Bianco

Senza averci mai messo piede vive nel nostro immaginario come il luogo più freddo e inospitale del pianeta e come un’immensa distesa bianca.
Il Polo Sud è bianco, bianco è il suo colore, il suo orizzonte, la sua essenza.
Bianca la neve, il ghiaccio, le tempeste di neve, le montagne di ghiaccio.
Bianche le sculture di ghiaccio che il vento e il mare creano nei fianchi degli enormi iceberg, bianchi i picchi romantici, gli archi naturali, le forme bianche e pure di un grande tavoliere polare, le masse di ghiaccio isolate o raggruppate. O alla deriva.
Nel riflesso bianco tramonti e albe sembrano non voler mai finire, nel bianco tutto uguale e tutto magico si muovono le grandi colonie di pinguini, le affascinanti balene, i goffi leoni marini e le simpatiche foche. Qui volano 40 specie di uccelli e liberi gli albatros, che conosciamo dalle poesie di Baudelaire e Coleridge come il simbolo della natura da non violare.
Osservato dall’alto il Polo Sud è una macchia bianca infinita attorno alla quale si sviluppa l’Antartide, coperta al 98% della sua superficie dal manto bianco della calotta di ghiaccio. Sotto questo imponente strato si nascondono anche montagne e vulcani e una sorta di inesplorato arcipelago.
Chi ce l’ha fatta ad arrivare quaggiù, esploratori e scienziati per lo più, ha prodotto sempre una testimonianza su tutte: al Polo Sud si respirano gli elementi. E l’incanto si produce quando acqua, sole, ghiaccio, nuvole e luce si fondono in uno spettacolo incredibile. Che sicuramente si fissa nella retina.

Le temperature al Polo Sud scendono fino ai -93°C e le terre più vicine sono Capo Horn, la punta estrema del Sudamerica, Capo Agulhas in Sudafrica, le isole della Tasmania e della Nuova Zelanda. Il paese più vicino è il Cile, la città più vicina l’argentina Ushuaia nella Terra del Fuoco. Il punto esatto del Polo Sud visto che i ghiacciai si muovono di dieci metri l’anno viene continuamente riposizionato.
Per avere qualche riferimento letterario su questi paesaggi, seppur da molto lontano, bisogna accontentarsi degli avventurosi romanzi di Francisco Coloane, protagonisti i pescatori, le baleniere, i fiordi e gli isolotti del sud del mondo.
Gli eroi dell’Antartide
Forse il primo ad arrivare per mare vicino al regno del bianco fu il Capitano Cook nel 1773 ma lui oltrepassò il circolo polare antartico più che altro, poiché per via della banchisa non riuscì a scorgere realmente l’Antartide. La storia della grande spedizione via terra è invece quella legata all’esploratore norvegese Roald Amundsen che conquistò il Polo Sud il 14 dicembre del 1911 e dopo una tragica gara e rivalità col britannico Robert Falcon Scott che vi arrivò un mese dopo e perse la vita insieme a tutti i suoi compagni in una tempesta di neve sulla via del ritorno.
Di recente un grande segreto è stato svelato: Amundsen e i suoi riuscirono a resistere meglio dei rivali nel continente di ghiaccio e a non prendersi lo scorbuto grazie alla vitamina C presente nella carne di pinguino. Mangiare la carne cruda di pinguino e di foca e pare anche di alcuni cani da slitta, proprio così. Ad Amundsen lo consigliò un medico che era stato a contatto con le popolazioni Inuit nell’Artico, in una spedizione precedente al Polo Nord. Scott al contrario si rifiutò di mangiare la carne di quelli che definiva compagni di viaggio e di vita ma pagò molto cara la sua scelta e in più le sue slitte erano a motore e non potevano certo nutrire i componenti della sua spedizione…
Inoltre Amundsen ebbe un altro vantaggio rispetto a Scott: una dozzina di anni prima della conquista era rimasto un intero inverno incastrato nei ghiacci con la nave di una spedizione belga e tale esperienza gli servì per capire tutte le difficoltà fisiche e psicologiche di un’impresa davvero estrema. Per esempio tenne gli uomini sempre impegnati nel lungo inverno polare, fino al giorno prima della faticosa ed eroica conquista, a sezionare le foche catturate per ricavarne carni e pellicce. Fu così che il norvegese coperto da pelliccia di foca, sopravvissuto a camminate durissime su profondi nevai e ghiacci inospitali piantò la sua bandiera sul Polo Sud. Il prezzo pagato dai poveri cani da slitta fu salatissimo, dei 52 iniziali ne erano rimasti 11…

Amundsen morì nel 1928 nel corso di un’altra avventurosa spedizione, disperso nelle acque del gelido Mare di Barents.
Nel 1929 l’ammiraglio statunitense Byrd fu il primo a sorvolare il Polo. Il nostro Messner percorse invece il continente bianco a piedi nel 1990. Nel 2016, Buzz Aldrin, il secondo uomo sbarcato sulla luna, non contento dell’impresa storica della sua vita, ne aggiunse un’altra: a 86 anni infatti è stato l’uomo più anziano mai arrivato al Polo Sud con una spedizione.
Gli animali in frac
Eleganti, buffi, bellissimi, col loro piumaggio bianco e nero. Animali così simpatici da adottarli subito.
Silhouettes stagliate difronte al mare azzurro, davanti ai maestosi iceberg che a seconda degli effetti della luce diventano azzurri o rosa o gialli.
I pinguini sono pesanti uccelli che non sanno volare, camminano ballonzolando su neve e ghiaccio, si nutrono del krill, un piccolo crostaceo che abbonda nelle acque antartiche, e di pesci e calamari. Sono protagonisti di una intensa vita sociale e affettiva. Per nulla timidi o paurosi, vivono liberi e sereni nel loro spazio estremo, nel luogo più freddo, secco e ventoso della terra, anche perché il grande predatore dei ghiacci, l’orso bianco, vive solo al Polo Nord. L’unico grande pericolo per i pinguini arriva dall’acqua dove vive la feroce foca leopardo, una cacciatrice formidabile. Per questo in acqua non ci vanno tanto volentieri benché siano degli abilissimi nuotatori, capaci di raggiungere i 400 metri di profondità e di nuotare a 40 km/h.

Col loro frac inconfondibile colonie numerose di pinguini saltano, giocano, corrono, si amano (e rimangono fedeli almeno per tutta la stagione riproduttiva, col romantico maschio del pinguino imperatore che aiuta addirittura la compagna nella cova dell’uovo), si proteggono, si fanno compagnia. I più grossi pesano 40 kg e sono alti poco più di 1 metro, i cuccioli sono di 30 cm e pesano poco più di 1 chilo. Vivono in media una ventina d’anni e li vivono come animali generosi e caparbi: fa impressione per esempio la capacità di digiuno dei papà che durante la straordinaria cova che protegge l’uovo dal freddo, dagli urti, dai predatori alati e dalle foche se ne stanno fermi là, a salvare l’erede con la protezione del loro corpo tozzo e caldo e possono arrivare fino a 4 mesi senza nutrirsi di alcun cibo!!
Il racconto di questa emozionante sfida è contenuto nello splendido documentario francese “La marcia dei pinguini” animato dalla voce Morgan Freeman nella versione inglese e da quella di Fiorello nella versione italiana. Sospeso nel silenzio visivo, sonoro e bianco del Mar Antartico il film segue la marcia di una colonia di pinguini imperatori che si spostano dal Nord al Sud dell’Antartide, dal luogo del cibo a quello della riproduzione, dall’oceano ricco di pesce alla banchisa deserta e stabile, quella specie di enorme tana all’aperto dove sferzato dalle raffiche di vento ogni papà rimane immobile sull’uovo, permettendo alla sua compagna di riposarsi. Il viaggio è compiuto prima dalle femmine, bisognose di nutrirsi dopo le fatiche della gestazione, mentre i maschi covano, poi dai maschi, che concludono lo stoico digiuno e cacciano i pesci per la famiglia, mentre le femmine curano i neonati.
Vince l’amore, vince, assolutamente, il gruppo. Cosa c’è di più tenero nel mondo animale?

www.youtube.com/watch?v=RFwrXMlJO-g per vedere il commovente trailer del film.

La minaccia invisibile
Il pericolo più minaccioso per i nostri amici imperatori è un altro. La colonia di pinguini più grande nel mondo, quella di Halley Bay, negli ultimi anni non è riuscita a riprodursi. Colpa dei cambiamenti climatici, dicono gli esperti… La riduzione dei ghiacci li costringe a gettarsi in mare quando non sono ancora pronti ed è così che i bellissimi pinguini rischiano l’estinzione. Dodici delle diciotto specie di pinguini esistenti al mondo e presenti solo al Polo Sud rischiano di non evolversi perché restano senza casa, senza nido, senza cibo.


Le grandi balene
Nei documentari si vedono spesso: spuntare dalle acque gelide e immobili coi loro dorsi, le loro pinne, i loro musi, la pelle rugosa, l’occhio che sembra guardare nel vuoto. Sono stupende, antiche, carismatiche, fanno pensare alle pagine di Moby Dick. Vicino a loro spesso le bellissime orche, a rendere le acque del Polo Sud un regno da favola, abitato dai giganti del mare.

Le foche
Se ne stanno paciose e spaparanzate sui ghiacci e anche per loro l’Antartide è un posto tranquillo per l’assenza del grande orso bianco e di altri predatori di terra. Rispetto alle “colleghe” che vivono al Polo Nord pare che si possano avvicinare, proprio perché non conoscono il senso del pericolo!

L’elemento umano
Stazioni di ricerca, basi scientifiche, navi rompighiaccio. Uomini che vivono al gelo, a lavorare, studiare, esplorare. In Antartide non sono mai esistite popolazioni stanziali, ci rimangono un migliaio di persone in inverno rinchiuse nelle 80 basi argentine, cilene, americane, russe, francesi, norvegesi, australiane… In estate arrivano a 5.000 e quando in mezzo al bianco nasce un bambino è un evento da ricordare: la prima volta accadde nel 1978.
Ma cosa fa l’uomo quaggiù? Nella lunga notte polare si dedica alle osservazioni astronomiche, alla salvaguardia degli animali, compie esperimenti di astrofisica, studi di meteoriti, studi globali sul clima e di oceanografia, ricerche nel campo del riscaldamento globale. Ma il continente bianco per un trattato firmato nel 1956 non appartiene a nessun paese, vi si possono compiere solo ricerche scientifiche e non attività produttive, minerarie o militari. Gli unici eserciti presenti sono per fortuna quelli dei trichechi e dei pinguini.


Antarctic
Un libro fotografico meraviglioso quello del polacco Michael Poliza, le sue immagini sono protette ovviamente da copyright ma l’invito a cercarlo e sfogliarlo è veramente sentito. Si tratta di un tributo alla vita nelle regioni polari, l’artico e l’antartico, il polo nord e il polo sud, quel magico mondo dei paradisi di ghiaccio, oggi seriamente minacciati dal fenomeno crescente del riscaldamento globale.
Da una parte il ritratto poetico dei maestosi iceberg, le colonie di pinguini imperatore, le foche giocherellone e gli orsi bianchi padroni di immense e ghiacciate solitudini, le aurore boreali che lasciano lampi e striature verdi e viola nel cielo e nella notte, tutti tesori unici e fragili della natura; dall’altra la testimonianza quasi morale di questa pura e selvaggia bellezza, la difesa strenua di questi paesaggi e di queste specie, mai così in pericolo a causa della spregiudicata corsa dell’uomo al progresso industriale. Poliza tra aurore, distese bianche e animali selvaggi si è sentito davvero un essere umano privilegiato.


Foto di copertina
This work has been released into the public domain by its author, Davepape. This applies worldwide.
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