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I grandi reportages / Tour de France

Tour de France – Il mondo d’acqua della Camargue

L’incontro coi cavalli, coi fenicotteri e coi tori

Sono circa settemila a galoppare liberi e fieri tra le paludi della Camargue

Sono circa settemila a galoppare liberi e fieri tra le paludi della Camargue, quindi prima o poi, appena fuori gli splendidi borghi, li incontri. E pensi a quella specie di sortilegio che li vede nascere di colore scuro per diventare bianchi, bianchi con le chiazze disordinate di fango e di palude che risaltano di più, bianchi come forze primitive e pure, soltanto dai quattro anni d’età.
I cavalli di queste parti sono animali piccoli ma resistenti, vivono allo stato brado e quando avanzano in gruppo negli acquitrini ti danno l’impressione di un ritorno immediato al cuore della natura. Esistono sentieri, guide, esperienze per passare splendide giornate a cavallo in Camargue, davvero molte le similitudini con la Maremma toscana.

I cavalli di queste parti sono animali piccoli ma resistenti

Tra i canneti e le rive dei canali si scorgono spesso gli aironi cinerini, delicati ed eleganti, che si cibano di pesci, girini e serpentelli. Mentre più visibili sono i trentamila fenicotteri rosa il cui colore del piumaggio dipende dalla dieta preferita basata su un piccolo crostaceo che vive nelle acque salmastre.
Quando li vedi dopo una curva, in fila su uno stagno, magari quello fangoso di Fangassier che cercano ogni anno per riprodursi, ti regalano la scena degna di un documentario del National Geographic.
Sono pochi di meno, circa ventimila, ma altrettanto carismatici e figure tra le più familiari del paesaggio, i neri tori della Camargue. Di razza antica come quella dei cavalli hanno le corna rivolte verso l’alto e il loro destino rivolto alla tavola, alle corride o alle tipiche corse camarghesi.

Tra i canneti e le rive dei canali si scorgono spesso gli aironi cinerini
più visibili sono i trentamila fenicotteri rosa

Molto belle da vedere queste ultime: nelle oltre cento piccole e sabbiose arene sparse tra Provenza e Camargue i raseteurs, degli agili atleti vestiti di bianco (come i Sanfermines di Pamplona, eccole le parentele del sud latino), corrono vicino al toro per strappargli con destrezza e per mezzo di un rastrellino le cordicelle di lino e i pon pon appesi tra le corna e il capo.
Tutto dura al massimo 15 minuti tra mosse abili, salti di staccionata, corse nella polvere del grande animale, note della Carmen di Bizet e premio ai ragazzi che recuperano più coccarde pagato dai commercianti locali. A margine delle corse spesso si organizzano gli abrivados (la conduzione in paese dei tori con le corna incappucciate da parte di cavalieri in groppa ai cavalli bianchi) e gli encierros, come appunto nella città spagnola tanto cara a Ernest Hemingway. Dalle manades, le vaste tenute della Camargue dislocate tra le paludi e il mare, ecco che i tori arrivano nei villaggi, per i giorni di corsa e di festa. I butteri francesi sfilano, fieri, i bambini guardano e imparano, le donne applaudono. Gli animali più forti e più bravi potranno morire di vecchiaia, gareggiando.

ecco che i tori arrivano nei villaggi, per i giorni di corsa e di festa

Tra le altre specie dello Zoo Camargue spiccano le nutrie, i ramarri, le libellule e famelici eserciti di zanzare.

L’incanto di Aigues Mortes

La sua Place St Louis è molto vivace e pullula di ristorantini, di Caffè e di negozi che vendono colorati tessuti gitani, il sapone marsigliese e il sale delle vicine saline. La sua cinta muraria medievale di 1600 metri con 15 torri e 10 porte è impressionante e pressochè intatta, un caso unico in Europa. Dal mare profumo di salsedine e se ci capiti in autunno le notti nere di pioggia e di nebbia e di vento che sbattono sui severi bastioni fanno pensare a un Amleto spostato con le sue inquietudini sui lidi della Francia mediterranea.
Il fascino di Aigues Mortes è tutto in questa sua dimensione, in questa sua semplicità, della città vecchia e delle sue acque morte, di stagni, di paludi, di saline. Abbracci tutto il panorama dai camminamenti murari, incontri nei vicoli gli artisti, molti abitanti dai lineamenti gitani, i bambini che giocano in un luogo quasi fermo nel tempo, tutto basato sull’economia del sale, della pesca, del vino e del turismo.
Da qui Luigi Il Santo partì per le crociate, la sua eco resta nella piazza centrale a lui dedicata e nelle mura fatte costruire a protezione del villaggio.

Da qui Luigi Il Santo partì per le crociate, la sua eco resta nella piazza centrale a lui dedicata e nelle mura fatte costruire a protezione del villaggio
un luogo quasi fermo nel tempo, tutto basato sull’economia del sale

In Houseboat

Un altro modo meraviglioso di scoprire la Camargue è quello a bordo dei lenti barconi che solcano stagni, canali, paludi e affluenti del Rodano. Si parte in genere dalla cittadina di St. Gilles, famosa per la sua abbazia benedettina del XII secolo, si naviga placidamente per tre, massimo quattro ore al giorno e ci si ferma per visitare i borghi storici, le riserve naturali, le spiagge mediterranee. E anche per delle soste di cucina e vini gourmet. Gli scorci sono da quadro impressionista, l’atmosfera di silenzio e di pace, gli unici rumori lo sciabordio dell’acqua, il fruscio dell’erba, i versi degli uccelli, le campane dei villaggi, il muggire di mucche e tori nelle campagne che si avvicinano alle rive per bere. Sul canale approdi a piacere, in genere in vista di passerelle in legno che percorse per pochi metri permettono l’osservazione dell’aviofauna.
Prima tappa i marais, gli stagni della Scamandre, coi fenicotteri in equilibrio sull’acqua ferma e i tramonti da favola. Poi resti di torri e abbazie ad annunciare il borgo di pescatori di Aigues Mortes. Da qui le varianti in bici o a piedi per raggiungere le spiagge selvagge della zona di Le Grau du Roi (vedi il faro e l’Espiguette coi sui quasi 20 km di dune) e il mare oltre le paludi.

Un altro modo meraviglioso di scoprire la Camargue è quello a bordo dei lenti barconi che solcano stagni

L’itinerario può proseguire verso ovest, attraverso Cabanes du Roc, un pittoresco insieme di casette di pescatori. Più avanti la cattedrale romanica di Maguelone e poi il ritorno alla sera del terzo giorno nel porticciolo di Aigues Mortes.

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