari sul tetto del mondo.

All’arrivo a San Paolo la situazione vedeva l’inglese Lewis Hamilton in testa con 107 punti, il suo compagno di squadra, lo spagnolo Fernando Alonso, secondo con 103 e il finlandese Kimi Raikkonen terzo con 100: per lui recuperare 7 punti era un’impresa quasi impossibile, ma tutto poteva ancora succedere. Le cose si mettono subito bene per la Rossa: Felipe Massa, compagno di Kimi, scatta bene dalla pole e tiene la testa, mentre il finlandese, insieme ad Alonso scavalca Hamilton per guadagnarsi la seconda posizione. L’inglese nel tentativo di riguadagnare l’ultima posizione da podio commette un errore e finisce lungo in curva 3 e rientra ottavo.
La Ferrari prende il largo mentre Lewis piomba in diciottesima posizione a seguito di alcuni problemi al cambio. Le due F2007 si dimostrano più veloci dell’intera concorrenza per tutta la durata della gara e al giro 36 Hamilton, a seguito della sua seconda sosta, viene doppiato prima da Felipe e poi da Kimi. Al giro 44 uno dei pochi brividi per la Rossa e per i suoi tifosi: Massa perde un paio di secondi sull’olio lasciato in pista dalla Honda di Rubens Barrichello. Nulla di grave per fortuna e il brasiliano, idolo di casa, si ferma per il suo secondo pit-stop al giro 50. Kimi effettua la sua sosta 3 tornate più tardi e all’uscita della corsia box si ritrova in testa. Dietro le 2 Rosse c’è il vuoto cosmico. Alonso è staccato di 40 secondi mentre Lewis sta dando tutto pur di rimontare. Raikkonen affronta il suo ultimo giro in apnea totale e taglia il traguardo per primo laureandosi campione del mondo per la prima ed unica volta in carriera. Entra di diritto nel mito della Formula 1 per aver vinto guidando una Ferrari. La rimonta di Hamilton non va oltre il settimo posto e l’inglese, al suo primo anno in Formula 1, si vede sfuggire il mondiale per un singolo punto. Le parole di Kimi e Jean Todt, ai tempi team principale della Ferrari, sono le stesse: “Un sogno impossibile che si trasforma in realtà”.

Il thrilling però proseguì anche dopo la bandiera a scacchi: emerse infatti che sia sulle BMW, sia sulle Williams era stato immesso un carico di benzina ad una temperatura non conforme a quello che prevedeva il regolamento. Se le vetture fossero state squalificate, Hamilton sarebbe salito al quarto posto e avrebbe vinto il titolo.
In serata la FIA prese la sua decisione: nessun punto del regolamento era stato infranto, ragion per cui la classifica finale rimase la stessa. McLaren fece immediatamente ricorso ma ciò non impedì che la festa ferrarista si scatenasse. Tutto terminò il 15 di Novembre, quando la Corte d’Appello della FIA giudicò inammissibile il reclamo presentato dalla scuderia di Woking.
Il circuito di Interlagos detiene anche un ultimo aneddoto, forse quello più brutto per i tifosi della Ferrari. Parliamo ovviamente del 2008, l’anno in cui Felipe Massa è stato campione del mondo per 38 secondi. Ebbene sì, 38 secondi. Quel mondiale infatti è stato deciso all’ultima curva dell’ultimo giro, quando Lewis Hamilton passò il tedesco Timo Glock, all’epoca alla guida della Toyota, chiudendo in quinta posizione. Posizione che bastava per negare la gioia di tutti i Ferraristi e soprattutto quella dell’idolo di casa Felipe Massa, che, fino ad un attimo prima, stava per entrare nel mito laureandosi campione del mondo, con la Ferrari, davanti alla sua gente. Quello fu il primo di una lunga serie di mondiali vinti da Lewis.

A distanza di anni Glock raccontò tutta la verità in una lunghissima chiacchierata con il podcast ufficiale della Formula 1 “Beyond The Grid”.

Queste le sue parole:
“In pista io ho cercato di fare il meglio che potevo. Ricordo molto bene gli ultimi 3-4 giri perché stavano arrivando le nuvole e quindi la pioggia. La squadra mi disse che non avevamo niente da perdere e che a prescindere saremmo rimasti fuori. Al penultimo giro stava già iniziando a piovere sull’ultima curva e io ho detto via radio ‘ragazzi, devo rientrare’. Loro mi dissero che non potevo rientrare ai box perché la pit-lane era già piena di gente per la cerimonia del podio e la gente era fuori di testa perché Massa in quel momento era campione del mondo. Quindi mi dissero di stare fuori. In quel momento ero quarto, anche se non avevo informazioni e cercavo solo di sopravvivere. Non potevo tenere la macchina, non c’era grip. Il mio ingegnere di pista mi disse solo che Hamilton aveva vinto il titolo, ma non che l’avevo deciso io. Io sono tornato ai box, avevo Hamilton parcheggiato davanti e gli ho fatto le congratulazioni, davanti a non so quante migliaia di spettatori brasiliani. E poi sono arrivati tutti i giornalisti a chiedermi perché avevo aiutato Lewis, perché avevo deciso io il titolo. E io dentro di me pensavo ‘ma che cosa sta succedendo?’. Poi il mio fisioterapista mi ha portato via e mi ha chiuso in uno stanzino spiegandomi tutto. Massa? Non gli ho più parlato per 10 anni. Pensavo mi avrebbe ucciso.”

San Paolo è una città dal grande fascino, con aneddoti storici, culturali, e persino sportivi

Come avete letto San Paolo è una città dal grande fascino, con aneddoti storici, culturali, e persino sportivi, che scoprirete solo strada facendo. Se come me siete curiosi di venirne a conoscenza non vi resta solo che preparare le valigie e partire!

Destinazione Brasile!

Nicolas Degiorgio

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