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Metropolis

Amsterdam, leggera e colorata

Leggera nell’anima e nella società

Amsterdam è leggera come il suo stile di vita, abbondantemente alternativo. Leggera nell’aria scanzonata dei ragazzi, degli studenti, degli artisti.

Amsterdam è leggera come il suo stile di vita, abbondantemente alternativo

Leggera come la morale comune che accetta il cosmopolitismo, anzi che ne fa una sua risorsa e una vera ricchezza culturale. Leggera come lo spirito di accoglienza verso i tanti immigrati, siano essi delle ex colonie diventate indipendenti, come l’Indonesia, il Suriname, le Antille o di marocchini e turchi che hanno il loro enclave a Oester Park o dei tanti lavoratori provenienti dai paesi slavi o sud europei: ogni popolo nella capitale olandese ha il suo posto, il rispetto dello stato, la possibilità di colorare la città con la sua lingua, la sua cultura, il suo folklore, la sua cucina.
Amsterdam è così leggera nelle faccende politiche che il 49% della sua popolazione è costituito da minoranze e che il suo vocabolo più noto è “gezellig” che significa tante belle cose insieme: accogliente e socievole, amichevole e informale, conviviale!

Amsterdam, leggera e colorata

Leggera nei conflitti e nelle vedute politiche

Una città leggera perché – qualche fanatico dell’ultra destra a parte – è la metropoli meno nazionalista d’Europa, la più aperta, la più multiculturale, predisposta all’incontro, alla mescolanza, al melting pot di radici e origini diverse. Alla tolleranza verso ogni uomo, ogni credo, ogni idea, ogni identità sessuale.

Ad Amsterdam sono arrivati sempre tutti come uomini liberi, i protestanti che fuggivano ai tempi dell’Inquisizione come gli ugonotti, gli ebrei come la famiglia di Anna Frank durante il nazismo (e a questo proposito procura brividi e malinconia la visita della soffitta dove si nascondeva la povera ragazza, fra le pagine del suo diario e le foto dei divi di Hollywood ancora appese alle pareti), gli abitanti delle colonie sparse nel mondo che hanno preferito la vita in Olanda nonostante il libero destino scelto dai loro paesi d’origine.

Leggera Amsterdam anche nelle contestazioni pacifiste dei provos negli anni ’70, leggera come nel potere rosa, femminile, che ha visto le donne acquistare qui prima che altrove il diritto all’aborto, al divorzio e addirittura al sacerdozio. Leggera anche nei confronti della scelta delicata e personale di una libera morte, con l’approvazione della legge per l’eutanasia. Leggera infine e per fortuna anche nei confronti dell’amore omosessuale, sempre rispettato, mai schernito, mai ghettizzato.

Leggera come l’eredità di Erasmo

Il grande umanista era della città di Rotterdam, l’altro grande polo e porto olandese, ma influenzò profondamente la vita e la cultura e oseremmo dire anche la mentalità futura della capitale, dei suoi abitanti e dell’intero paese.

Ce lo racconta molto bene Massimo Jevolella nella monografia di “Meridiani” dedicata all’Olanda: “Erasmo era uno spirito mite e tollerante, un principe dell’Umanesimo, un’anima equilibrata e serena contraddistinta dalla sua socratica moderazione… Era una mente superiore, estranea a ogni forma di fanatismo religioso e nazionalista. Non appartenne mai a questa o a quella patria ma solo a una ideale repubblica di letterati e sapienti. Per certi versi fu il primo vero europeo della storia”.

E tutto questo a inizio del 1500, a spiegare l’humus culturale olandese, dove crebbero i prodomi del pensiero libertario e cosmopolita della moderna Amsterdam. Non a caso al nome di Erasmo è stato legato il progetto di interscambio culturale più famoso e più aperto del mondo.

Leggera nella comunicazione

Ad Amsterdam specie i giovani hanno uno spirito libero quanto internazionale e nessuno si farebbe un problema se l’inglese diventasse la lingua ufficiale del paese. La facilità di comunicazione dei suoi abitanti è mostruosa, sono quasi sempre perfetti nell’esibire la loro perfetta conoscenza dell’inglese o del tedesco. Il confronto con noi italiani sulle lingue è a dir poco imbarazzante, nei viaggi in giro per il mondo i ragazzi e le ragazze olandesi sono sempre quelli che se la cavano meglio.
Forse non a caso Maastricht ha raggiunto il suo ruolo centrale nell’economia europea! Gli olandesi hanno poi questa innata felicità che gli deriva dal fatto di superare con scioltezza alcuni lacci e alcune regole e soprattutto hanno la capacità di godersi a pieno i piaceri della vita, di comunicare bene con tutti, senza sapere cosa sia realmente una frontiera, un confine.

Gli olandesi sono davvero come un ponte tra più culture e più razze.

Gli olandesi sono davvero come un ponte tra più culture e più razze.

Leggera come la geografia della città

Il cuore di Amsterdam è percorso da una fitta schiera di canali che la racchiudono in una sorta di cintura protettiva e che una funzione protettiva ce l’hanno davvero perché oltre a contribuire a un notevole impatto estetico che deriva dalla leggerezza di vivere accanto all’acqua, queste lunghe e intricate vie d’acqua (i “gracht” tutti insieme misurano un centinaio di chilometri!) drenano i terreni della capitale, sottraendoli letteralmente al mare.

Il cuore di Amsterdam è percorso da una fitta schiera di canali

Leggero e piacevole è camminare lungo l’Herengrath e il Keizergracht, dove si affacciano le case più nobili ed eleganti della città, quelle alte e strette silhouettes che nel “Secolo d’Oro” (il 1600), segnato dalle opere di Rembrandt e dalle enormi ricchezze riportate in patria dai velieri delle Compagnia delle Indie, erano proprietà dei mercanti e dei capitani più facoltosi e avventurosi. Oggi qui sorgono i negozi d’antiquariato più lussuosi (molto tipici quelli che vendono oggetti e strumenti navali come barometri, cannocchiali, mappamondi, bussole) e le pasticcerie più golose.

le case più nobili ed eleganti della città

Sul Prinzengrath si respira invece un’atmosfera da grande paese e si trovano i negozi e i Caffè più tipici oltre che le pittoresche houseboat, una vera cartolina di Amsterdam: quelle barche galleggianti dove si vive, si suona, si beve, si ospitano mostre d’arte, si coltivano fiori o ortaggi.

le pittoresche houseboat

Infine meritano una passeggiata il Brouwergrath coi suoi birrifici (e la birra bionda, specie la Heineken, dona altra leggerezza alla città perché scorre davvero a fiumi…) e il Reguliergracht più placido e romantico, con un ex-monastero che si affaccia sulle sue rive.

il Reguliergracht più placido e romantico

Leggera nell’architettura e nel progetto di futuro

Appena fuori Amsterdam la leggerezza si esprime soprattutto nelle architetture e si legge nelle curve dei ponti levatoi, in quelle moderniste dei ponti del 2000, nel design delle aree post industriali o anche degli oggetti di uso quotidiano, nel Museo della Scienza e della Tecnica del New Metropolis che Renzo Piano ha progettato come una gigantesca prua di nave in rotta verso il futuro, nelle sagome più tradizionali degli amatissimi mulini a vento, nelle pale eoliche dei mulini moderni e nelle linee rette delle dighe che strappano le terre dalle acque e permettono la coltivazione dei “polder”, ovvero dei terreni sotto il livello del mare.

una gigantesca prua di nave in rotta verso il futuro

Amsterdam progetta leggera e con poca burocrazia anche il suo futuro, che si immagina radioso: qui c’è il record di start up europee per esempio, 1,3 ogni 1000 abitanti.
Alcune di esse permettono lo scambio di energia verde tra gli abitanti oppure la possibilità di costruire case e ponti sui canali partendo da stampe in 3D o ancora di spedire in giornata una cassa di tulipani striati in ogni angolo del mondo.

Leggera come la corsa di una bici

Non esiste al mondo un posto così affollato di biciclette rispetto ai kmq di superficie occupata: ci sono sciami di biciclette a spasso anche nelle città cinesi, certo, ma lì parliamo di megalopoli. Ad Amsterdam la bici è un simbolo, una cartolina, un’estensione del corpo e permette spostamenti leggeri, corse in libertà, seguendo l’intrico delle vie e dei canali. Le trovi ovunque le biciclette olandesi: appoggiate alle ringhiere dei ponti, ammucchiate all’uscita della stazione, sotto le finestre e i balconi fioriti, fuori i coffe shops. Ci montano sopra ragazzi e studenti ma anche mamme con bambini, manager in cravatta e vecchiette che vanno a fare la spesa.

Leggera come la corsa di una bici

Leggera come il fumo nell’aria

Amsterdam, manco a dirlo, è leggera come la sua tolleranza verso le droghe leggere e gli equivoci coffee shop, dove si vendono piccole dosi di hashish e marijuana (il possesso è ammesso fino ai 5 grammi) o dolci di cannabis, le space cake. Ne sono rimasti circa 170 in città e due turisti su tre li visitano prima del Dam o del Museo di Van Gogh, un po’ per curiosità, un po’ per spirito anticonvenzionale e libertario. Basta fare attenzione al consumo e ai mix di sostanze, soprattutto se si è completamente inesperti, perché l’erba olandese fa girare subito la testa e se unita all’alcool può causare spiacevoli sorprese. Leggerezza e libertà si rintracciano ugualmente nello stesso atteggiamento dei giovani hipster che si fumano uno spinello sui prati di Vondel Park o nei fumosi bruin cafè, così chiamati per i loro interni, macchiati appunto da secoli di fumo.

leggera come la sua tolleranza verso le droghe leggere

Leggera verso il mondo del sesso

Amsterdam è leggera per il suo sguardo senza pregiudizi sulle circa 300 donne che ancora si vendono in vetrina nel quartiere a luci rosse a due passi dal Palazzo Reale: la prostituzione qui è legalizzata, le ragazze pagano le tasse per i loro spazi, dove si esibiscono coperte solo di un velo di lingerie, ma solo se gli va, mica sempre, perché capita anche di vederle completamente nude e in pratica davanti alle famiglie che passeggiano spensieratamente proprio lungo quel canale.

Amsterdam è leggera come l’atmosfera disinvolta dei suoi sex show, dei suoi sexy shop, frequentati senza rossori dalle coppie perché non creano imbarazzo né i vibratori giganti nè gli articoli fetish o lo spiare una spogliarellista o un amplesso da un buco in una parete. Anzi tali pratiche ed esperienze sembrano quasi far parte di un necessario apprendistato sessuale, sempre valido a tutte le età.

D’altronde il mercato del sesso libero ad Amsterdam esiste dal lontano 1300 quando le donne con le lanterne rosse aspettavano i marinai negli angoli bui e malfamati del quartiere vicino al porto.
Oggi le vetrine sono piuttosto diminuite, ma non per una stretta del comune senso del pudore, quanto piuttosto per ragioni di sicurezza, perché intorno al mondo delle prostitute in vetrina è cresciuto quello dei protettori, dei faccendieri e si sono aperte spirali di criminalità e delinquenza che il governo ha voluto provare ad arginare.

Leggera come i fiumi di birra

Amsterdam, casa di fondazione della Heineken, consumata a casse nei pub, negli stadi, nelle feste: serve altro?

Amsterdam, casa di fondazione della Heineken

Leggera come i milioni di carta stampata

Gli abitanti di Amsterdam e di tutta l’Olanda sono i più grandi lettori del mondo e comprano 30 milioni di libri l’anno e altrettanti li prestano le frequentatissime e fornitissime biblioteche del paese. Qui la società letteraria e artistica è molto influente e molto vitale e incontra e influenza con le sue idee spesso e volentieri la stessa società politica, specie in storici caffè come “De Zwart” o lo “Schiller”.

Leggera come il calcio totale

Infine una categoria della leggerezza amata dagli appassionati di calcio di tutto il mondo: Amsterdam è stata la culla del calcio totale, corale, fatto di corsa, di fantasia, di abilità tecnica, di giocatori multiruolo, di allenatori all’avanguardia che hanno incantato il pubblico di tutti gli stadi coi loro schemi allegri e veloci.
Amsterdam ci ha regalato il numero 14 più forte della storia del calcio, l’unico, l’immenso Johann Cruyff e la sua banda di orange completata da Neskeens, Rensebrink, Krol, Haan e i gemelli Van de Kerkoff che stupì il mondo agli ordini di Rinus Michels; la potenza, la geometria e le giocate meravigliose di due “eredi delle colonie” come Gullit e Rijkaard, la classe e le acrobazie del cigno della vicina Utrecht, Marco Van Basten (tutti e tre insieme gli attori di un Milan stellare), la dedizione totale al progetto squadra di Koeman, la recente fantasia di Snejder, Van Persie e Robben. La squadra più giovane, folle, spericolata, coraggiosa che si ricordi, il grande Ajax, ancora celebrato nella Amsterdam Arena, il cui Museo rappresenta un tuffo nel passato pieno di bellezza, leggerezza e nostalgia sportive.

Amsterdam è stata la culla del calcio totale
*copyright

Amsterdam colorata come i tulipani

I suoi prati e i suoi giardini pubblici, le sue campagne e i suoi chioschi di fiori, i suoi balconi e i suoi barconi sono pieni di meravigliosi tulipani colorati, gialli, rossi, arancioni, viola. Striati, poetici, macchie accese in tutti gli angoli che creano l’immagine di una delle città con la natura urbana più colorata del mondo. Insieme all’azzurro dei suoi canali, al verde dei suoi prati, al grigio ocra delle vicine spiagge. Amsterdam colorata e romantica anche per i suoi lillà e le sue splendide rose, per i garofani, i giacinti e i narcisi e ogni fiore con la sua storia, il suo profumo, il suo simbolismo, i suoi petali, tutti figli poetici di una città nordica dove non mancano le piogge, la neve e le nebbie. Quasi a scansarle coi fiori queste giornate di meteo avverso, quasi a volerne trarre uno spunto di luce e un colore per la mente, direttamente dall’umidità della notte.

Amsterdam colorata come i tulipani

Ma i tulipani sono qualcosa di diverso e qualcosa di più: sono quasi 60.000 i bulbi coltivati nei parchi di Amsterdam, nel distretto verde e alternativo di Jordaan, dove ogni aiuola è sacra, ogni finestra è colorata e ogni casa, come se fosse in onore dei fiori, presenta una facciata colorata. Di tulipani e di fiori in genere l’Olanda gestisce il 60% del mercato mondiale, una cifra pazzesca.

La storia del tulipano

Il culto del tulipano cominciò ad Amsterdam nel lontano 1600, un secolo chiamato d’oro non solo per le scoperte dei galeoni, le opere degli artisti, i tesori e le spezie riportate in patria dai mercanti, la costruzione dei canali, ma evidentemente anche per l’arrivo in patria dei magici fiori.

Fu allora infatti che un ambasciatore di nome Busbecq scoprì la bellezza esotica di questo fiore nei giardini del sultano turco. Campi di tulipani ornavano già numerosi paesi asiatici e la Turchia col suo grande Impero ne era un tramite. Per gli avventurosi olandesi dell’epoca la scoperta di quel fiore assunse i connotati di un Eldorado. L’ambasciatore spese una fortuna per acquistare dei bulbi e li regalò a tale Cornelius Clusius, il giardiniere responsabile dell’impero viennese che in quegli anni si trasferiva nella città olandese di Leida, per curarne l’orto botanico. Quella che seguì fu più che altro la storia colorata di un culto, di una moda e di una bellezza floreale, che faceva del tulipano il simbolo dell’onore e della gloria.

A Amsterdam e in tutta l’Olanda per decenni si crearono coltivazioni e importazioni di tulipani, mentre nell’Olanda moderna si è lavorato senza sosta e con grande passione a nuovi incroci, sperimentazioni, ibridazioni di pollini, che hanno dato vita a nuove forme, petali delicati e colori bellissimi, e ad oggi a 4.000 specie di tulipani, a più di 5.000 aziende di floricoltura e ai 20 anni necessari alla crescita della meraviglia delle meraviglie, il tulipano nero!

A Amsterdam e in tutta l’Olanda per decenni si crearono coltivazioni e importazioni di tulipani

Colorata come la vita quotidiana

Un canale dopo l’altro, le facciate delle case, i mattoni dei tetti, la vernice dei barconi, i fiori sui balconi, le luci serali dei lampioni: Amsterdam stupisce con mille colori e mille atmosfere e in alcuni scorci sembra uscita davvero da un quadro di uno dei suoi più famosi artisti.
Il colore si diffonde delicato negli specchi d’acqua dei canali, si nota più acceso negli abiti stravaganti dei tanti artisti e sui capelli dei giovani rock. Diventa poesia con le taverne che si accendono di sera, con le tonalità scure dei bruin cafè. Diventa arte con le vetrine dove si ammirano le ceramiche bianche e azzurre di Delft, che con le loro scene di vita domestica o di navi in partenza hanno arricchito le regge di mezza Europa, da Versailles, al Portogallo a San Pietroburgo.

le ceramiche bianche e azzurre di Delft

Colorata come il formaggio, gli zoccoletti, le tute dei pattinatori

Ad Amsterdam il colore diventa gusto nelle vetrine gialle e rosse delle splendide formaggerie che esibiscono torri di gouda, edam, fantasie di erborinati o di latticini. Altra cifra spaventosa, come nel caso dei tulipani: ogni anno vengono esportati 500 milioni di kg di formaggio olandese.
Ed è piacevole degustare i migliori formaggi a colazione, sul pane caldo, col burro, una buona birra o un buon vino ad accompagnarli, a esaltarne le sfumature di sapore, la consistenza, l’aroma.

splendide formaggerie che esibiscono torri di gouda, edam

Gialli, rossi e comunque chiari anche i colori degli zoccoletti tipici, esposti nelle tante boutiques artigianali che si aprono lungo i canali del centro, di tutti i colori più sgargianti le tute e i berretti dei pattinatori sui prati ghiacciati d’inverno. Formaggi, zoccoletti e pattini fanno parte dell’immaginario delle olandesine sorridenti, dei ragazzini della fiaba “Pattini d’Argento”, delle scene della campagna e dei mulini, abitata da gente semplice, che conduce una vita sana e genuina.

Colorata d’arancione

Sempre obbligatoriamente e orgogliosamente arancioni le maglie della nazionale di calcio, ma anche il colore degli impermeabili, degli zainetti, dei tram, degli ombrelli, delle tende paravento usate nelle spiagge sul Mare del Nord, tutto ciò in tributo alla casata d’Orange che cacciò gli spagnoli dai Paesi Bassi e permise il ricco sviluppo olandese.
Un vero trionfo d’arancione, a dare l’idea di un paese libero, radioso, felice e sicuro di sé.

Colorata a sorpresa

A Amsterdam i colori regalano anche pause a sorpresa come il verde tranquillo del cortile di Begijnhof dove abitavano in piccole casette colorate, nascoste in pieno centro storico, delle beghine, delle ragazze destinate a compiti religiosi. Lo stesso verde rilassante del più famoso parco urbano, Vondel Park, dove tra sentieri, laghetti e prati si incontrano le famiglie per i pic-nic, i giovani a rollare spinelli, i pattinatori e i ciclisti per una sana attività all’aria aperta. Oppure i colori degli ambienti del Palazzo Reale che acquistano una magia differente con le illuminazioni serali, così in contrasto coi colori etnici, le maschere, i gioielli e gli oggetti del Tropen Museum, pieno di ritrovati delle ex colonie. O coi colori dei piatti speziati del Suriname e dello street food delle Antille o quelli dei mercatini etnici dove si trovano le stoffe provenienti dall’Indonesia. O dei chioschi di aringhe, cozze e gin e il mercatino delle pulci di Albert Cuypmarkt nella zona di De Pijp, o dei murales di Amsterdaam Noord che hanno rivalutato edifici industriali, a poca distanza dai campi, dai cavalli e dai mulini a vento.

Colorata come i capolavori dell’arte

Che sia l’ultima mostra d’arte o il primo quadro di Van Gogh, una scena della campagna olandese del ‘600 o il volto illuminato di una ragazza, l’uso sapiente della luce da parte di Rembrandt o la colorazione geometrica di un dipinto di Mondrian, Amsterdam ti immerge fin da subito nei colori dei suoi grandissimi artisti, dei suoi quadri più belli che accendono i sensi.

un dipinto di Mondrian

Colorata come la luce di Rembrandt

Rembrandt rappresenta per Amsterdam il pittore della luce, quello che più di ogni altro la seppe utilizzare per descrivere l’animo umano, basti pensare alla serie dei suoi autoritratti, dal volto dinamico e sfrontato del giovane a quello più saggio del vecchio. Per il critico d’arte Stefano Zuffi “il suo colore è un impasto di vita, di energia, di sangue e d’oro” e “le sue figure si muovono in totale libertà, come le ombre, le nebbie, le luci che trascorrono nelle stagioni d’Olanda”.

Il segno distintivo dell’arte di Rembrandt sta nella sua capacità eccezionale di fondere gli aspetti materiali e spirituali della pittura giocando coi chiaroscuri della luce in termini poetici. Fino alla sua epoca c’era riuscito in maniera così netta solo il Caravaggio, grande ispiratore dell’olandese. Per esempio nel capolavoro di Rembrandt, la “Ronda di notte”, la scena vive momenti teatrali e di intensità emotiva, le figure vengono illuminate in un contesto di buio e ogni elemento umano così come ogni oggetto è colto nella sua preziosità, nei suoi dettagli.

Rembrandt rappresenta per Amsterdam il pittore della luce

Nella capitale olandese si visita la Casa-Museo di Rembrandt, tre piani in pieno centro storico, l’occasione per capire dove viveva, come lavorava, come progettava le sue opere, come usava la luce, come si avvicinava alla perfezione assoluta, attraverso laboratori specifici anche per bambini.
Qui difronte un’altra occasione di visitare una luce abbagliante, quella emessa dal laboratorio dei diamanti Gassan.

Colorata come le campagne olandesi del ‘600

La luce protagonista  nel quadro “La ragazza con l’orecchino di perla”

La luce torna protagonista nei quadri di Vermeer, in primis “La ragazza con l’orecchino di perla”, la “Monna Lisa olandese”, innocente e languida, una piccola tela capolavoro che coglie l’anima sottile della ragazza e l’improvviso aprirsi della sua luce di conoscenza. Vermeer con Hals, Steen, Bruegel, lo stesso Rembrandt è l’ospite d’onore celebrato nel Museo che meglio racconta l’arte olandese del “Secolo d’Oro”, il RijksMuseum. I quadri di questi pittori seppero ritrarre ogni aspetto, anche il più intimo, delle campagne e delle case e delle famiglie olandesi dell’epoca, dai focolari domestici ai paesaggi gelati, dalle file di mulini ai bambini sui pattini, dai volti dei mercanti a quelli delle donne intente nei lavori o nella cucina, fino alle zuppe dei contadini, alle rughe, alle fatiche. Per Giulio Siro “solo in pochi altri casi un popolo ha trovato così ampio spazio come nella pittura olandese del ‘600”.

Colorata come Van Gogh

Fino a che si arriva a lui e Amsterdam ti regala l’incontro, la storia, l’esperienza col più geniale e più folle di tutti, Vincent Van Gogh. Un museo tutto dedicato a lui, da prenotare almeno un mese prima. Uno sguardo profondo sulla sua vita, sui suoi tormenti, su suoi colori, quelli delle notti stellate, dei campi di grano con corvi, delle chiese sbilenche, delle camere da letto rifugio, dei girasoli provenzali.

Quanto colore nelle tele di Van Gogh… Specie dopo gli anni vissuti in Provenza, ad Arles, Van Gogh aveva assorbito tutta la luce possibile delle dolci campagne del Mediterraneo. Era innamorato del colore, della sua forza visionaria, delle sue armonie, delle sue possibilità di catarsi: “ciò che è il colore in un quadro è nella vita l’entusiasmo”. Il rosso e il verde divennero per lui simboli della passione e dell’energia, il blu un anelito verso l’infinito, ma soprattutto il giallo, il giallo del grano e dei girasoli, arrivò a significare l’amore, la vita, la luce, la felicità (e pare che Van Gogh per buttarsi dentro il corpo un po’ di felicità in più nella sua vita tormentata si mangiasse addirittura dei tubetti di giallo!!).
Nel bellissimo museo di Amsterdam si compie questo viaggio nel colore, davvero unico, specie nei vasi di fiori, nella “Notte stellata” dove un quieto villaggio olandese è immerso nel caos vorticoso del cosmo (ecco Van Gogh con la sua febbre di vita e i suoi tormenti) e nel “Campo di grano con corvi” dove gli uccelli neri e i sentieri che si perdono nel grano rappresentano per molti critici un cupo presagio della sua solitudine e della sua fine. Guarda caso Van Gogh si suicidò poco dopo…

Colorata come Van Gogh

Mentre salutiamo la luce e i colori delle opere di Van Gogh per fortuna ci resta Amsterdam da godere ancora una notte lungo un canale, seduti a un Caffè, a carpire quei riflessi nell’acqua, leggeri e colorati come le pennellate di un’artista.

riflessi nell’acqua, leggeri e colorati come le pennellate di un’artista

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