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Luoghi magici

Un mondo a parte, Goa

Fuggire a Goa

Questo è un posto dove i portoghesi nell’età delle grandi scoperte navali e delle colonie hanno davvero lasciato il segno: vi giunsero come mercanti all’inizio del XVI secolo e resero quello che oggi è il più piccolo stato federato dell’India come parte del loro impero per un periodo di tempo abissale, 450 anni!!

La regione è fra le più belle e felici del subcontinente indiano, ricca come è di flora e di fauna, di bellissime e lunghissime spiagge che ricordano un po’ le atmosfere di Bali, di stupefacenti esempi di architettura coloniale portoghese come chiese, palazzetti signorili, scalinate, patios, fortezze sul mare…

A Goa ci arrivano ancora tanti giovani e tanti hippies, attirati dalla nudità della scena, dalle atmosfere dolci e tropicali, dalle sonorità della musica trance, dalla bontà del cibo speziato, dai gustosi cocktail a base di cocco, mango e ananas (gli alcolici oltre tutto qui sono super economici), dalle onde, dalle palme.

Fuggire a Goa

Nuovi e vecchi arrivi

Nel clima caldo e umido acquistano valore ritmi di vita indolenti, dai tratti alternativi e artistici. Qui sembra di stare davvero in un pezzetto di paradiso perduto.

Tra giugno e settembre arrivano prepotenti i monsoni, a favorire la giungla, la rinascita del mondo verde (a Goa crescono più di 1500 specie di piante!!), delle acque dei fiumi, tutti habitat per numerose specie di uccelli e di rettili.

I turisti si confondono quasi coi locali, dormono sulle spiagge, ballano per giorni e per notti, si accontentano della natura, della frugalità, della provvisorietà, dell’hashish e dei ritmi psichedelici, delle dottrine di qualche sciamano. Si dimenticano quasi dei paesi di provenienza, dei loro codici culturali, e ne scoprono volentieri altri, più autentici, più esotici.

Goa è un altrove desiderato da tanti ragazzi occidentali, perché unisce il misticismo dell’India ai paesaggi e ai ritmi e ai sapori tipici di un’altra isola da favola, la più lontana Bali.

I portoghesi in più ci hanno lasciato preziosi retaggi artistici e culturali e passeggiare per i selciati delle città, entrare nei conventi, aspettare l’alba o il tramonto sotto i fortini che guardano le spiagge del Mar Arabico provoca sicuramente una grande sensazione di fuga e di fascino, di romanticismo e di libertà.

Vi verrà voglia con le foto di questo piccolo album di fuggire un giorno quaggiù?

il faro a Goa
il mare a Goa

In visita

Goa in India è un mondo a parte, molti problemi che affliggono il paese qui non ci sono, non si sono il traffico caotico, le periferie-immondezzaio, la corruzione dilagante, la povertà che toglie la speranza.

Il pil è più alto che altrove, un indiano di Goa guadagna tre volte quello che si porta a casa un indiano normale. Merito sicuramente del boom turistico della regione. Con gli europei soprattutto che vengono a svernare sulle sue spiagge nei mesi invernali, a sdraiarsi a Baga, Arambol, Candolim, Chapora, Anjuna, Morjim o Palolem Beach sotto i capanni che guardano l’Oceano, cercando senza troppi pregiudizi l’amore libero e la vita come viene, gustando un vindalho magari (uno stufato di carne al curry) o una birra gelata, con gli stessi indiani che raggiungono Goa durante la sua fresca estate. E tutti loro, tutti insieme, frequentano i mercati colorati, i ristorantini sul mare, le lezioni e i raduni di yoga o quelli ispirati a qualche filosofia orientale, i rave party senza troppe regole organizzati sotto la luna, le basiliche barocche come quella di Bom Jesus, sospese nel silenzio della loro storia e del loro incanto passato. Che hanno anche il grande potere di far convivere il dio cristiano con quelli induisti.

Le altre risorse importanti di Goa sono i minerali, esportati continuamente dal porto di Mormugao, e una produzione agricola basata soprattutto sul riso e sulla frutta. Tanti anche i pescatori che prendono il largo sulle loro barchette colorate. Diversi i proventi dei trattamenti ayurvedici e della pranoterapia, richiesti dai turisti.

Dopo aver visto la graziosa capitale di Panaji e gli azulejos, i vicoli e le chiese di Velha Goa il viaggio può proseguire poi verso sud, verso il Kerala, tra altre spiagge dorate e meravigliose, piantagioni verdi, le backwaters che navigano lentamente su canali e lagune, i templi sparsi con gli induisti raccolti serenamente in preghiera (gli attriti coi musulmani sono faccende per il nord dell’India…). O raggiungere l’altro versante dell’India, quello sud orientale di Madras, roccaforte e centro portuale e commerciale del Tamil e della civiltà dravidica.

Nell’India del sud colpirà sempre l’immaginazione questa natura tranquilla, questa gente pacifica e riflessiva, questo senso di saudade dovuta alla forte impronta portoghese e rimasta nelle note del fado, che risuona in qualche taverna. L’andare laggiù, in un altrove quasi indistinto e mitico, assai tollerante, carico di promesse e suggestioni, di buone maniere e tradizioni.

Il viaggio fisico diventa anche viaggio mentale.

Fuggire a Goa è facile.

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