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Mare, mare, mare

Varadero, divertimento a volontà

Ricordi della playa

Ho passato una stagione invernale sulla lunga spiaggia dorata di Varadero. Erano quei mesi bellissimi che i turisti del villaggio italiano dove svolgevo funzioni di assistente sceglievano apposta per regalarsi una pausa dal lavoro, dallo stress, dal clima freddo e piovoso e dal traffico delle loro città di provenienza. Appena arrivavano cambiavano subito umore, ecco i pareu e i bikini colorati, i cappellini di paglia, le creme solari, la voglia dipinta in faccia di abbracciare tutto quel sole, quelle palme e quel mare.

Varadero, divertimento a volontà

Mi colpiva sempre un aspetto, almeno nei migliori di loro: erano ben disposti a diventare persone più semplici, ad accettare le dolcezze e le indolenze dei Tropici insieme ai tipici limiti cubani.

la voglia dipinta in faccia di abbracciare tutto quel sole, quelle palme e quel mare

Io facevo su e giù dal complesso alberghiero, spesso con l’aeroporto de L’Avana, dove mi divertivo a identificare subito chi tra gli ospiti avrebbe retto più mojitos, chi avrebbe cercato più cubane e cubani, chi avrebbe fatto parte della mia squadra di beach volley, chi avrebbe voluto conoscere solo il lato edonista di Cuba o anche la sua storia e gli echi della Revoluciòn o chi avrebbe vinto la gara immancabile di salsa. In altre numerose occasioni accompagnavo i turisti tra le bellezze monumentali un po’ screpolate della capitale, sul suo nostalgico Malecòn, nei bar frequentati da Hemingway, a visitare la Cattedrale o la Plaza de la Revoluciòn con l’enorme effige del Che; oppure mi dedicavo all’affascinante tour della Cuba coloniale, quello che passa per Santa Clara, Sancti Spiritu e soprattutto Trinidad che fa mancare il fiato per quanto è bella, con le sue casette color pastello, le sue vie di ciottoli, la musica delle sue cantine e la quinta teatrale costituita da palme e montagne.

I cubani più simpatici, più orgogliosi e più belli della mia vita li ho conosciuti senz’altro nelle piazze e nelle serate di Trinidad.

Ma tanta parte del mio lavoro mi vedeva proprio lì, in spiaggia, a Varadero. A chiacchierare con quegli amici di una settimana, a coccolarli, a trasmettergli come potevo la mia passione della Isla Grande.

E tra una uscita in catamarano, un ballo a piedi nuda sulla sabbia, due, tre, cinque cocktails di seguito, con quel profumo unico di rhum ghiacciato, zucchero di canna, menta e lime che ti pervade i sensi in riva al mare, scattavano immancabili le confidenze e le migliori definizioni di Cuba, Tropico, Altrove, Cambio Vita, Fuga ai Caraibi, Bellezze Mulatte che mi annotavo sul mio quaderno preferito.

Un vero piccolo trattato di antropologia turistica!

Perché Cuba senz’altro ha e sempre avrà un potere magico su noi italiani: farci sentire leggeri, liberi, felici e anche un po’ riconoscenti di come si possa stare bene con poco (che poi l’all inclusive poco non è…): sotto una palma, a gustarci la siesta, il sole, il rhum, i daiquiri, i ritmi dei Caraibi e un piatto di riso con gamberi, pollo o fagioli.

Io facevo su e giù dal complesso alberghiero, spesso con l’aeroporto de L’Avana, dove mi divertivo a identificare subito chi tra gli ospiti avrebbe retto più mojito
il rum

La vita a Varadero

Il suo segno distintivo è la sabbia abbagliante, il suo mare turchese e trasparente. La penisola di Varadero lunga ben 22 km gode anche di un clima ideale per il venticello che mitiga le temperature “calienti” e per la presenza di tante palme e di una rigogliosa vegetazione.

Il consiglio è quello di prenotare un Resort vicino al centro della cittadina in modo da arrivare a piedi in massimo 10 minuti ai primi locali e discoteche per il divertimento che assicura ogni “noche cubana”. E anche perché ormai gli stessi cubani si sono imparati a far pagare venti dollari a tratta i turisti che cercano i bar e i locali da ballo dagli alberghi turistici più distanti.

Il nome Varadero significa “ove si varano barche” e vive principalmente di turismo, di un mega turismo occidentale direi. Hotel dopo hotel, villaggio dopo villaggio, locale dopo locale e inoltre marine e campi da golf, chioschi lungo la spiaggia per sorseggiare un mojito al tramonto. Se si supera la pigrizia c’è l’occasione di visitare qualche cueva, le grotte locali, o qualche cayo (Buba, Romero, Piedras del Nortre), gli isolotti appena al largo, dove dedicarsi a relax, grigliate e snorkeling. O anche il Museo Municipale che ospita i resti e i reperti dei primi abitanti di Cuba, il Parco Josone con le sue piante tropicali e il nuovo Delfinario, qualche galleria d’arte, Casa de Rhum, Casa de Habano (il mitico sigaro) e i mercatini.

Hotel dopo hotel, villaggio dopo villaggio, locale dopo locale e inoltre marine e campi da golf, chioschi lungo la spiaggia per sorseggiare un mojito al tramonto

Per una mappa notturna

Ma è inutile negare che la vita di Varadero è soprattutto quella notturna, per i ritmi scatenati che fanno muovere anche i timidi e quelli che hanno il corpo rigido come un tronco di palma, per le delizie dei bar, per ammirare le bellezze mulatte di entrambi i sessi, per dimenticare almeno in vacanza le convenzioni e mischiarsi allegramente alla popolazione locale. Tanto le situazioni al limite si annusano subito, basta non volerne essere complici.

i ritmi scatenati che fanno muovere anche i timidi e quelli che hanno il corpo rigido come un tronco di palma

I locali cambiano spesso nome e si avvicendano nelle mode ma direi che alcuni indirizzi sicuri per ballare e conoscere restano il “Calle 62”, “La Bamba”, “Club Mambo” e “La Cumparsita”. Il “Cabaret Continental” è forse il più adatto agli spettacoli di folklore cubano, mentre per artisti locali e reggaeton meglio provare con la “Casa de la Musica”. Molto adatti a turisti “El Palacio dela Rumba” e “Cueva Los Pirates”.

Se la notte lascia ancora energie oltre a recuperarle su una delle spiagge più belle e famose di Cuba si può optare per un tour a cavallo tra mare e piantagioni ma una cosa che faceva davvero impazzire i turisti del mio villaggio era noleggiare per un paio di giorni o per le uscite serali all’Havana (due ore di strada) uno di quei lunghissimi e colorati macchinoni cubani che coi fari e i parafanghi enormi sembra che ti guardino e ti sorridano. E guidando prendersi in faccia tutto il piacere, il vento, l’emozione e la liberta di Varadero e dintorni.

uno di quei lunghissimi e colorati macchinoni cubani che coi fari e i parafanghi enormi

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