Sono già passati 8 anni, ma Lisbona mi è rimasta nel cuore.
Il classico viaggio per spezzare l’inverno e ai primi caldi prenotammo un week end a Lisbona con mio marito e nostra figlia all’epoca appena maggiorenne.

Sinceramente non avevo grandi aspettative e non mi ero documentata prima della partenza, ma devo dire che questa città ci ha lasciato stupiti per il clima che si respira, un’aria vagamente retrò, come di una città che fatica ad adeguarsi alla modernità con le sue botteghe di altri tempi, quei tram caratteristici, i palazzi un po’ decadenti del centro e i vicoli con i panni stesi alle finestre e questa perenne sensazione di nostalgia che la pervade e che non so spiegare.
La nostra agente di viaggio di fiducia ci consigliò un albergo in pieno centro, l’Hotel Mundial affacciato su una piazza decorata con fontane proprio sotto la collina su cui è adagiato il castello de Sao Jorge che domina la città.
Cenammo nel ristorante dell’ultimo piano dell’albergo godendo della vista panoramica sulla città che si apprestava alla notte, tingendosi di tutti i colori del tramonto, dal giallo ocra al violetto passando dai vari toni di rosa fino diventare una tappeto blu scuro puntellato di lucine gialle.

Il mattino successivo ci dedicammo alla scoperta di questa città passeggiando tra strade e piazze fino a giungere alla immensa Piazza del Commercio, affacciata sull’estuario del fiume Tago.
Da qui con i mezzi pubblici ci spostammo per visitare la Torre di Belem, un bastione costruito in mezzo al fiume a cui si accede attraverso una passerella. Questa bellissima torre in pietra bianca che si staglia sulle acque del fiume, fonde elementi gotici con stile moresco ed diventata il simbolo della città.
Nelle vicinanze sorge anche il Monastero Dos Jeronimos, imponente costruzione edificata nel 1500 per celebrare le imprese di Vasco De Gama e la sua scoperta della Via della Seta. Dopo il pranzo in un localino tipico con i tavolini all’aperto a goderci i tiepidi raggi di sole dell’inizio di primavera, ci accomodammo sui sedili di legno del tram 28 che fa il giro della città inerpicandosi per le antiche vie dei quartieri del centro e ci godemmo il tragitto.

Scendemmo per riempire gli occhi della vista panoramica da uno dei belvederi. Un susseguirsi di tetti e stradine che si perdono fino alle sponde del fiume e sempre questo senso di malinconia per un passato glorioso ricco di conquiste verso il nuovo mondo che mostra la sua decadenza in una città che quasi non riesce a rimodernarsi e a guardare al futuro. Una città che porta ancora le cicatrici del devastante terremoto del 1755, le cui tracce ancora oggi si possono ammirare nella Chiesa do Carmo detta anche la chiesa senza tetto perché dell’imponente chiesa gotica dopo il terremoto e l’incendio che ne seguì rimase in piedi solo lo scheletro con le alte colonne che si stagliano sull’azzurro del cielo.

Per noi turisti la sera la città appare sopita, poca gente in giro di notte nelle vie del centro. Bisogna recarsi nel quartiere del Barrito Alto per trovare la Lisbona notturna. Qui un susseguirsi di locali, pub e ristoranti attrae i giovani che si ritrovano davanti a una birra ad ascoltare musica.
Da non perdere sicuramente è la visita al Castello di San Giorgio che, eretto sulla collina più alta, regala una splendida vista su tutta la città. Da qui si possono visitare le possenti mura e i giardini alberati e animati da pavoni lasciati liberi di farsi ammirare. Altra tappa che non può essere trascurata è L’Elevador de Santa Justa, un ascensore che collega la zona di Baixa alla collina do Carmo, che non è solo un’opera funzionale ma anche molto bella da vedere e visitare. E’ una torre con una struttura in acciaio che ospita le cabine in legno il tutto impreziosito da decori e intarsi e che offre una vista mozzafiato sulla città dalla sua terrazza panoramica.

Una giornata la dedicammo a Cascais, una località di mare sull’Oceano che si raggiunge in meno di un’ora di treno da Lisbona. E’ una cittadina deliziosa con un centro storico con viuzze su cui si affacciano negozi, boutique locali di ogni genere, un porto e varie spiagge dove gli abitanti di Lisbona si riversano in massa durante i fine settimana. Una bellissima giornata di sole ci ha accolti in questa località e ci ha scaldato mentre gustavamo un tipico piatto della cucina portoghese a base di baccalà, seduti in un locale con una terrazza con vista sull’Oceano.
L’ultimo giorno fu dedicato alla visita del Parco delle Nazioni, quartiere moderno costruito in occasione dell’Expo 1998 in una zona portuale in stato di abbandono e degrado, riqualificata e resa un polo attrattivo con lo sguardo rivolto al futuro. Qui si trova l’Oceanario, uno dei più grandi acquari d’Europa e meta della nostra visita. Comprammo i biglietti e trascorremmo qualche ora a scoprire i segreti del mondo marino, circondati da pesci di ogni tipo e dimensione, ma anche pinguini e lontre e varie specie di uccelli.
Un’esperienza fantastica che lascia a bocca aperta per la bellezza della natura e la simpatia di alcune specie animali.

Per spostarci da una zona all’altra utilizzammo la Telecabina che costeggia all’argine del fiume Tavo e da cui si gode appieno la vista dei moderni grattaceli e del Ponte Vasco de Gama che, con i suoi 17 km, è il più lungo d’Europa. Malgrado questo quartiere offrisse altre attrazioni come il centro commerciale, giardini decorati con fontane con giochi d’acqua e il museo della scienza decidemmo di rientrare in albergo perché quella sera era in programma nell’auditorium il concerto di un gruppo musicale famoso tra i teenagers e orde di ragazzine festose si stavano riversando in zona per l’evento.
Quella sera per cena provammo uno dei tanti tascas nel quartiere di Alfama, ristoranti tipici a conduzione familiare con piatti della tradizione portoghese a base di pesce.
Da provare!

Lucrezia D. viaggiatrice da Bologna
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