L’isola che non conosce gli uragani
Gli ha detto bene al popolo di Aruba: vivono tra sabbie candide e acque turchesi in una piccola e ricca isola dallo stile tropicale, il fascino europeo e il sapore latino. Baciati dal sole tutto l’anno, coi tifoni che restano al largo delle sue coste e la cui assenza ha permesso quindi di trasformare questa terra incontaminata in un paradiso delle vacanze, complici i favolosi resort di Eagle Beach, i ristoranti di livello gourmet, gli eventi culturali e folkloristici, le spa rigeneranti e le attività subacquee alla scoperta di pesci colorati, formazioni coralline e relitti di navi affondate.

Il tempo scorre docile ad Aruba, le palme sul lungomare e sulle spiagge degli alberghi di lusso crescono floride e sicure, nessuna tempesta le butta giù. Così i cactus dell’interno, sentinelle carismatiche del paesaggio. I venti alisei piegano appena i contorti alberi divi-divi, creano e modellano insolite formazioni rocciose ma non devastano, non cancellano nessun angolo dell’eden.

La giornata-tipo di Aruba
I turisti americani ed europei (Aruba è piena soprattutto di biondi essendo parte delle Antille olandesi, ma sono in crescita anche i viaggi di nozze provenienti dall’Italia proprio per l’assenza di uragani…) passano le giornate crogiolati al sole, a una temperatura media annua di ben 28 gradi, mentre le notti aprono le discoteche e i casinò con show e divertimenti per tutti i gusti. Le spiagge più belle e più bianche sono facili da trovare perché l’isola misura solo 30 km di lunghezza per massimo 9 di larghezza: e sono loro il motivo principale per cui un milione di visitatori volano ogni anno quaggiù. O ci arrivano con le gigantesche navi da crociera per uno scalo che prevede shopping tax free nel capoluogo di Oranjestad, la degustazione degli agrodolci piatti creoli e tuffi in serie nel mare trasparente. Le gradite alternative riguardano dei lenti giri in barca o la scoperta dell’interno a bordo delle jeep.

Sulle spiagge bianche
Di sicuro la spiaggia preferita sarà quella del proprio albergo, visto che i migliori resort sono tutti ubicati tra Palm Beach e Eagle Beach, sui punti dove l’avorio della sabbia stacca meglio rispetto all’azzurro del mare. Sulla costa nord-est andranno invece i surfisti, essendo l’isola una delle mete principali al mondo per questo sport. Ma ecco una mini-guida essenziale per godersi le spiagge: Palm Beach è la sede dei grandi alberghi e qui si praticano tutti i principali sport acquatici, ogni giorno fino al tramonto, che è molto bello e va gustato con un cocktail di frutta tropicale e rhum.

Eagle Beach è stata più volte eletta una delle spiagge più belle del mondo, i resort sono stupendi e più intimi, in riva all’incredibile mare c’è spazio per tutti, gli ombrelloni di paglia e i chioschi bar sull’arenile vengono davvero invasi solo nella settimana di Pasqua quando per un’usanza locale gli abitanti di Aruba montano sulla meravigliosa spiaggia bianca le loro tende colorate; a Rodgers Beach si ammirano le barche dei pescatori su una stretta e riparata lingua di sabbia; Malmok Beach e Boca Catalina sono i punti ideali per lo snorkeling e l’avvistamento di diversi relitti; a Seroe Colorado c’è una spiaggia che hanno chiamato Baby Beach perché si tratta di una laguna dove è molto facile nuotare, anche per i più piccoli; Mangel Halto è la pausa perfetta per un pic-nic e per nuotare tra pesci, coralli e mangrovie; Hadicurari è il litorale dei surfisti; Manchebo Beach è invece il luogo di tendenza, tra palme e beach lounge. Buon divertimento, nella settimana di soggiorno le vedrete sicuramente tutte!


Il Parco Nazionale Arirok
Il cuore verde dell’isola offre una trentina di chilometri di sentieri da affrontare a piedi o a cavallo. In genere ci si va per fotografare i cactus più alti, per scoprire le incisioni dei nativi di Aruba nelle grotte rupestri e per arrampicarsi sulle rocce più grandi di granito bianco, le “vette” più adatte a godersi la libertà dei panorami in mezzo al vento. Il parco occupa un quinto della superficie di Aruba e oltre ai divi-divi e ai cactus presenta tante piante di aloe e tante specie di fiori tropicali. Come animali qui si trovano gufetti, asini, capre, iguane. Meglio non incontrare il serpente a sonagli locale!! Quando si arriva sulla costa ecco piccole baie e insenature nascoste, scoglietti, piscine naturali. Tra le altre riserve di Aruba quella degli uccelli Bubali e gli allevamenti di struzzi, asini e farfalle.

Un po’ di cultura
Il regno di Aruba è il mare, indubbiamente. Ma si possono visitare anche l’imponente Faro California, alto ben 32 metri e costruito nel 1914 sul luogo dell’affondamento di un piroscafo che portava quel nome; i resti delle miniere d’oro che fecero nell‘800 la fortuna dell’isola; alcune interessanti gallerie d’arte nel centro di Oranjestad, intorno a Caya Betico Croes; il Royal-Plaza, il centro commerciale principale della capitale, proprio davanti al porto, caratterizzato dalla sua tipica architettura olandese che lo fa sembrare una gigantesca torta nuziale; la panoramica Cappella di Alto Vista, situata nel luogo più tranquillo di Aruba. Due i musei meritevoli di una visita, quello storico e quello archeologico, due anche gli eventi famosi: ogni martedì nel cortile dello storico Fort Zoutman ecco il Bon Bini Festival a base di folklore, musica e artigianato locale mentre ogni giovedì sera per la main street di San Nicolas ecco il Carubban Festival per gustare la cucina creola e divertirsi con le varie attrazioni. Aruba è anche la meta ideale per il Carnevale, pare che sia molto divertente: sfilate, costumi, bande, bellezze creole, bagordi con musica, vino, birra e sigari locali. Ma è un’ultima vista quella a colpirmi di più, la statua di una ragazza indigena con le mani legate dietro la schiena. C’era la schiavitù dove oggi c’è il Paradiso?



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