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Diario di Spagna / I grandi reportages

Tra San Sebastian e Bilbao

Le metropoli basche sono entrambe caratterizzate da un grande slancio innovativo, che ha toccato nei tempi moderni vari ambiti: la cucina e l’industria, il turismo e la dimensione culturale.

La conchiglia di San Sebastian

Il suo palcoscenico più famoso è la Playa de la Concha, della Conchiglia, così chiamata per la sua lunga e morbida forma a mezzaluna

A Donostia sono stato una volta sola, ma mi è bastato per farmi innamorare e spalancare gli occhi. Quanta bellezza, quanta natura, quante bontà culinarie, quanta luce!

Il suo palcoscenico più famoso è la Playa de la Concha, della Conchiglia, così chiamata per la sua lunga e morbida forma a mezzaluna, una cartolina incantata che diventa lo scenografico Paseo Maritimo, il corso principale aperto proprio sul mare, quello coi palazzi e gli alberghi più eleganti, in stile liberty e con le ringhiere bianche in stile art nouveau, il luogo più adatto e più cercato per camminare e nuotare, giocare e parlare, baciare e guardare.

La spiaggia di San Sebastian abbraccia letteralmente la sua città, la fa vivere lì, la fa esprimere lì, la fa incontrare lì, nei passi di chi fa jogging, di chi cerca il sole e l’aria, dei bagnanti e dei surfisti, di chi va al mercato della Bretxa o a quello variopinto di San Martin o a scuola guardando il mare fino al suono della campanella o a cercare il ristorante dei sogni, uno dei numerosi segnalati dalle guide Michelin.

La spiaggia di San Sebastian abbraccia letteralmente la sua città, la fa vivere lì, la fa esprimere lì, la fa incontrare lì

Appena finisce la passeggiata sulla sabbia fine e dorata comincia quella nel centro storico di San Sebastian, probabilmente l’area di mondo con più alta presenza di bar de tapas in poche centinaia di metri. E così mentre le centinaia di sedie e sdraio bianche vengono accapannate dando vita a quella che in una mia foto ho chiamato “il riposo della spiaggia” ecco che un’altra vita comincia, quella della movida, degli spuntini golosi nelle tascas del centro, intorno alla chiesa di Santa Marìa e alla cattedrale del Buon Pastor. Si alzano col braccio calici di vino e così il volume delle chiacchiere, dell’allegria. Si vive fuori, si gode la vita, si canta e si balla, nelle feste al ritmo dei tamburi.

Gli indimenticabili pintxos

All’epoca del mio viaggio nel Paese Basco non c’era il budget per un ristorante stellato ma ricordo benissimo che gli spuntini locali, i pintxos, specie in Calle Fèrmin Calbetòn, erano già da svenimento: impilati sui piatti, con ogni leccornia possibile infilzata con lunghi stuzzicadenti a rendere più goloso l’assaggio, ecco il rito dell’interminabile chiquiteo, l’aperitivo locale, coi frutti di mare e i gamberi preparati in cento modi, i peperoni ripieni, ogni tipo di formaggio o salume, le acciughe più saporite di Spagna, i carciofi, il baccalà, il merluzzo accompagnato da piselli e asparagi, i funghi, i frutti rossi… tutto il meglio della campagna, del bosco e dell’Oceano a soddisfare i sensi e il palato, davvero!

Sono d’altronde ben 112 le associazioni gastronomiche, rigorosamente di soli uomini, di San Sebastian e a volte tra i vicoli, i mercati e la Concha si vedono passeggiare i cuochi con il lungo cappello bianco.

Movida basca

Dopo cena ecco il primo bar del giro notturno per gustare un sidro e un pastel basco, ecco la musica in riva al mare nell’auditorio avveniristico del Kursaal, o una visita all’Acquario in estate aperto anche di sera col suo tunnel trasparente a 360 gradi dove gli squali ti nuotano sopra la testa. Oppure ecco le mille facce della Movida Basca, la mostra di pittura alternativa, la puntata giornaliera del festival di cinema, di teatro o di jazz, o la partita di pelota o la gara dei taglialegna o la sagra della pesca o, inevitabilmente, l’ultima passeggiata sull’arenile della Concha, adesso illuminata e resa magica dalla luna piena. Un cartellone pieno di eventi, energia e poesia.

l’ultima passeggiata sull’arenile della Concha, adesso illuminata e resa magica dalla luna piena

Fieri e orgogliosi questi baschi del mare, da quando cacciarono i francesi nel corso del 1800 e svilupparono la loro città con le forme armoniche che ammiriamo oggi, e capaci nello stesso tempo di custodire gelosamente le loro bellezze naturali, artistiche, culturali e culinarie.

I panorami più belli

ll saluto a Donostia, il nome basco della città, è a scelta ma regala comunque una prospettiva panoramica: dall’isolotto di Santa Clara che si trova proprio in mezzo alla baia, dalle sculture di acciaio di Chillida chiamate “Pettini del vento” che sembrano incanalare la brezza marina sul roccioso versante finale della Concha, dalla cima del Monte Urgull con le rovine di una fortezza, o da quella del Monte Igueldo, dove si arriva con una funivia che passa sopra gli alberi. In tutti e quattro i casi lo sguardo abbraccia il grande orizzonte del mare e tutta la baia azzurra incorniciata dalla grande conchiglia.

In tutti e quattro i casi lo sguardo abbraccia il grande orizzonte del mare e tutta la baia azzurra incorniciata dalla grande conchiglia

Bilbao grigia sul fiume

Il capoluogo dei Paesi Baschi più che una città di mare è una città di fiume, perché sorge sull’estuario del fiume Nerviòn, ma i suoi sobborghi arrivano fino all’Oceano atlantico che la caratterizza col suo clima fresco e umido, la sferza coi suoi venti e le sue piogge e nei mesi autunnali e invernali miste al fumo delle ciminiere la colora di grigio con le sue nuvole. Città grigia Bilbao, quasi fossimo in un luogo dell’Europa del Nord, in una Liverpool, in una Amburgo, il contrario della grande luce di San Sebastian. Una città a tratti severa, sicuramente operaia, portuale, industriale, eppure con una sua vita vibrante, con un suo fascino, una sua energia.

Arte e titanio

Dal 1997, anno di fondazione del mitico Museo d’arte Guggenheim, anche una città futurista, proiettata nel futuro dal suo monumento-simbolo, costruito da grandi foglie di titanio. Ponti di acciaio, opere in ferro e vetro, la pesante industria siderurgica che in città ha significato lavoro, crisi, scioperi e cieli grigi, fino all’avvento del Museo avveniristico disegnato dall’americano Frank O. Gehry. Là il destino di Bilbao è cambiato, la metropoli basca ha conosciuto il turismo, un milione di visitatori l’anno attratti dalle grandi mostre, dalle grandi collezioni, dalle passeggiate nel Casco Antiguo e sul lungofiume a caccia di vini e di tapas.

Museo avveniristico disegnato dall’americano Frank O. Gehry

L’enorme scultura da 19 spazi espositivi, costata 110 milioni di Euro e con le fondamenta costruite 6 metri sotto il livello del fiume, ha donato a Bilbao gli onori della ribalta mediatica e forse anche una inaspettata e nuova vitalità. Il fine del Museo è stato sempre quello di celebrare l’arte del XX secolo, la Pop Art, la Land Art, dai baschi Chillida e Tapiès, al californiano Sierra, autore delle Snakes, delle gigantesche spirali di acciaio che seguono anche loro le curve moderne dell’edificio.

E il Guggenheim come era destino ha creato le basi per lo sviluppo di una importante architettura futurista, con protagonisti i ponti, i centri congressi, le stazioni metropolitane, i docks portuali rinati a spazi artistici, con il genio e l’opera di archistar come Calatrava, Foster, Soriano, Pelli. Tanto acciaio, tanto ferro, per una città fredda e minimalista, calda solo all’interno dei suoi locali, in mezzo ai suoi mille bar ed eventi.

Il fine del Museo è stato sempre quello di celebrare l’arte del XX secolo

Dintorni di Bilbao

Dopo un week end in nome dell’arte moderna e della prelibata gastronomia meritano senz’altro una visita il sobborgo di Getxo con le sue villette di fine ‘800 costruite dalla classe borghese che si arricchì con l’industria del ferro, i villaggi come Balsameda quasi nascosti nelle verdi valli e sui monti circostanti, le fredde e selvagge spiagge dell’Oceano come quelle di Bakio e Zumaia, il pellegrinaggio dolente nella vicina Guernica. E ogni terza settimana di agosto la città dove vive un basco su due si anima coi 9 giorni di Fiesta: tanto per non dimenticare che siamo pur sempre in una terra latina e vivace. Il viaggio a Bilbao finisce dunque tra le Siete Calles piene di bar e botteghe artigiane, tra le chiese e i palazzi più storici della città. I fuochi d’artificio avvolgono la sagoma del Guggenheim e tutta Bilbao in queste notti estive si specchia orgogliosa nel suo fiume.

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