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Kos, la medicina del mare

Biondo Egeo

Kos, la medicina del mare

Lo confesso subito tanto le bugie hanno le gambe corte oppure qualche dio greco mi scaraventerebbe un bel fulmine addosso: di tutte le isole greche che ho visto a Ios nelle Cicladi e a Kos nel Dodecanneso non ci sono andato esattamente per le colonne doriche o ioniche, per il mare greco, il sole greco, il vento greco o il cibo greco, ci sono andato invece per incontrare il più alto numero di bionde che si possano conoscere al di fuori della Scandinavia, dell’Olanda, della Germania o della Gran Bretagna!
Per par condicio è giusto fare anche l’esempio contrario e registrare “giornalisticamente” che a Kos Town o a Kardamena si possono conoscere tanti ragazzi che hanno preso il charter a Amsterdam, a Stoccolma o a Liverpool per colorare le spiagge di questa divertente isola del Dodecaneso con le loro zazzere bionde, con la loro voglia di birra, di sud e di allegrissima vitalità. E i nordeuropei, ragazzi e ragazze, fino a che sono giovani hanno quasi tutti dei bei fisici da liberare nelle estati greche.

di giorno si spalmano al sole nelle lunghe notti li ritrovi con la loro cultura libertaria a ballare

Così capita facilmente che a Kos gli stessi biondi e le stesse bionde che di giorno si spalmano al sole nelle lunghe notti li ritrovi con la loro cultura libertaria a ballare, a bere e a perdersi nei mille disco-bar dell’isola che grazie soprattutto a queste invasioni vichinghe fanno per quattro mesi affari d’oro.

i mille disco-bar dell’isola

Bodrum e Nysiros

Le coste di Kos sono considerate tra le più suggestive di tutto il Dodecaneso, il mare è pulitissimo e i caicchi solcano volentieri le onde e procedono tra i soffi del meltemi anche verso l’attraente costa turca, dove proprio difronte si scorge il profilo della bella città di Bodrum, l’antica Alicarnasso, un’ escursione obbligata per chi vuole entrare a contatto con un’altra cultura, simile ma non troppo. Che stupisce con le vicine rovine di Efeso, raggiungibili in due ore d’auto dalla turistica Bodrum.
D’altronde anche a Kos Town alle chiesette tipiche greche si alternano i minareti di retaggio ottomano, Kos e Bodrum dividono lo stesso mare, lo stesso clima, le stessse spezie e lo stesso kebab: superlativo, da farti venite le bolle a forza di spuntini fuori orario.

alle chiesette tipiche greche si alternano i minareti di retaggio ottomano

L’altra escursione che fanno tutti è quella al vicino isolotto vulcanico di Nysiros, dalla forma rotonda: poche spiagge e turisti, poche e genuine taverne sul porto di Mandraki, l’immersione facile in una Grecia autentica e la scoperta della caldera vulcanica, ancora attiva, proprio in mezzo all’isola, con le sue solfatare, la terra gialla, lo scenario nudo, lunare. Sul versante opposto Emborios, il villaggio pittoresco circondato da alberi da frutto, ulivi, fichi e viti da scoprire in moto, con ritorno a Kos al tramonto.

Kos Town

Ma torniamo a Kos, al suo capoluogo, preso d’assalto dai turisti mordi e fuggi delle navi da crociera e da quelli nord europei che spesso ritrovi a dormire sui lidi cittadini o sotto le palme dopo l’ennesima sbronza notturna. Non li sveglia manco il richiamo del minareto e alcune bionde stupende fino a mezzogiorno restano mezze nude e stordite sulla spiaggia senza sapere neppure come si chiamano.

Sono quasi solo i numerosi italiani a visitare almeno mezza giornata le principali attrazioni culturali dell’isola: il Museo Archeologico, l’antica Agorà e il Castello dei Cavalieri di San Giovanni.

Nel primo si ammirano le collezioni ellenistiche e tardo romane, nella seconda sono rimaste le rovine del tempio di Eracle, del santuario di Afrodite e di una basilica cristiana anche se bisogna sapere che in questo spazio si apriva uno dei mercati più grandi del mondo antico, mentre il terzo fu costruito nel XIV secolo all’ingresso del porto per fronteggiare le minacciose incursioni dei turchi.
Gli inglesi e gli scandinavi difronte a tutto questo preferiscono di gran lunga i pub, le discoteche, senza orario, piene di giovani scapigliati e scatenati, soprattutto a nord del capoluogo dove si ammassano i turisti a basso budget e ad alto tasso di follia.
Sono quasi un fenomeno da studiare perché diventano rossi dopo mezz’ora in spiaggia, hanno sempre una bottiglia in mano e specie durante i balli i coetanei latini vincono facile per seduzione e furbizia…

Una cosa però va detta: lo sguardo del giovane muscoloso e quello lentigginoso della biondina sobria di Amburgo o Oslo che ti sei scelto ti restano dentro per tutta l’estate!

E che divertimento sia.

Ma torniamo a Kos, al suo capoluogo, preso d’assalto dai turisti mordi e fuggi delle navi da crociera

Il platano e il santuario

Ma il tesoro nascosto di Kos Town per me è stata la piazzetta vicina al castello di Neratzia dove si trova il grande platano di Ippocrate.
Sotto queste fronde si dice che il fondatore della medicina moderna tenesse le lezioni e le conversazioni coi suoi allievi. E’ curioso e fa sorridere questo contrasto: nell’isola in passato culla della medicina oggi le medicine e gli ospedali servono a rianimare i vichinghi in vacanza!!!

La medicina ha un altro luogo di culto a Kos, esattamente nel Tempio di Esculapio, il dio greco di questa nobile e salvifica scienza: sistemato nel mezzo di un paesaggio più aspro, più nudo, tra rocce e capre.

Fu portato alla luce nel 1902 e si capì da subito che era uno dei più importanti del mondo greco, coi malati che vi arrivavano da molto lontano. Dopo tre giorni di lavaggi rituali e scrupolosi digiuni i pazienti venivano curati da Ippocrate e dagli altri medici, in quello che già nell’antichità era una specie di grande ospedale. Particolare un po’ cruento, quello della notte prima della cura: il malato doveva sacrificare un animale al dio delle medicina e dormire sulla sua pelle insanguinata…

Le cure si basavano sulla ricerca di una vita sana e in armonia con la natura, abbondavano le terapie a base di acqua e di erbe, e la novità straordinaria fu che per la prima volta in quei tempi sacerdoti e medici parlarono di diagnosi e di prognosi: la medicina occidentale stava nascendo sotto quegli altari, quei templi, quelle terrazze vista mare…
Purtroppo col tempo varie statue, colonne, ricchezze e testimonianze sono andate perse o saccheggiate.

La medicina ha un altro luogo di culto a Kos, esattamente nel Tempio di Esculapio

Le altre attrazioni di Kos

Le altre passeggiate nella terra di Ippocrate si svolgono in genere tra le stradine pedonali della Città Vecchia, lastricate in pietra, piene di negozietti e taverne, di alberi e di locali, di menu in cinque lingue, oppure si va a passare una giornata al mare di Kardamena e di Maastichari, gli altri due poli turistici più famosi dell’isola, dove si trovano anche villaggi gestiti dai tour operator di casa nostra.
Ma come spesso accade la magia della Grecia spunta all’improvviso, nei paesaggi e nei ritratti più semplici e ti sorprende come una rivelazione.
Davanti a un gregge di capre che riposano sotto gli ulivi argentati, a un pescatore che sbroglia la rete, a un contadino che ritorna a dorso di mulo dai campi assolati.
Davanti a tre colonne che sembrano sorvegliare o benedire il mare, nuotando verso un isolotto con l’immancabile chiesetta bianca e blu.

Davanti a tre colonne che sembrano sorvegliare o benedire il mare, nuotando verso un isolotto con l’immancabile chiesetta bianca e blu.

O perdendosi, se la notte e i balli e le bevute hanno lasciato delle energie, nel centro dell’isola, tra i profumi mediterranei delle piccole colline, i villaggi abitati ormai solo dai vecchi, le taverne panoramiche dove gustare il polpo o l’agnello alla brace e il mare azzurro goduto stavolta da poco più lontano. Per questo misto di sacro e profano, di mare azzurro e notti lunghe, di storie di medicina e di discoteche, Kos va conosciuta e visitata. Ha superato anche l’ultimo terremoto e ti aspetta più bella e disinvolta che mai.

tra i profumi mediterranei delle piccole colline

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