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I grandi reportages / Tour de France

Tour de France – Da Montpellier al confine spagnolo

Montpellier, elegante e giovanile

Dopo un caffè in riva al mare nel grazioso porticciolo di Sète la metà del giorno è la regione intorno alla bella Montpellier, che da subito ci sembra un luogo piacevole per vivere. Per respirare le atmosfere di questo pezzo di terra chiamata Occitania e Linguadoca, in passato così famosa per la sua storia, per i signori feudali che raccoglievano nelle proprie corti i poeti trovatori, per le eresie ribelli dei catari, le chiese imponenti e le robuste fortezze.

Montpellier, elegante e giovanile

Montpellier insieme alla splendida città castello di Carcassone è il simbolo di questa cultura e di questo paesaggio, è una città gentile, con le sue piazze e i suoi Caffè, i palazzi color crema e i ristoranti prelibati, le sue lunghe spiagge neanche troppo lontane (il Mediterraneo è a soli 10 km) e adatte a vacanze assolutamente tranquille. Oggi è molto frequentata dagli studenti universitari e da una borghesia agiata che l’hanno portata per dimensioni a essere la settima città francese. Ospita convegni e Festival, la facoltà di medicina più antica del mondo occidentale, un giardino botanico di rara bellezza nato appunto come una grande raccolta di piante medicinali. Un grande Planetario, un Acquario emozionante. Le collezioni di pittura del Museo Fabre. Una cattedrale che per linee e stile ricorda il Palazzo dei Papi della vicina Avignone. Un antico acquedotto romano. Nel complesso è una realtà vibrante, moderna e giovanile, elegante e cosmopolita. Davvero una piacevole sorpresa.

con le sue piazze e i suoi Caffè, i palazzi color crema e i ristoranti prelibati

Sia il centro storico medievale che i grandi spazi pubblici come Place de la Comedie sono sempre pieni di ragazzi e di turisti, che si divertono, conversano, assaggiano qualcosa nei bistrot. Entrano ed escono dai locali, lo sguardo brillante. Gli stessi flussi di persone si notano nelle dolci campagne di Montpellier, dove c’è sempre un tour enologico da affrontare, anche in bicicletta se il vino si regge bene! E poi il mare, quel mare aperto, con lunghi tratti di sabbia vergine, vuota, poetica.
Un ricordo riemerge dal viaggio: sei di sera, la voglia di stappare una bottiglia di buon rosso in riva al mare, delle ragazze prese in autostop che ci consigliano di arrivare a la Plage de l’Espiguette, dove la luce inonda tutto, il litorale è a perdita d’occhio, la sensazione di libertà assoluta, la sabbia morbida come la seta, le dune un mondo delicato. Brindisi, sguardi, emozioni al tramonto. Bellissima. Lei e loro.

E poi il mare, quel mare aperto, con lunghi tratti di sabbia vergine, vuota, poetica

Narbonne, tra canali e chiese

Narbonne la visitiamo solo di passaggio, il tempo di accorgerci che è in grado di raccontare coi suoi monumenti l’importante passato di centro religioso, spirituale e culturale. Fu anche la prima colonia romana fuori dall’Italia, diventando la capitale della Gallia Transalpina Romana. Abbiamo passeggiato volentieri per le vie di Narbonne in una splendida mattinata di sole, visitando la Cattedrale, il Ponte dei Mercanti (un mini Ponte Vecchio), i canali e il Palazzo Arcivescovile da fuori. Cartolina della Linguadoca, merita senz’altro una sosta.

visitando la Cattedrale, il Ponte dei Mercanti (un mini Ponte Vecchio), i canali

La magica fortezza di Carcassone

E ora guardate questa foto e ditemi che è poco bella. Se arrivate a Carcassone al tramonto e vedete per la prima volta la fortezza illuminata dalla luna qualcosa vi si muoverà dentro.

Se arrivate a Carcassone al tramonto e vedete per la prima volta la fortezza illuminata dalla luna qualcosa vi si muoverà dentro

Sarà che le torri, le porte, le mura e gli spalti merlati fanno pensare alla più bella delle favole e ai più riusciti film d’avventura (la Citè di Carcassone fu la location del “Robin Hood” con Kevin Costner per esempio!), sarà che contiene ancora in qualche angolo, in qualche piazzetta, in qualche sala, in qualche croce, il fuoco passionale dell’eresia catara, sarà che la notte è complice e fa immaginare a seconda dello stato d’animo un guerriero a cavallo, un eremita pensoso, una principessa a corte o un Amleto francese che interroga l’oscurità ma la città-fortezza di questo lembo di Francia è davvero meravigliosa e suggestiva.

Il tempo fra le mura di Carcassone, tutte restaurate nel secolo scorso, sembra essersi fermato al Medioevo. Feritoie e ponti levatoi, il selciato scuro, la pietra massiccia, le torri eleganti, le smorfie delle sculture della facciata esterna della chiesa di Saint Nazarie: tutto fa ritornare a un migliaio di anni fa.
Di giorno poi il volto cambia perché arrivano le masse di turisti, a scattare foto, a comprare elmi e armi nelle botteghe artigiane, a girare divertiti in una Francia insolita che ritorna dal passato.

Il tempo fra le mura di Carcassone, tutte restaurate nel secolo scorso, sembra essersi fermato al Medioevo
si può assistere anche a rievocazioni folkloristiche e storiche, coi cavalli, i soldati in costume

Nella Citè se si ha fortuna si può assistere anche a rievocazioni folkloristiche e storiche, coi cavalli, i soldati in costume, le lanterne per strada, le osterie di una volta.
L’Occitania nei dintorni di Carcassone è un susseguirsi di campi e colline, con abitazioni che spesso assomigliano a chalet svizzeri, piccoli borghi dove la vita scorre tranquilla, quasi sempre sorvegliati dai ruderi che una volta erano i rifugi dei rivoltosi, dei catari.
Penso ai quattro piccoli castelli di Lastours, raggiungibili in mezz’ora con una mulattiera dalla città-fortezza, e, più a sud, alle rovine di Montsegur, Puilarens e Queribus dove gli eretici si asserragliavano per difendersi dai crociati mandati dal Papa Innocenzo III.
Poggi aspri, torrioni malridotti, pietre abbandonate e suggestive, ormai invase dalle piante e dagli arbusti, ma capaci di evocare ancora una sfida potente in nome della povertà e carità cristiana che non riconosceva nessun sacramento e nessuna pomposità e coinvolgimento politico della chiesa ufficiale. Era, quello tra il 1200 e il 1300, un tempo intenso, turbolento.

La vista da Perpignan

Infine Perpignan, prima della Spagna, di un’altra promessa di sole e di sud.

Infine Perpignan, prima della Spagna, di un’altra promessa di sole e di sud.

Qui lo sguardo va sicuramente ai Pirenei, alle vette poco lontane. Alla cattedrale e all’antico castello, ai canali romantici, ai palazzi e alle vie tranquille ed eleganti del centro storico, frequentato con vitalità dagli studenti universitari. Anche al mare e ai vigneti, lo stesso vicini. L’anima della città è già catalana, per gli orari, gli eventi, il calore latino che emana.

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