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Isole

Nosy Be, laggiù in Madagascar

L’Arca di Noè

Nella quinta isola più grande del mondo l’85% del mondo vegetale e faunistico è endemico

Nella quinta isola più grande del mondo (dopo Australia, Groenlandia, Nuova Guinea, Borneo) l’85% del mondo vegetale e faunistico è endemico al punto che per spiegare le misteriose origini di tante specie alcuni scienziati hanno nel tempo identificato il Madagascar come quello che rimane di un continente scomparso, una sorta di Atlantide dei Mari del Sud.
Come su un’Arca di Noè, qui sono sopravvissute specie uniche di flora e fauna come i famosi lemuri, le manguste che divorano i serpenti, camaleonti piccoli come cavallette o grandi come iguane, il pesce cieco, il pesce scorpione e il pesce farfalla, la rana mandarino tutta arancione, le anguille delle risaie, 100 tipi di rettili innocui, 300 specie di uccelli variopinti, 12.000 specie di fiori e di piante, 6 tipi di baobab da quelli nani a quelli giganti, 110 tipi di palme tra cui quella “del viaggiatore” che regala acqua a sorpresa, gli alberi-piovra che ti avvolgono coi loro rami spinosi, 700 varietà di meravigliose orchidee e chi più ne ha più ne metta!

camaleonti piccoli come cavallette o grandi come

Il mondo dei lemuri

Parliamo della stessa isola-continente dove simpaticamente i geki e i camaleonti spesso scendono dalle piante per farvi compagnia a colazione ma occhio alle marmellate e agli zuccheri di cui sono golosi! Dell’unica terra al mondo dove oggi si può anche adottare un lemure, l’animaletto con gli occhi sognanti e il pelo folto e morbido come quello di un pelouche.
Magari vi capiterà di vedere un microcebus col suo corpo da topo e gli occhioni sporgenti o l’indri, peloso come un orsacchiotto, che sveglia la foresta al primo raggio di sole col suo urlo acuto e straziante o forse il propiteco capace di saltare fino a 10 metri o la specie dei catta, quelli con coda bianca e nera che si trovano nelle vicinanze di Nosy Be. Ci sono poi i lemuri ballerini, i sifaka, ai loro antipodi i chirogaleo, grigetti, timidi e notturni e i “famosi” maki diventati i protagonisti del cartoon “Madagascar”.

Il mondo dei lemuri

I giardinieri del Madagascar

I lemuri dovrebbero stare sulla bandiera del Madagascar per quanto lo caratterizzano: sono scimmie primitive arrivate sull’isola milioni di anni fa su tronchi d’alberi alla deriva, si mettono in posa in cima ai baobab o sugli alberi delle foreste pluviali o gironzolano nelle aree più desertiche. Svolgono un ruolo strategico per l’habitat, sono definiti “i giardinieri” dell’isola perché si nutrono soprattutto di frutta e spargono i semi della stessa su tutto il territorio. Possono vivere fino ai 30 anni, pesare fino ai 9 kg, essere alti fino a 70 cm.
Una curiosità su di loro è davvero simpatica: sappiamo anche dai cartoni animati che vivono in ampi gruppi familiari e che comandano le femmine, ma magari ci era sfuggita la notizia che comanda chi puzza di più e ciò si stabilisce attraverso delle vere e proprie lotte olfattive (ve lo giuro, l’ho letto sul manuale del WWF)!!

Svolgono un ruolo strategico per l’habitat, sono definiti “i giardinieri” dell’isola perché si nutrono soprattutto di frutta

Tutta la frutta e non solo

Quando gustiamo un gelato alla vaniglia o una granita al tamarindo ci sono grandi possibilità che le materie prime arrivino dal Madagascar che ne è il primo produttore mondiale. Oltre ai piatti tipici di pesce, crostacei e riso al latte di cocco la cucina malgascia si distingue per squisite bistecche di zebù e ottime crepes, un evidente lascito gastronomico dei francesi. Come frutta abbondano mango, papaya pesche e banane, usate anche per i cocktails.

Come frutta abbondano mango, papaya pesche e banane, usate anche per i cocktails.

Le tribù

A livello antropologico la popolazione del Madagascar è ancora divisa in 18 tribù con dei re che svolgono il ruolo di intermediari tra uomini e dei. Mentre 17 tribù vivono di agricoltura e allevamento una, quella dei Veza, si definisce come nomadi del mare: “la nostra terra sono i banchi di pesce”.

Benché siamo in tempi in cui internet e la telefonia sono diffuse ovunque, il mezzo di comunicazione principale di queste tribù resta il “tam tam malgascio” ovvero una sorta di passaparola che tramanda tutta la cultura orale. La loro ricchezza si misura spesso col numero di zebù posseduti, in pratica in molti villaggi dell’interno questo avere sostituisce completamente il conto in banca! Pensate solo che il contadino che fu più ricco degli altri si distingue dal numero di corna di zebù che ornano la sua tomba.

La loro ricchezza si misura spesso col numero di zebù posseduti

La religione

n quest’isola ancestrale è diffusissimo il culto animista degli antenati

In quest’isola ancestrale è diffusissimo il culto animista degli antenati che una volta l’anno vengono riesumati dalla terra rossa e davanti a mucchietti d’ossa i familiari presentano i nuovi nati o raccontano di matrimoni, uragani, raccolti e carestie. Per il culto dei morti si investe più denaro che per la casa e tra l’artigianato funebre (vedi i totem scolpiti con la celebre arte dell’intaglio), le spese dei banchetti, le grandi bevute e l’ingaggio di orchestrine varie se ne va il 50% del PIL !!

La cultura

Farà piacere sapere che le storie e le leggende del Madagascar si ritrovano in molte pagine della letteratura d’avventura. Che per esempio Capitan Kidd e altri pirati vissuti su queste coste sono diventati i protagonisti dei romanzi di Defoe e che il grifone gigante Ruc è quello che ha trasportato Sinbad il marinaio nel suo volo nelle “Mille e una notte”. Il Madagascar risente di influenze polinesiane per la lingua, la musica e le tecniche di pesca con le piroghe. Le principali feste sono di tipo religioso e rituale e spesso legate alle pitture corporali (vedi topic “Fiesta” su “Il grillo viaggiante”: il Donia Festival).

I due volti di Nosy Be

Nosy Be è il volto più turistico del Madagascar

Nosy Be è il volto più turistico del Madagascar, situata nel canale di Mozambico a nord ovest dell’isola principale. Specie negli ultimi anni si sta trasformando pian piano in una piccola Varadero dell’Oceano Indiano, piena com’è di giovani, locali e di vita notturna e di una baia freak come quella di Ambatoloaka. Sono cresciuti come sempre accade i voli charter, i resort di lusso, i ristoranti per stranieri. Si notano purtroppo anche giovani corpi in vendita, di entrambi i sessi. In alcuni villaggi i bambini girano scalzi e poverissimi, con le mosche negli occhi. Da questi particolari ti rendi conto che sei più in Africa che nell’Oceano Indiano, il Madagascar ha un volto più forte di Seychelles o Mauritius, senz’altro. Il paradiso da queste parti sa anche colpire allo stomaco.
Poco lontano dai problemi e dalle miserie ecco spuntare i bar alla moda che servono drinks alla frutta esotica, le eleganti piscine a sfioro, le siepi ben tagliate dei villaggi turistici e le spiagge tropicali da sogno per chi arriva a svernare qui dai paesi ricchi del mondo. Tutto intorno un paradiso della biodiversità, un concentrato clamoroso di natura, flora e fauna del Madagascar.

Tutto intorno un paradiso della biodiversità, un concentrato clamoroso di natura, flora e fauna del Madagascar

Dai 350 metri del Monte Passet a Nosy Be si ammirano gli occhi blu dei sette laghi sacri collocati nei crateri spenti dei vulcani e sulle sponde dei quali, per rispetto, gli abitanti locali non fumano né indossano il cappello. Non ci fanno neanche il bagno, per paura di offendere gli dei e di incontrare i coccodrilli.

Tra la rigogliosa vegetazione di Nosy Be fioriscono le piante di ylang ylang

Tra la rigogliosa vegetazione di Nosy Be fioriscono le piante di ylang ylang le cui essenze vengono usate come fissanti per mille profumi prodotti in tutto il mondo. I profumi arrivano anche dalle piantagioni di canna da zucchero, spezie e cannella, in certi angoli il luogo somiglia davvero a un Eden intatto.
Nella capitale di Hell-Ville si capita per visitare i mercati, comprare i tessuti colorati che indossano le donne, assaggiare i granchi giganti o ballare nei locali un po’ ambigui, stordendosi col rhum addolcito col miele, la vaniglia o lo zenzero locale. E poi ancora si può pescare, andare in canoa, fare trekking, scoprire la riserva naturale di Lokobe col brivido incluso di serpenti boa e ragni giganti, conoscere ogni giorno un’isola, una foresta e un volto di questa magnifica natura.

Una giornata nelle isole coralline

L’arcipelago intorno a Nosy Be (“l’isola grande” per i malgasci) conta numerose isolette che è molto facile visitare. Le più importanti sono Nosy Komba, Nosy Tanikely, Nosy Sakatia e Nosy Iranja e hanno spiagge bianche e soffici come il borotalco. Giratele, mora mora, piano piano, come consiglia il motto locale più amato.

La prima è strapiena dei simpatici lemuri e rappresenta il luogo ideale per conoscere le ragazze che si ricoprono il viso di polvere di argilla bianca e di sandalo gialla per proteggersi dal sole e per comprare le statuine artigianali di legno di palissandro o di teak costruite con forme sinuose.

un bellissimo parco m

La seconda è un bellissimo parco marino, o meglio un acquario, probabilmente il posto migliore dove immergersi in tutto il Madagascar: pesci di tutti i colori, gorgonie a ventaglio, tartarughe giganti.

Sulla terza si fanno passeggiate piacevoli sui sentieri alle pendici della montagna sacra di Ambohibe (a cui sono legati dei fady, dei tabù locali, meglio informarsi prima su cosa si può fare o meno), avvistando camaleonti, orchidee, piante di pepe e di caffè e al largo i delfini. Da ottobre a gennaio si può nuotare nelle sue meravigliose acque vicino alle balene e alle mante.

Ma è Nosy Iranya che fa mancare il fiato, la sua lingua di sabbia rosata che con la bassa marea collega i due isolotti, una passeggiata incredibile sospesa sulle acque turchesi. L’incontro coi pescatori, la salita al faro, la natura al massimo della bellezza.

Ma è Nosy Iranya che fa mancare il fiato, la sua lingua di sabbia rosata

Infine tornati a Nosy Be non mancherete di raggiungere in escursione la panoramica baia di Antsiranana nel nord del Madagascar, che viene ritenuta la più scenografica del mondo dopo quella di Rio de Janeiro.

Terre rosse, spiagge bianche, foreste verdi, lagune turchesi: in Italia vi porterete indietro tutti i colori dell’Africa.

Terre rosse, spiagge bianche, foreste verdi, lagune turchesi: in Italia vi porterete indietro tutti i colori dell’Africa.

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