In America

Babbo Natale dopo tanti giri in slitta e discese dal camino ha bisogno di una buona colazione e di un carico di energia per guidare instancabile la sua muta di renne e accontentare tutti i bambini, per cui negli Usa è tradizione fargli trovare sotto l’albero tazze di latte caldo e biscotti fatti in casa!
A Washington, sul terreno davanti alla Casa Bianca, per celebrare la tradizione ebraica della Chanukkah, si erige una colossale Menorah di 9 metri d’altezza che vede pian piano accendere tutte le sue candele…
A Toronto vanno in scena feste piene di luci: su Nathan Philips Square a Natale si illuminano piazza e albero con 300.000 led e si può pattinare sul ghiaccio ammirando fino a Capodanno i fuochi d’artificio.
In Cile si sbrigano a mangiare: il pranzo di Natale comincia dall’alba del 25 dicembre e tra carni e pesci succulenti dura tutta la giornata, anche perché il Cile tra asado e zuppe è un paese dove la preparazione ottimale del cibo dura per ore e ore.
In Venezuela si va alla Messa di Natale coi pattini a rotelle per evitare il traffico di macchine! Stuoli di pattinatori, famiglie, vecchi, bambini, si avvicinano alle chiese di Caracas, col sottofondo delle gaitas, le musiche natalizie e i banchetti di tamales per rifocillarsi.
Dall’Immacolata in poi in tutti i cortili, piazze e balconi della Colombia si accendono lumini e candeline e la cittadina più pittoresca in questo senso è quella di Quimbaya.

Nella folkloristica regione messicana di Oaxaca la notte del 23 dicembre nello Zòcalo si organizzano gare di sculture coi ravanelli giganti e pare che i premi in denaro per la migliore creazione siano di una certa importanza! Proprio così, Gesù, Maria o i pastorelli prendono forma dai simpatici tuberi e gli artisti vincitori si guadagnano la gloria sulle prime pagine dei giornali locali. Non è dato sapere se i ravanelli usati finiscano invece in qualche super insalata.
In Guatemala il 7 dicembre si buttano nel fuoco oggetti e giornali vecchi che rappresentano cose od eventi negativi: è la Quema del Diablo ed ha valenza magica e religiosa.
In Europa
Durante la cena di Natale al momento del dolce in Inghilterra c’è sempre un fortunato a tavola: quello che scopre nella sua fetta di Christmas Pudding una moneta di cioccolato, che sicuramente gli porterà felicità e successi!
In Galles nelle fredde e piovose sere natalizie girano per i paesi dei cantastorie che appendono un teschio di cavallo a un bastone e cercano di ottenere in omaggio vari brindisi. Pare che si tratti un rito pagano legato alla fertilità e alla nascita del sole.

In Ucraina la fortuna toccherà al primo che scoprirà tra i rami dell’albero di Natale una decorazione a forma di ragnatela là nascosta: questa storia proviene da una leggenda che racconta di una povera vedova che non aveva nulla per decorare il suo albero e dei ragni gentili la accontentarono con la loro opera d’arte, costruita con le lacrime dei suoi tristi bambini.
In Russia l’attore principale invece non è un ragno ma Nonno Gelo che arriva in costume con La Fanciulla della Neve il 7 gennaio. Le tavole russe della Festa sono ricoperte di paglia e grano e ai quattro angoli si posiziona uno spicchio d’aglio contro le malattie.
Il Natale si passa tutti in sauna in Estonia: piace evidentemente ritrovarsi coi parenti sorridenti, nudi, caldi e sudati. Freddo fuori e caldo dentro è un concetto che si sposa bene con tutti i paesi del Nord.
La paglia torna protagonista sulle tavole della Polonia: per la tradizione ricorda l’umile ambiente di Gesù nella Mangiatoia di Betlemme.
In Portogallo il pensiero va anche ai defunti ai quali la notte di Natale si lasciano sulla tavola le buone pietanze cucinate.
In Spagna, specialmente in Catalogna e in Portogallo per la gioia dei più piccoli si prende a bastonate il Caga Tìo, un tronco cavo decorato in modo allegro, riempito di dolcetti, cioccolata e noci e avvolto in una coperta fin dall’Immacolata per non fargli prendere freddo.
Mentre in Germania e in Olanda ancor prima del Natale, precisamente la notte del 5 dicembre, i bambini lasciano le scarpe fuori la porta per farle riempire da San Nicola con le caramelle. Al suo cavallo bianco si lascia invece in dono una bella carota!
E in Francia come se la cavano coi dolci? Esagerano come sempre, perché non si alzano da tavola alla Vigilia se non ne hanno assaggiati almeno 13!!

Nella data di San Nicola in Austria e in Baviera si aggira un po’ inquietante il Krampus, un omaccione mascherato da diavolo che con lunghe corna e ricoperto di pelli spaventa i “bambini cattivi” suonando un campanaccio e scuotendo le sue pesanti catene. Alcuni epigoni del mostro hanno sconfinato nel Sud Tirolo e in paesini del Friuli.

In una cittadina svizzera, Samnau, va in scena la sfida dei Babbi Natale, tra gare di arrampicata sui tetti con tanto di pesante sacco regali al seguito, fino alle corse con le slitte o con le racchette da neve. Addirittura si dà un premio a chi decora meglio il pan di zenzero.
Dalla Repubblica Ceca proviene un’altra strana usanza: si getta una scarpa fuori la porta e se la sua punta cadrà rivolta verso la porta stessa il suo lanciatore si sposerà entro l’anno seguente! In Slovacchia il capo famiglia lancia addosso agli altri commensali un cucchiaio di un fortissimo liquore. Chi rimane più bagnato da questa loksa si dice che avrà più fortuna.
In Islanda trova spazio un aspetto dissacrante, coi folletti dispettosi che ai bambini meno buoni fanno trovare un sacco di patate vecchie! Gli adulti invece si regalano soprattutto vestiti nuovi, in memoria di una tradizione che significava il riconoscimento per i buoni lavori effettuati nei pochi campi coltivabili o nelle industrie tessili. Era importante nella fredda isola nei tempi passati crearsi in tempo per Natale un abito nuovo, sennò arrivava un gattone nero che si mangiava lo sfaticato tessitore!!

I folletti animano la fantasia popolare di altri freddi paesi del Nord e in Norvegia e Danimarca i bambini per tenerseli buoni gli fanno trovare una tazza di porridge… Sempre in Norvegia le famiglie nascondono scope e spazzoloni per “paura” che le streghe dispettose le prendano per alzarsi in volo!
Nel villaggio di Gavle in Svezia si costruisce una capra gigante e illuminata, in ricordo dell’animale sacro che trainava il carro di Thor.
In Finlandia esiste tutta una tradizione legata a Babbo Natale: il suo villaggio, le sue renne, i suoi elfi, le sue letterine. Basta recarsi nella gelida Lapponia, in quel di Rovaniemi, oltre il Circolo Polare Artico e vivere insieme alla magia delle aurore boreali questo sogno da bambini o da Peter Pan mai cresciuti (vedi articolo de “Il Grillo viaggiante” – Topic Album: “Natale a Rovaniemi”).
Nell’estremo nord della Groenlandia infine i bambini si ricoprono di mattak, la pelle di balena cruda, che dopo il travestimento si userà anche come cibo. E nei banchetti le donne inuit sono servite e riverite come regine del ghiaccio e del focolare domestico dai loro mariti.

In Asia
Colpisce un’usanza proveniente dal Giappone: come cena di Natale altro che sushi o zuppe di alghe e molluschi o altre prelibatezze orientali, si ama piuttosto divorare chili di pollo fritto. E basta! Il paradosso è che in una terra così fiera delle proprie tradizioni gli ordini per il Kentucky Fried Chicken finiscano un paio di mesi prima!! Come è accaduto tutto questo? Con una miracolosa campagna di marketing della KFC negli anni ’70, volta a associare il consumo del pollo fritto a una festa che nel paese del Sol Levante non era poi così sentita… Il Giappone segue un filone estetico tutto suo sul fronte del colore: a Natale infatti il rosso è bandito da decorazioni, tovaglie e candele perché il colore della morte.
Dalle Filippine invece risplende – è proprio il caso di dirlo – la tradizione del Festival delle Lanterne Giganti: il sabato precedente la Vigilia di Natale undici villaggi della zona di San Fernando lanciano in cielo le lanterne che misurano fino a 6 metri di larghezza e illuminano quasi a giorno la notte più sentita dell’anno. E si crea la magia.

In Africa
Spiacenti ma oltre alle larve fritte mangiate in Sudafrica non ricordiamo né abbiamo trovato altre notizie di riti particolari.
In Oceania
Beati loro in Australia… hanno un clima favoloso quindi niente neve, cappotti e camini ma belle riunioni in spiaggia e tra sole e surf spuntano grandi grigliate al barbecue direttamente in riva al mare.
E i presepi?
Anche qui una grande e varia tradizione, con l’Italia in prima fila grazie al presepe sulle barche di Cesenatico, a quello costruito con la sabbia a Jesolo e a quello tutto luminoso di Manarola, nelle Cinque Terre liguri. Poi ne esiste uno tutto di ghiaccio creato in un palazzo di Graz in Austria, uno subacqueo nella vasca degli squali nell’acquario di Madrid, quello di cera ovviamente nel Museo di Londra. Insomma Natale regala tante emozioni e tante nuove conoscenze: come al solito basta viaggiare!

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