“Polar Express”
Probabilmente uno dei film moderni più riusciti sul Natale, sicuramente uno dei treni dove i bambini vorrebbero più salire per scoprire il mondo bianco e incantato delle loro fantasie natalizie.
Nella memoria di un bambino della gelida regione americana del Michigan è rimasto scolpito un episodio: da piccolo lui, poco incline a credere in Babbo Natale, vede sbucare davanti alla sua casa un treno a vapore diretto al Polo Nord, direzione proprio la Casa e il Regno di Babbo Natale. Ci sale sopra, conosce il burbero e misterioso capotreno, fa amicizia con altri bambini, mangia dolci e beve cioccolata calda con loro, canta le canzoni natalizie, attraversa laghi ghiacciati, mandrie di renne e finalmente viene a contatto con la magia del Natale, dei doni, del vecchio gongolante e generoso che ha un pensiero per tutti i bambini del mondo. E che per lui ha pensato a una campanellina magica che suonerà fino a quando crederà alla sua magnifica storia e allo spirito del Natale.

Il film si conclude con il protagonista che, da adulto, afferma che con il passare degli anni e della vita quella campanella tante persone vicino a lui non hanno più saputo ascoltarla, mentre per lui quel suono è sempre esistito, quella magia è sempre rimasta, quel viaggio nelle regioni fantastiche del Nord è sempre stato custodito e protetto in fondo al cuore. Il trionfo dell’immaginazione e dei valori del Natale.
Polar Express ha segnato anche una svolta nei film di animazione, grazie alla prodigiosa tecnica, la “performance capture”, con cui nel cartoon diretto da Zemeckis nel 2004, i personaggi digitali si muovono come degli attori in carne ed ossa. Ed è stato capace di esprimere alcuni riferimenti simbolici, come quello a Pinocchio, la cui marionetta si intravede nella carrozza dei giocattoli abbandonati, e come quello a “Forrest Gump” per la scena dove il biglietto del treno scivola via come una piuma dalle mani del protagonista.
“Miracolo sulla 34ma strada”
https://www.youtube.com/watch?v=qWtbei2gLFg

Un altro bel film di buoni sentimenti, del 1994 (ma remake della prima versione del 1947), in cui una bambina molto speciale, Susan, fa fatica a credere a Babbo Natale. Fa fatica perché lo aveva confuso con un ubriacone vestito da Santa Klaus nel centro commerciale Macy’s di New York, il giorno in cui finalmente voleva farci una foto insieme.
La mamma, direttrice marketing del magazzino, per recuperare quel sogno perduto le fa conoscere nei panni del “vero” Babbo Natale, un signore candido e bonario che gli somiglia molto e che le promette che se crederà in lui riuscirà a realizzare il suo più grande desiderio, quello di avere un papà, un fratellino e una casa. Il vecchietto onora al massimo il ruolo, organizza giochi e divertimenti, una parata di slitte e di renne, e allo stesso tempo consiglia ai genitori delle famiglie più povere altri luoghi dove comprare ai bambini dei regali a prezzi più convenienti. La mamma di Susan all’inizio è molto perplessa ma poi decide di sfruttare l’idea a fini pubblicitari per far scoprire al suo pubblico quanto il Macy’s sia un luogo assolutamente generoso. Il miracolo alla notte di Natale è alle porte, nonostante la concorrenza (molto americana) degli altri Mall che pensano di rovinare tale magia screditando tutto il piano. Una scintillante New York natalizia come spesso accade completa a livello di scene, musiche e luci la bella favola adatta a tutti. Dello stesso genere “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, nella regione dei laghi vicino a New York. Sempre New York a Natale compare in “Mamma, ho riperso l’aereo”. New York e Londra protagoniste anche nella favola “The Family Man” con un credibile Nicholas Cage.

“The Nightmare before Christmas”
Non poteva mancare il surreale e visionario Tim Burton nella galleria dei film natalizi. Da una sua storia e dai suoi personaggi deriva questo film che alla Disney pensavano potesse spaventare i bambini. Il protagonista infatti, Jack Skellington, è il re della notte di Halloween (festa rappresentata altrettanto bene coi suoi simboli di scheletri, zombie, streghe, fantasmi, croci, mostri, zucche, “dolcetto o scherzetto” e tinte horror) ma durante una passeggiata nel cimitero del paese, ai margini di in un bosco, incappa in un albero magico il cui tronco cavo lo fa penetrare nel favoloso mondo del Natale di Christmas Town.
Neve ovunque, addobbi e regali, luci e colori e letizia, lo spirito della bontà che si impossessa di lui e del suo corpo scheletrico avvolto nel solito smoking nero… perché è qualcosa di diverso, di nuovo, che ha voluto e cercato grazie alla sua immaginazione, alla sua vera (?) natura. Jack scopre di essersi stancato del suo regno lugubre, di spaventare, di essere circondato da storie nere e si dedica al nuovo progetto: far capire il Natale agli abitanti di Halloween Town, raccontargli con stupore che di là c’è un addirittura un vecchio signore capace di volare in cielo con le sue renne e fare regali a tutti!
Ma l’impresa non è facile, un rapimento goffo di Babbo Natale e sostituirlo al comando di una silitta a forma di bara portando ovunque regali spaventosi non è esattamente la stessa cosa… Per fortuna che Jack capisce il suo sbaglio, libera il vecchietto dalle fauci del mostro Bau Bau e questi per ringraziarlo fa cadere una magica nevicata e tanti bei regali sul Regno delle Zucche che così capisce e conosce per tutte quello del Natale.
Un viaggio dunque ugualmente tenero e dark nella tradizione del 25 dicembre: “quel piccolo calore mai provato in vita mia” come canta Jack prima di innamorarsi definitivamentge della sua amica Sally, la bambola di pezza.

Come nel caso di “The Polar Express” anche questo film viene ricordato per un prodigio creativo e tecnologico: la pellicola è realizzata nel 1993 con la stop-motion, ossia utilizzando per la prima volta dei pupazzi mossi manualmente dagli animatori, fotogramma dopo fotogramma.
“Il Grinch”

Un altro curioso film “natalizio” col protagonista visto prima dal lato più oscuro e spaventoso che si trasforma poi in creatura più umana e più buona è quello del Grinch, sia nella versione di Ron Howard del 2000 col camaleontico Jim Carrey, sia nel recente cartoon del 2018 animato dalla voce di Alessandro Gassman (https://www.comingsoon.it/film/il-grinch/54577/video/).
La storia è nota: nel paese dei Chinonsò, racchiuso in un fiocco di neve, (ancora visitabile negli Universal Studios di Hollywood e Orlando) c’è un misantropo cattivello di colore verde che vive solitario col suo fedele cagnolino Max, su una montagna, in una specie di tana arredata coi resti di mobili, macchinari e giocattoli dell’immondezzaio vicino (una metafora del consumismo esagerato?).

Si è ritirato lì perché da bambino, orfano, nei giorni del Natale, era sempre solo e in più era stato preso in giro dai suoi compagni di classe per uno sfregio in faccia. Burbero, irascibile, egoista, dimenticato da tutti ma non da Martha, la bambina di cui era innamorato e che lo convince dopo anni a prender parte ai festeggiamenti di un nuovo Natale, Il Grinch non apprezza la finta allegria e bontà, il materialismo dei regali e si sente ancora estraneo a tutto questo clima, complice la rivalità mai sopita col suo rivale in amore, nel frattempo diventato il gretto sindaco della città.
Per vendicarsi di tutti i suoi nemici giura di creare scompiglio la notte di Natale, di distruggere il grande albero decorato dei Chinonsò, di rubare tutti i loro doni e i dolci per buttarli nel burrone della spazzatura. Lo capisce solo un’altra bambina, Cindy, che lo commuove col suo desiderio di voler passare più tempo con la mamma e che riesce a spiegare all’intero paese il senso della rivolta del Grinch: il vero senso del Natale è nel volersi bene e non nei doni. Pentito anche lui del suo gesto, riporta i doni, conquista il cuore di Martha e invita gli abitanti di Chinonsò al pranzo di natale nella sua grotta.
Un viaggio di fantasia, redenzione, trasformazione:
“Le Cinque Leggende”

Un grandioso film di Fantasy uscito nel 2012 e ispirato alla collana di libri “I guardiani dell’infanzia”. Il protagonista è Jack Frost, un ragazzo dotato di poteri magici perché riemerso da un lago ghiacciato: lui vola e con un bastone magico può creare neve e ghiaccio (un anticipo delle tematiche di “Frozen”).
In un Polo Nord futuro il Guardiano Nord, ovvero Babbo Natale, preoccupato dalla minaccia dello storico nemico, l’Uomo Nero, chiama a raccolta gli altri Guardiani: il Coniglio Pasquale, la Fatina Dentolina e l’Uomo del Sonno. A loro quattro una potente entità astrale, l’Uomo della Luna, la stessa che ha creato il ragazzo dal ghiaccio, comunica che devono affidarsi a un quinto guardiano, che sarà appunto Jack, il nuovo e atteso Spirito dell’Inverno e Guardiano del Divertimento. Tutta l’avventura prosegue a ritmi serrati, in un viaggio in territori gelati e fantastici, nella difesa strenua delle leggende buone che somigliano agli Avengers, dei ricordi, delle tradizioni (vedi i dentini e il soldino) e nella ricerca di una missione salvifica.
“A Christmas Carol”
Ancora Jim Carrey, istrionico trasformista, veste i panni del vecchio Scrooge immortalato nelle pagine dell’omonimo romanzo di Charles Dickens. La riproduzione della Londra vittoriana in questo film è semplicemente grandiosa e certi angoli a Soho o Clerkenwell sono ancora simili! La vicenda è nota: il vecchio e scorbutico avaro scopre in fondo di avere un cuore buono dopo aver ricevuto la visita dei tre fantasmi rappresentanti il Natale, Passato, Presente e Futuro.

Gli altri film fantasy
Siamo sempre nel campo dei cartoon con “Klaus”, ambientato in una remota e gelida isola nordica, e basato sull’amicizia tra un postino e due giocattolai. E siamo sempre nel campo della fantasia col simpatico film “Elf” che racconta di come un elfo adulto, finito da piccolo per sbaglio dentro il sacco dei regali di Babbo Natale, piombi a New York e nella pista da pattinaggio sul ghiaccio di Central Park alla ricerca della sua famiglia. Oppure guardate dai creatori di Harry Potter “Qualcuno salvi in Natale” con Kurt Russell nei panni di Santa Klaus e due fratelli che devono aiutarlo nella sua missione.
Tutti equivoci e situazioni divertenti per una sana allegria natalizia. Il primo e il terzo di questi film sono una produzione Netflix.
“In Bruges”
La storia con Colin Farrel è un po’ commedia e un po’ thriller ma la vera protagonista è la fantastica Bruges in Belgio, colta sotto Natale coi suoi campanili, i suoi ponti, i suoi mattoni rossi, i suoi vasi di fiori, i lampioni e gli scorci romantici tra i salici e il fiume. Un esempio dove gli edifici medievali e le atmosfere fiabesche di una città contaminano genialmente il plot, quasi esile in confronto.

“Love Actually”
C’è chi ogni Natale si rivede un film di Charlotte, la tv e non so sinceramente perché rimanda in onda da decenni “Una poltrona per due” con Eddie Murphy e Dan Aykroid in una Philadelphia natalizia, i bambini restano incantati difronte all’ultimo cartoon, i più grandi magari aspettano per l’ennesima volta di rivedere Mary Poppins o “Sette Sposi per Sette Fratelli”.
A me Natale invece fa pensare sempre a questo delizioso film inglese del 2003, che rivedo sempre con grandissima gioia.

Le scene riguardano Londra senz’altro, bella, magica, notturna, piena di luci e di addobbi, di canti e recite di Natale ma anche un Portogallo latino, intimo e romantico e qualche episodio negli Usa pieni di neve e di sana follia.
Vicende semplici ma ben raccontate, il filo rosso dell’amore che tocca e unisce e i destini di politici e cameriere, di coppie in crisi, di coppie interrazziali, di giovinastri e comici, di cantanti vintage, di bambini e controfigure di film erotici, persone che tutte ugualmente sospirano per l’amore nei giorni del Natale.
Un film corale, sorretto da un Hugh Grant gigantesco, dalle interpretazioni ispirate di Colin Firth, Emma Thompson, Keira Knightley. Un film capolavoro al montaggio, nelle musiche, nella fotografia, che ti fa venire voglia di scoprire ancora una volta le vie, i teatri e i negozi di Londra a Natale, l’atmosfera della capitale inglese a Notting Hill, South Bank o al Millennium Bridge, la semplicità di una taverna portoghese dove si mangia buon cibo e si ascolta il fado, l’eccentricità dei motel on the road nel grande inverno americano.
Incantevole, comico, tenero, pieno di significati, un viaggio dentro le pulsioni più sincere della vita.
L’amore, davvero.
All you need is Love, all you need is Xmas:

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