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Isole

Le perle di Dubrovnik

Un Adriatico completamente diverso

Da noi un orizzonte in prevalenza piatto e sabbioso, tranne il Gargano, il Conero e la riviera triestina, dall’altra parte del mare una serie infinita di isolette, di coste verdi e frastagliate, di città storiche in pietra adagiate dentro piccole baie. Un Mar Adriatico di scoglio, pulitissimo, poetico, fresco, mai banale. Parchi naturali le isole stesse, spiagge in prevalenza di ciottoli sotto belle pinete, bellissime gite in barca a vela, percorsi di trekking panoramici e profumati, fondali dove si trovano ancora le stelle marine. La Croazia della regione di Dubrovnik, più nota col nome di Dalmazia, trasmette il suo genius loci agli amanti del blu e il vagar per isole qui diventa una splendida possibilità di vacanza, anche molto vicina.

Le perle di Dubrovnik, Un Adriatico completamente diverso

Il retaggio del viaggio da queste parti oltre tutto è molto antico perché a Korcula che era sotto il dominio di Venezia nacque Marco Polo e chissà che a vedere i marinai, le vele, i porti, i commerci non gli venne quella voglia insopprimibile di partire e di conoscere. Dal mare croato al lontano Oriente fu solo un cambio di prospettiva, un’occasione presa al volo, una missione da mercanti, ma il seme delle sue grandi spedizioni fu piantato lì.

Scalo a Dubrovnik

Il nostro arrivo in Dalmazia toccherà probabilmente per primo questa città. Ed è una fortuna.

Dubrovnik è un piccolo gioiello dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco,

Dubrovnik è un piccolo gioiello dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, il centro storico più importante dell’Adriatico dopo Venezia, protetto per secoli dalle scorribande dei veneziani, dei turchi e dei serbi dalla sua possente cinta di bianche mura, lunghe circa 2km, alte 25 metri e larghe 6 e da ben 15 fortini. Il loro giro panoramico a piedi, molto bello, si compie in circa un’ora e può costituire il migliore benvenuto alla città, specie se la passeggiata si effettua al tramonto.

Dall’alto e dal mare Dubrovnik appare molto poetica coi suoi tetti rossi da cui svettano campanili in pietra

Dall’alto e dal mare Dubrovnik appare molto poetica coi suoi tetti rossi da cui svettano campanili in pietra; sotto i tetti si aprono dedali di stradine e piazzette romantiche e camminarci è qualcosa che assomiglia a un dono. Fu Repubblica Marinara fiera e libera per oltre 450 anni, luogo di navigatori, corsari, pescatori, capace di resistere davanti a popoli più grandi e abituati a domini e conquiste, e questo grazie alla sua forma compatta, alle sue fortezze e al coraggio degli abitanti; oggi sempre grazie all’Unesco ha curato le profonde ferite della guerra civile e sta rinascendo a una nuova e dinamica vita, turistica, artistica e balneare. Grazie ai suoi monumenti, alle meravigliose coste di acque turchesi ricoperte da boschi di querce (dubrava in croato, da qui il nome della città) e alle isole incantevoli che si raggiungono dal suo porto e che sono piccole ma preziose, come le perle in una collana. Già fuori le mura di Dubrovnik le acque diventano di colori incredibili e ci si rilassa volentieri nelle calette di scogli e ciottoli. Il soggiorno tra Mljiet, Korcula e Vis farà il resto.

Paradiso e Inferno

“Se volete il paradiso andate a Dubrovnik” amava dire il drammaturgo George Bernard Shaw

“Se volete il paradiso andate a Dubrovnik” amava dire il drammaturgo George Bernard Shaw ma l’aristocratica e orgogliosa Ragusa veneziana tra la fine del 1991 e l’inizio del 1992 ha vissuto un periodo altamente drammatico visto che sulla città vecchia caddero duemila bombe dei serbi di Milosevic a distruggere case e chiese, mura e fontane, e tante vite. I danni al patrimonio artistico della città furono indicibili, Ragusa rimase spesso senza luce, acqua, speranze e molti abitanti si salvarono rifugiandosi dentro il Forte di San Giovanni che ancora troneggia sul molo. Ci ha pensato appunto l’Unesco a finanziare gran parte del restauro anche se le famose cave calcaree di Korcula ormai esaurite hanno obbligato urbanisti e architetti alla ricerca della pietra bianca in altre isole della costa.

Lo Stradun, 300 metri da sogno

il centro storico di Dubrovnik è diventato ancora una volta e speriamo per sempre il salotto buono della Croazia

E così il miracolo è avvenuto: il centro storico di Dubrovnik è diventato ancora una volta e speriamo per sempre il salotto buono della Croazia, che accoglie i visitatori con la lucida pavimentazione in pavè e gli eleganti Caffè e botteghe dello Stradun, il corso principale di 300 metri da percorrere lentamente perché è un teatro all’aperto; che fa alzare gli occhi verso le linee barocche della Chiesa di San Biagio, in Piazza Luza (eletto a patrono locale per aver avvisato un sacerdote di un imminente attacco dei veneziani); o verso le facciate dei numerosi Palazzi storici di tutti i secoli e tutti gli stili come il Convento Francescano con farmacia del ‘300 che vende cera d’api, acqua di rose, latte di mandorle e cacao, ricette secolari e nuovi unguenti per combattere le rughe, il tempo che passa e l’infelicità; il medievale Palazzo Rettori del ‘400, il rinascimentale Palazzo Sanza del ‘500, le Due Porte, la bella Fontana di Onofrio, le Fortezze di Revelin e Lovrijenac, la Cattedrale progettata da Bufalini di Urbino con la piazzetta del mercato e la Torre dell’Orologio. O anche verso il Museo locale, pieno di opere d’arte, ricordi navali, oggetti della vita di mare e memorie di guerra.

le facciate dei numerosi Palazzi storici di tutti i secoli e tutti gli stili come il Convento Francescano

La dolce vita di Dubrovnik

Tutta Dubrovnik è fregi di pietra, fremiti di storia, romanticismo alla luce serale dei lampioni, buoni sapori da gustare. E in estate tra antiche corti e bastioni vanno in scena varie performances artistiche.
Per lo shopping sullo Stradun i souvenir migliori sono quelli in ceramica, legno, vetro o tessuto, un occhio si butta volentieri alla moda croata, mentre per la serata c’è solo l’imbarazzo della scelta tra locali che propongono aperitivi e concerti jazz. Come spuntino da non mancare i favolosi panini col prosciutto affumicato sul fuoco di legna di ginepro, caprini sott’olio e pomodori.

Tutta Dubrovnik è fregi di pietra, fremiti di storia

Nei dintorni di Dubrovnik ci sono almeno due cose molto belle da vedere nella penisola di Peljesac (o Sabbioncello): il borgo di Ston col suo sentiero panoramico, le vie antiche, le taverne che servono ostriche, le vecchie mura e la chiesa di San Michele; e il borgo di pescatori di Orebic con le sue tipiche scene di barche e di mare. Tutta la lingua della penisola che si protende in mare difronte alle coste settentrionali di Korcula e di Mljet, è habitat del muflone oltre che piena di panorami di rara bellezza.

piena di panorami di rara bellezza

Marco Polo e Korcula

Secondo la leggenda l’isola di Korcula fu fondata da Enea e secondo la storia fu la città natale di Marco Polo (1254): i veneziani non amano farlo troppo sapere e al massimo spiegano il fatto che questa meravigliosa terra ai tempi dell’autore de “Il Milione” era sotto il dominio della Serenissima e così capitò che il grande viaggiatore nacque qui. In realtà famiglie di mercanti e naviganti col nome Polo c’erano da tempo e i discendenti a Korcula ci sono ancora…

amiglie di mercanti e naviganti col nome Polo c’erano da tempo

A Korcula si svolse una famosa battaglia navale tra le Repubbliche Marinare dove Genova con l’Ammiraglio Doria inflisse una pesante sconfitta a Venezia: 65 navi affondate, 18 catturate, oltre 7000 morti e altrettanti prigionieri fra cui proprio Marco Polo che nel carcere di Palazzo San Giorgio a Genova dettò parti de “Il Milione” al suo compagno di cella Rustichello da Pisa.

La danza Moreska

Oltre a percorrere le vie dei Polo sarebbe bello capitare a Korcula il 29 luglio per San Teodoro perché tutta l’isola si anima con un ballo di ispirazione cavalleresca, la Moreska, che racconta la lotta degli spadaccini locali, ovviamente cristiani, per liberare una fanciulla rapita dal Re dei Mori; la danza era anche un modo per esorcizzare il terrore per gli assalti dei Turchi. Molto belli il folklore, i costumi e la musica che accompagnano nel paesino di Blato e in estate un po’ ovunque ogni giovedì questa rievocazione di tradizione spagnola, arrivata a Korcula dalla Sicilia via Venezia. La danza tipica locale è il solito tributo alla cultura della mescolanza, molto diffusa tra le genti di mare.

Una città a forma di lisca di pesce

Un’unica strada attraversa tutta l’isola e permette di scoprire lentamente i suoi villaggi anche se le vere opere d’arte sono nel capoluogo che ricorda un borgo veneziano con le sue ripide calli, i suoi bei palazzi e i manufatti degli scalpellini. A Korcula abitano pure marinai di traghetti, di mercantili e di vela, pescatori, guardiani di fari, gente abituata a partire e a sognare. Nell’aria e nelle facce il mare si sente e si vede, immenso e forte. In città si visita l’interessante Museo Gradsky con acquerelli a soggetto marinaro e carte nautiche oppure si sorseggiano volentieri i vini bianchi Posip e Grk.
Chiaramente il vero spettacolo di Korcula è nelle spiagge e nel mare ma ispira curiosità anche la sua pianta urbana a lisca di pesce, progettata per assicurarle un clima più piacevole. Le strade che vanno verso ovest sono diritte per consentire al maestrale (vento che proviene da nord ovest) di entrare liberamente in città e rinfrescare la temperatura nei mesi estivi, mentre quelle rivolte ad est sono leggermente incurvate così da ridurre l’impeto della bora (vento freddo proveniente da nord est).

il vero spettacolo di Korcula è nelle spiagge e nel mare

Le spiagge di Korcula

La costa dell’isola di Korcula si estende per circa 180 Km chilometri ed è costellata da insenature e piccole isolette raggiungibili in barca. Si possono passare intere giornate in barca, battezzando da soli una baia turchese, godendo della vista delle coste verdi e dei paesini coi tetti rossi. Nella parte settentrionale si trovano spiagge con ciottoli e piscine naturali con fondali bassi che permettono la balneazione anche ai meno avvezzi al nuoto. La costa della parte meridionale, decisamente più rocciosa, regala inaspettatamente spiagge sabbiose, mete preferite delle famiglie con bambini, mentre gli amanti delle immersioni potranno trovare nella costa occidentale fondali profondi e misteriosi tutti da scoprire. Per le pause gastronomiche i piatti più gustosi dell’isola sono il capretto alla brace, il polpo cotto sotto la campana di terracotta e grandi grigliate di carne o pesce servite con una sublime salsa ai peperoni.

Si possono passare intere giornate in barca, battezzando da soli una baia turchese

Da Bilin Zal a Pupnatska Luka

Dal capoluogo cominciando il nostro giro verso est raggiungiamo per prima la zona vicina al villaggio di Lumbarda dove la spiaggia Bilin Zal è la destinazione preferita della popolazione locale in quanto considerata perfetta per la comodità, il suolo sabbioso e il mare poco profondo che facilita la balneazione anche ai bambini. A pochi minuti da qui c’è la bellissima spiaggia di Tatinija, da cui si godono viste meravigliose sull’arcipelago e sulla città di Orebic.
Bisogna percorrere ancora qualche km per arrivare alla spiaggia più famosa di Korcula che è Vela Prizna. Situata sul lato sud orientale dell’isola, è composta da sabbia e circondata da bellissimi vigneti. Il mare, grazie alle correnti che favoriscono il ricambio dell’acqua, è sempre molto pulito e lo sguardo si posa volentieri sulla verde e fresca pineta che arriva a lambire la riva. A circa 5 chilometri dal borgo di Pupnat troviamo poi la più pittoresca insenatura di Korcula, ovvero Pupnatska Luka. La macchia mediterranea, la spiaggia in ciottoli e il mare cristallino rendono questo posto incantevole, per lo snorkeling, per il relax o per un giro tranquillo col kayak.

La macchia mediterranea, la spiaggia in ciottoli e il mare cristallino

Da Baja Istruga a Vela Luka

A sud vicino a Brna si scopre un’altra baia molto bella, chiamata Baja Istruga. La sua spiaggia è sabbiosa e nasconde una particolarità che la rende speciale: è formata da sedimenti di fango marino chiamato “peloid”, per uno spessore di 6 metri, che attribuiscono a questo territorio valore terapeutico. Se si prosegue ecco la costa di Prizba, coi moli in pietra da dove si tuffano i ragazzi e poco al largo gli isolotti, che si possono esplorare noleggiando una barca.
Una sosta più lunga la meritano senz’altro i dintorni di Vela Luka, il centro turistico più grande dell’isola insieme al capoluogo dal quale dista circa 40 chilometri. Tra le attrattive di questa zona c’è la baia Kale con i suoi fanghi curativi, e poco distante, sull’isolotto di Osjak, il bellissimo Parco forestale protetto nel quale è possibile organizzare escursioni. Da Vela Luka si scopre la spiaggia di Proizd sull’omonimo isolotto a 30’ di barca: si passa attraverso foreste di pini e si arriva a un mare dal colore turchese surreale, circondato da rocce piatte dove si finisce volentieri la giornata assorbendo tutto il sole possibile.

Una sosta più lunga la meritano senz’altro i dintorni di Vela Luka, il centro turistico più grande dell’isola

Da Vaja a Badija

Spostandoci verso il lato nord dell’isola la sosta più interessante è quella a Vaja, di fronte alla penisola di Pelijesac: si tratta di una baia rocciosa che offre un mare capace di richiamare le più svariate tonalità di colore, uno spettacolo per gli occhi. Infine a circa 15 minuti dal lungomare di Korcula si trova un’altra bellissima spiaggia raggiungibile con una barca-taxi: è la spiaggia di Badija, composta da rocce, da una fitta vegetazione e da un fondale di pietre bianche. Nel secolo scorso l’isola di Badija era abitata dai frati francescani. Oggi è ancora presente il monastero, una meta imperdibile se decidete di organizzare un’escursione in giornata. Mare, storia, pietre: si lascerà Korcula con molte emozioni.

Mare, storia, pietre: si lascerà Korcula con molte emozioni.

Un’isola al miele, anche per Ulisse

Tante erano le api nelle sue foreste che questa incantevole isola fu chiamata dai greci Melita, ovvero miele. Si narra che Ulisse nel suo viaggio per tornare a Itaca si fermò 8 lunghi e sensuali anni a Mljet, attratto dalla grande bellezza del luogo e da quella della ninfa Calypso, signora dell’Isola e amata dall’eroe omerico in una grotta locale ancora visitabile. Ulisse che fu il primo eroe legato all’inquietudine e al viaggio davvero non si sarebbe fermato in un posto qualsiasi, no…???

questa incantevole isola fu chiamata dai greci Melita

Nel 1151 l’isola visse un altro evento importante per la sua storia perché divenne feudo dei padri benedettini pugliesi i quali fondarono il monastero che sorge sull’isolotto di Sveta Marija, nel Lago Grande. Questa chiesa custodiva la biblioteca più preziosa della Dalmazia, una sorta di Nome della Rosa in mezzo al Mediterraneo.
Il capoluogo e l’unico centro vivace di Mljet è il porto Polace, tanti i minuscoli villaggi immersi nella quiete e le rovine romane di Porto Palazzo o nascoste nel resto dell’isola.

Il verde incanto di Mljet

Il volto più famoso di Mljet, coperta per il 70% del suo territorio da una lussureggiante vegetazione, è senz’altro il suo Parco Nazionale a nord, uno dei sette parchi della Croazia. E’ un ambiente straordinario e protetto dal 1960, un mondo poetico di acque e di verde, in cui sorgono 2 specchi d’acqua, il Lago Grande e il Lago Piccolo, collegati tra loro e col mare grazie a una fitta rete di canali che si insinuano in una bellissima foresta con tanti pini d’Aleppo e lecci, tra baie nascoste e foche monache che nuotano vicino alle coste. L’effetto cromatico è quello poetico di una tavolozza di blu e celeste alternati al verde smeraldo. Davvero una favola naturalistica.

L’effetto cromatico è quello poetico di una tavolozza di blu e celeste alternati al verde smeraldo

Le spiagge più belle di Mljet

A Mljiet non esistono grandi e attrezzati lidi turistici, piuttosto calette verdi, rocciose, sabbiose, quasi sempre nascoste, piccole, selvagge. Dove fare bagni indimenticabili. Dove ascoltare la natura. Dove contare i ciottoli. Dove dimenticarsi di tutto. L’alternanza di calette è interrotta casualmente da boschi e da macchia mediterranea o da paesini con terrazze e moli di legno, ideali per ormeggiare la barca, stendere l’asciugamano e tuffarsi in acque trasparenti.
La baia sabbiosa, soleggiata e protetta dal vento di Saplunara si trova nella parte sudorientale dell’isola ed è raggiungibile con la strada principale. Le spiagge qui sono tre: Velika, Mala Saplunara e Blace e sono spiagge di sabbia, circondate da foreste di pini, tutte molto tranquille e con una temperatura caldissima dell’acqua che in piena estate raggiunge anche i 28 gradi. Venti minuti a piedi si incontra Blace che assomiglia a una laguna, amata dai naturisti e con chioschetti di pescatori tra i pini che offrono quello appena tirato sù con le reti oppure vino, miele, formaggio.
Nella baia di Pomena, nel porto di Sobra e in quello di Kozarica il sole e il mare, subito profondo, si godono da moli rocciosi. Da qui partono giri in barca e battute di pesca.

I due laghi interni

E arriviamo tra boschi ed uccelli al Grande Lago col monastero, il cuore interno di Mljet. Dal molo di Pristaniste partono le escursioni verso i due laghi salati del Parco Nazionale, le cui sponde sono molto apprezzate dai bagnanti e meta di gite giornaliere da Korcula e da Dubrovnik, anche per la presenza di alberi e punti di ristoro.
Le acque del Lago Piccolo sono placide e più calde del mare all’esterno dell’isola e in alcune zone ci si immerge in prodigiosi fanghi terapeutici. E’ possibile fare tutto il giro del Lago Piccolo a piedi, ci si impiega meno di un’ora e i panorami fanno bene agli occhi.
Il finale al mare di Mljet si può vivere a Sutmiholjska, spiaggia sabbiosa vicino a un pittoresco villaggio di pescatori dove i piatti migliori sono gli scorfani e le aragoste cotti con pomodori e patate nel forno a legna e capretto e cinghiale al sugo. Il pranzo si fa sotto gli alberi, davanti a un mare incantevole. Vino e miele locale per chiudere in bellezza.

E’ possibile fare tutto il giro del Lago Piccolo a piedi

La repubblica dei sognatori

La perla più lontana e selvaggia rispetto a Dubrovnik è l’isola di Vis, dalle coste rocciose e che sembra ferma nel tempo. Qui c’erano i bunker con gli arsenali navali del Maresciallo Tito e oggi nelle stesse grotte riposano le botti del vino Pavlac. La bella e fiera Vis, detta dai dalmati anche “la repubblica dei sognatori” per la numerosa presenza di giovani artisti che l’hanno eletta a loro rifugio creativo e a luogo di vita naturale e alternativa, si può raggiungere con escursione giornaliera da Korcula (dal porticciolo di Vela Luka), per vedere alcune meraviglie: la cittadina più antica della Dalmazia con la testa di Afrodite conservata nel museo locale che ricorda l’epoca della colonia greca di Issa; il borgo di pescatori di Komiza che rifornì per decenni di pesce azzurro sia Venezia che Vienna (festa del pesce il 5 agosto); il convento francescano su un isolotto; la Grotta Azzurra nello scoglio di Bisevo che si raggiunge solo in barca e che rappresenta senz’altro uno dei paradisi marini più integri dell’Adriatico, anche per il WWF.

è l’isola di Vis, dalle coste rocciose e che sembra ferma nel tempo

Il Parlamento di Vis

Insomma quest’isola che è lunga solo 17 km e larga 8 è una meta d’èlite, con poche taverne, molte barche, resti di case veneziane, tanti orti, vigneti e bambini (una bella differenza con altre isole che in inverno vanno in letargo … geriatrico) e il Bar Bejbi con le sue sessioni di musica e le sue riunioni: è qui che durante l’anno si commentano le notizie arrivate coi giornali del continente, si dirimono le controversie, nascono e muoiono gli amori e prendono forma le nuove idee o si ricordano le storie dei contrabbandieri… E’ il piccolo Parlamento di Vis, la sua memoria, il suo luogo sociale. Dove passare e ripassare, ambientarsi, riconoscersi, riconoscere.

Vis ha anche due ristorantini d’eccellenza: “Villa Kaliopa”, famoso per la sua zuppa di scampi e fondato da un ragazzo che osò scommettere anni fa su una piantagione di cavoli, mai cresciuti da queste parti. Oppure Roki’s, nascosto a Plisko Plje, in una valle coltivata a vigneti nel cuore dell’isola, per gustare agnello, pesce o polpo preparati sotto la cenere e innaffiati da ottimo vino.

A Vis ho ritrovato il tempo e l’umore per rileggermi lo stupendo breviario “Mediterraneo” di Metvejevic, capace di raccontare in modo vivissimo isole, storie e genti della meravigliosa Dalmazia. Il paese dove bastano un’isola e una barca per sentirsi felice nel mondo.

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