Nell’immaginario di tutti l’Islanda è l’isola dei ghiacci, dei vulcani e dei geyser, del mare selvaggio, delle lande desolate, delle case coperte dai prati e delle grandi cascate.
Terra nera, vento, onde, zampilli da crateri e solfatare.
Una natura incredibile e grandiosa, primordiale e potente.
Per spiegarla, dominarla, rispettarla molte tradizioni, feste e leggende islandesi si affidano per questo alle figure evocative e magiche di elfi, fate e nani come quelli che per le credenze popolari abitano sulle scogliere di basalto del versante meridionale.
Il lungo inverno

L’inizio dell’autunno è la stagione culturale preferita dei grandi Festival di musica jazz e del cinema. Nella capitale si mettono in scena spettacoli teatrali, di opera e balletti, concerti, manifestazioni dedicate alle arti visuali e alla moda.
A settembre si festeggia anche il ritorno dei greggi dai pascoli estivi.
Mentre a novembre è la volta di Iceland Airwaves, grande kermesse dedicata alla musica alternativa, e dell’Unglist, il Festival dell’arte giovane.

Le vacanze di Natale passano tra feste religiose e profane, grandi mangiate e serate illuminate dai romantici falò e dai fuochi di artificio che hanno il compito di spezzare il grande buio invernale, specie prima di Capodanno. Protagonisti di tali feste sono i 13 Yule, discendenti dei Troll, figli di un’orchessa, ragazzi che in giro nella notte tra scherzi e dispetti riempiono con doni le scarpe che i bambini lasciano fuori le finestre o nei giardini. Ai “cattivi” non viene lasciato il carbone ma una patata cruda. Giorno clou di questo periodo il 23 dicembre, sia per la corsa ai regali che per il piatto della tradizione, una specie di razza putrefatta dall’odore molto forte.
Cibi ugualmente forti si consumano dal 18 gennaio al 16 febbraio nella sentitissima Festa di Porrablot, quella che prepara la fine dell’inverno e festeggia finalmente l’arrivo delle giornate più luminose: per la speciale occasione sulle tavole islandesi – udite udite – arrivano prelibatezze come la carne di squalo marcio, teste bollite di pecora, i testicoli di montone, il sanguinaccio, il pesce secco, la pernice delle nevi, pane e burro in quantità industriali, l’agnello o la renna affumicati e per digerirli serve una grappa locale che in pratica ottunde i sensi!!
Divertente almeno il contorno di canzoni e balli folkloristici.
A febbraio il Festival della Luce ha luogo nel Parco Laugardalur di Reykjavik tra parate, altri fuochi pirotecnici e spettacoli di vario tipo.

Le feste invernali in pratica si concludono con il lunedì e il martedì grasso di Carnevale quando si consumano voracemente tra altri balli e allegre feste di popolo i famosi bignè ripieni e il menu nazionale campagnolo che consiste in zuppa di piselli e carne di montone.
Gran finale ogni primo marzo con il Giorno della Birra.
Poi arriva Pasqua anche in Islanda con le uova di cioccolata e le grandi abbuffate fino a che il 21 aprile si festeggia con eventi di Street Art il primo giorno d’estate e la gente ricomincia a vivere fuori.
La luce estiva
A metà giugno la capitale come i porticcioli e le contrade più remote d’Islanda sono animate dalla Festa del Pescatore, accompagnata da varie sfilate, giochi e gare (di nuoto, di salvataggio, di braccio di ferro, di remi) e fiere gastronomiche.
Poi tocca al Festival Vikingo mettere in scena artigianato, duelli in costume, musiche, cibi e tradizioni e il 17 giugno alla Festa dell’Indipendenza dalla Danimarca con le sue sfumature patriottiche, divertenti o familiari.

Il 20 giugno all’atteso Solstizio d’Estate. Il 24 la Festa di Mezza Estate che secondo una leggenda permette a chi si rotola nella rugiada di guarire da varie malattie.
A luglio il Campionato Equestre di galoppo che è una bella occasione per ammirare gli affascinanti e liberi cavalli islandesi.

Ad agosto in genere va in scena il Gay Pride a Reykjavik, città che nello stesso mese festeggia anche il suo compleanno con musei, librerie, gallerie, pub e caffè sempre aperti.
Ferragosto è il tempo di gite, pic nic e concerti e feste all’aria aperta. Famosa in questo periodo anche la Maratona nella capitale, corsa da molti italiani.
Una certa abitudine alle sbornie non passa mai di moda, inverno o estate che sia.
Il finale di questo piccolo viaggio folkloristico è dedicato alla spiegazione dei colori della bandiera islandese: le lingue di ghiaccio e le distese di neve sono rappresentate nel bianco, le lingue di fuoco e l’energia dei 130 vulcani presenti sul territorio dal rosso e il grande mare che circonda la magnifica isola dal blu.
Buon viaggio!

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