La Capitale in Festa

Windoekh è una città strana, ha evidenti retaggi del colonialismo europeo, le chiese come se fossimo in Nord Europa, le strade e i negozi moderni, parecchi abitanti biondi e che bevono birra perché ancora legati ai tempi della presenza tedesca in quest’angolo remoto sudafricano. E poi, appena fuori il centro urbano, ecco la magia sorprendente delle dune di sabbia dorata che vanno a morire nell’Oceano o i grandi spazi rossi che si possono sorvolare con emozionanti voli in mongolfiera.
A Windoekh ogni febbraio si celebra il Bank Arts Festival, dedicato alla danza, al teatro e alle forme di arte visuale.
Il 21 marzo si festeggia invece la Giornata dell’Indipendenza, tale dal 1990, costata il sacrificio di molte vite per liberarsi dalla dominazione tedesca. In questa data sono numerose le parate militari e gli eventi sportivi tra le strade della capitale della Namibia.


La primavera riserva due momenti topici: l’Enjando Street Party a base di live music e il Carnevale che manco fossimo a Colonia – con le influenze culturali e folkoristiche capita spesso così – ricorda i colori e il divertimento portati dal colonialismo tedesco.
Tanto per rimanere in tema di eredità germanica Windoekh ogni ottobre ospita una edizione tutta africana dell’Oktober Fest di Monaco di Baviera.
Orgoglio Africano

Col sopraggiungere dei mesi estivi la Namibia ricorda soprattutto i momenti eroici della storia nazionale: il 4 maggio è il giorno della Battaglia di Cassinga, il 25 maggio tocca invece alla Festa dell’Africa che mette in evidenza l’unità e la solidarietà degli stati africani contro ogni forma di colonialismo e di apartheid e significa nel contempo la celebrazione del multiculturalismo di un continente e la ricerca di cooperazione nell’ambito economico, politico, sanitario e scientifico tra gli stati partecipanti all’evento
La Festa degli Eroi

Il 26 agosto di ogni anno per la Namibia giunge il momento di celebrare i suoi antenati e tutti capi tribù degli Ovambo, dei Sam e dei Dama celebrano la Festa degli Eroi.
Con costumi variopinti, canti, inni, marce militari e incontri di genti si ricordano i caduti del Maharero Day nella regione di Okahandjia, sul plateau di Waterberg, che vide molti locali soccombere alle truppe tedesche. Atmosfere simili nel weeknd che precede il 10 ottobre, in onore dello storico capo Zerava, caduto anche lui per la libertà di questa giovane e bellissima nazione.


In queste date la nazione indigena mette in mostra tutto il suo orgoglio, la sua identità, il suo folklore e la sua bellezza.
Tra artigianato e cucina
Il 26 dicembre si celebra la Festa della Famiglia e come ogni Festa in Famiglia che si meriti questo nome in tutto il mondo la cucina e le tradizioni diventano grandi protagoniste. E’ questa l’occasione migliore per sedersi a tavole imbandite di ogni ben di dio perché la cucina in Namibia rappresenta il volto selvaggio del paese e le influenze tedesche e olandesi soprattutto in ambito di dolci, biscotti boeri (i rusks) e strudel.
Il piatto forte è costituito da quello che contiene un grande pentolone di ghisa messo a cuocere a fuoco lento: stufati di carne o pesce accompagnati da un goloso tipo di pane locale.
Di grande gusto la carne di selvaggina (struzzi, antilopi), i biltong che sono strisce di carne salata e speziata e altre delizie del palato come gli asparagi verdi, le aragoste di roccia, le ostriche, i funghi e i tartufi. Il tutto innaffiato da ottimi vini sudafricani: davvero sorprendente!
Per quello che riguarda l’artigianato c’è altrettanto grande imbarazzo nella scelta: magnifici quadri che sono perfette riproduzioni dei grandi spazi desertici della Namibia, oggetti in legno intagliato, gioielli di pietre preziose, ossa e gusci di uova di struzzo, tessuti colorati.


Un giorno nell’Etosha
National Park

E se tutto questo ancora non bastasse per farvi venire la voglia di un viaggio in Namibia ecco il più grande dei parchi e safari nazionali che apre le porte all’avventura.
Leoni indisturbati a spasso, zebre da cogliere in bellissimi primi piani fotografici, maestosi elefanti, leopardi intenti a sbranare le loro prede nella steppa gialla, struzzi e antilopi che si abbeverano nelle pozze d’acqua, magari ignari delle minacce dei predatori.
L’Etosha è un vero santuario della natura, il suo nome in dialetto boscimano significa “grande luogo bianco” perché il 25% della sua superfice di 22.000 kmq è caratterizzato dal deserto salinico.
Nella regione del parco Etosha abitano fin da tempi antichissimi i San (boscimani).
“I San della zona hanno un proprio mito riguardo all’Etosha Pan: in seguito alla distruzione di un villaggio, in cui erano stati uccisi tutti gli uomini, una donna pianse tanto che le sue lacrime formarono un grande lago; quando le lacrime si asciugarono, rimase sul suolo soltanto il sale. In seguito alle migrazioni bantu, nella regione dell’Etosha sopraggiunsero gli Ovambo, che oggi costituiscono l’etnia predominante della zona”
(notizia tratta da wikipedia).
Percorrere l’Etosha diventa un’esperienza indimenticabile che il piccolo album fotografico con cui chiudiamo il nostro omaggio alla Namibia prova soltanto ad accennare.





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