La magia della Lapponia

Rovaniemi come città non rappresenta nulla di speciale: è un puntino nella immensa solitudine artica, un mucchio di case nelle grandi distese del nord, bianche di neve di inverno e verdi e azzurre di boschi e laghi d’estate. E’ il punto di ritrovo, di commercio e di divertimento in mezzo alla tundra, il simbolo urbano della Lapponia, l’ultima frontiera della Finlandia. Quando ci arrivi incontri più renne di uomini, più alberi che palazzi, più cani da slitta che da cortile. Ha solo qualche bella architettura creata dal genio del design scandinavo, Alvar Aalto, il teatro, la biblioteca e il municipio per esempio.
Rovaniemi però cambia quando cominci a vederla sotto un’altra luce, e non parlo di quell’alone magico, violaceo o verdastro, fluorescente, della meravigliosa aurora boreale. Mi riferisco al fascino che esercita questa località nelle terre del Nord per la presenza del suo carismatico personaggio, Babbo Natale. Che muove l’affetto dei grandi, eccita l’animo candido dei bambini, fa volare con la fantasia, sviluppa una grandiosa macchina di marketing turistico e se vogliamo anche un piccolo miracolo poetico.
La Lapponia ha questo di bello: permette di vivere la magia del Natale come nessun altro posto.


Il villaggio di Babbo Natale
A soli 8 km dal centro di Rovaniemi, immerso in un bosco di abeti innevati, ecco aprirsi le porte di questo insolito regno. Il villaggio di Babbo Natale esiste dal 1985 e lo hanno visitato milioni di persone, le famiglie ovviamente, ma anche i giovani come noi arrivati col mitico Interrail. Secondo la leggenda il vero rifugio del buon vecchio è nascosto sulla montagna di Korvatunturi che ha una forma d’orecchio (e qui Santa Klaus può ascoltare le richieste di tutti i bambini) ma è stato creato questo villaggio per farlo vivere un po’ in mezzo alla gente.
Prima del Villaggio tutto il folklore legato al Natale veniva rappresentato e custodito in una semplice capanna di legno, voluta nel 1950 per accogliere il presidente americano Roosevelt e sua moglie, in visita a una Finlandia ferita dalla seconda guerra mondiale, col generoso proposito di portare aiuti umanitari nella regione artica.
Il benvenuto nella costruzione principale, che col suo tetto a punta ricorda le Stavkirche norvegesi, lo danno un paio di elfi vestiti di rosso e di verde, col cappello a punta e il pellicciotto pesante. Devo dire che in barba a ogni tradizione nella mia settimana passata in Lapponia ho ammirato anche un paio di elfe, biondine, con le lentiggini, col sorriso malizioso e indimenticabile. Forse erano finiti gli elfi maschi o erano di turno loro, è stata comunque una bella sorpresa!
Accanto agli elfi una coppia di renne, sempre col muso in basso, a brucare i licheni nel ghiaccio, a sfidare il vento gelido, a rappresentare l’idea stessa del Natale con le loro corna maestose, il corpo infiocchettato di rosso, le slitte posate lì accanto.


Gli aiutanti di Babbo Natale scattano con te le prime foto ricordo e poi ti accompagnano nell’ufficio accogliente del grande vecchio, dove fanno bella mostra di sé, tra pacchi regalo sparsi sul pavimento, una robusta scrivania e una stufa gigante. Babbo Natale se ne sta là dietro, inforca gli occhiali quasi nascosti dal barbone bianco, ha uno sguardo limpido, frizzante, saggio o filosofico a seconda dell’essere umano che lo sta in quel momento impersonando. E’ comunque gentile e buono, un po’ grassottello ovviamente, ma magari dentro il costume c’è un fusto finlandese di vent’anni cui hanno sistemato sull’addome qualche cuscino!
Un paio d’ore trascorrono molto volentieri: si passa dal recinto con le renne al laboratorio dei giocattoli, fino al timbro sul passaporto e alle classiche foto in braccio a un Babbo Natale gongolante, che offre generose pacche sulle spalle, che raccomanda di rispettare la promessa di essere buoni, che promette a sua volta di arrivare un giorno a casa tua con la slitta o dal camino, di rivedersi insomma, in una cornice da favola: un mondo di sogni, da bambini, ma tanto genuino, caloroso, divertente.
Poi arriva lo shopping ovviamente… Cosa vuoi riportare a casa, un tessuto fatto a mano di un villaggio lappone o un berretto colorato del pastore di renne? Un coltello da caccia o un vaso di vetro? Un maglione di lana o una calda pantofola? Un elfo di legno, un dolcetto delizioso, le palle decorate dell’albero o del salame di renna? Nel villaggio trovi di tutto.
Il momento dei saluti prevede la famosa letterina: dall’ufficio postale di Babbo Natale, Rovaniemi, Lapponia, Finlandia, puoi raggiungere qualunque indirizzo nel mondo, mandare una cartolina, un diploma, un regalo. Ora gli anni sono passati ma ricordo distintamente che per almeno 3 anni ogni Natale dal Villaggio di Babbo Natale mi arrivava il suo saluto, perché ovviamente tra gli indirizzi avevo lasciato anche quello della mia famiglia. Lo avevo lasciato nella mitica cassetta postale rossa.


Turismo bianco
Slitte trainate da bellissimi husky dagli occhi azzurri come il cielo terso del Nord, carrozze trainate da renne, motoslitte che scivolano veloci sulla neve, l’osservazione dell’aurora boreale, safari avventurosi nel cuore bianco delle foreste, sci di fondo per chilometri interminabili, sci alpino su una collina vicino la città, un divertente Snow Park, lo Zoo dell’Artico, le fattorie didattiche per scoprire come si fa il latte e il formaggio, le botteghe artigianali che vendono la carne essiccata di renna, gli oggetti in betulla e ginepro, i pezzi minimalisti del design finlandese e i costumi rosso-blu dei lapponi.
E poi le saune bollenti e i tuffi o la pesca in un buco fatto nel ghiaccio, la cerimonia di attraversamento del Circolo Polare Artico, le ore a osservare i lampi colorati nel cielo, la notte assoluta, il crepitio di un fuoco, il comfort di un rifugio di legno, di un albergo di ghiaccio, le cene a base di zuppe, di pesce, di funghi, di formaggi deliziosi e di frutti di bosco, le storie e le leggende della Lapponia raccontate in inglese, le discese col bob, le ciaspole, la brina che si poggia sul naso, i sentieri da scoprire, ascoltando solo i rumori della natura, vedendo solo gli animali e gli uccelli polari.
Io non lo so sinceramente se ho dimenticato qualcosa ma tutte queste attività, tutte queste emozioni, a Rovaniemi sono possibili. Costano molto è vero, ma sono organizzate in modo eccellente e le sensazioni di vivere la wilderness nordica sono davvero autentiche.


Cacciatori di aurore
Insieme a Babbo Natale i turisti a Rovaniemi e in Lapponia le vogliono vedere, è normale… Ma le aurore boreali non sono un monumento, non hanno un indirizzo, non ti garantiscono nessuna apparizione sicura come sui depliànts. Sono un fenomeno naturale, uno dei più belli che il Nord, l’inverno e le notti serene e gelate della Lapponia possano regalare, ma sono belle proprio perché improvvise, dei lampi a sorpresa, non degli incanti a comando.
L’autunno è la stagione più indicata per vederle perché serve l’aria un po’ più calda e lo specchio liquido di un lago, in genere il fenomeno appare verso la mezzanotte ed è più facile vederlo nella foresta che circonda il villaggio che dal villaggio stesso, perché la sua luce artificiale un po’ la penalizza. Le aurore non amano infatti l’inquinamento luminoso, si concedono solo nella natura infinita e silenziosa. Serve tutto il nero della notte per sognare davanti al fenomeno iridescente. I più fortunati la potranno ammirare dagli igloo di vetro dei resort di lusso, nel cuore del bosco.

Coi miei amici ci siamo affidati a un’agenzia di Rovaniemi, quella che ci ha colpito di più per le foto in vetrina. Sulle motoslitte, coperti con un caldo piumino, eccitati dal nostro fiato che si congelava appena emesso nell’aria, accompagnati dagli husky e dal verso dei gufi dai boschi, abbiamo visto il cielo inventare colori, strisce, poesie: bellissimo, breve ma bellissimo.
Per i cacciatori solitari delle aurore ecco un paio di luoghi probabili per avvistarle: il parcheggio di Olkkajärvi e la collina panoramica sopra Rovaniemi che si chiama Ounasvaara. Oppure l’immensa foresta da scegliere a caso, la pazienza, l’attesa e l’eventuale stupore da affidare a uno scatto sbalorditivo, uno di quelli compiuti con le vecchie macchine professionali, altro che digitali, con gli obiettivi grandi, mettendo a fuoco un albero, una collina, una cascata o la luna.



Il ripasso
Il saluto migliore a Rovaniemi, alle sue notti di bisboccia coi giovani annebbiati dalla vodka che si dimenticano perfino come si chiamano, alle leggende natalizie che rendono orgogliosa la città, è una visita al Museo Arktikum un edificio moderno con un lungo corridoio in vetro che spalanca la vista sul bosco e sul fiume. Qui si scoprono tutte insieme le tradizioni e i tesori della Lapponia da un punto di vista naturalistico e scientifico: gli uccelli che si possono ammirare col birdwatching, il fenomeno delle aurore boreali, le orme degli animali nella neve, i costumi e il folklore del popolo silenzioso dei Sami. Nel vicino Museo Pilke si impara invece tutto sulle foreste, sull’ambiente ecosostenibile e sulla cultura verde. La Finlandia oltre al vecchietto generoso che inonda il mondo di letterine e regali in fondo è proprio questo, un’elegia e un ripasso della grande cultura del Nord.

Non ci sono Commenti