Lo so, qualcuno se la prenderà a male, ma a me che interessa il vino, la parola “Basilicata” si pronuncia “Vulture”.
Mi chiedo sempre per quale motivo io abbia aspettato tutto questo tempo per andare a visitare questa parte di Italia…. Ma voglio sorprendervi iniziando questo racconto non da una cantina ma dal Museo del Castello di Melfi.
Di musei, castelli e arte ne abbiamo visti molti, ma quello di Melfi è veramente una chicca. Mi esprimo così perché questo museo propone un percorso veramente interessante delle collezioni per me diverse dal solito e ben raccontate.
Il Vulture è una zona strana, affascinante.
Una zona vulcanica, un territorio caratterizzato dal clima tipico di questo tipo di conformazione, quindi escursioni termiche che ti permettono di trovare in quota ciò che ti aspetteresti “in basso”.
Siamo partiti da Melfi, poi abbiamo circumnavigato a piedi i laghi vulcanici di Monticchio – da non perdere – quindi ci siamo dedicati all’Aglianico. O meglio, all’Aglianico del Vulture anche perché dire “Aglianico” non è sufficiente visto che c’è una montagna di mezzo e, a seconda della zona può essere “Taurasi”,”del Taburno” o “del Vulture”.
Ma vino a parte, quello che ci è anche piaciuto nel Vulture sono le storie del vino. Siamo partiti da un appassionante giro nelle cantine di Cantine del Notaio a Rionero nel Vulture; cantine sotterranee del 1600 di origine Francescana accompagnate dai racconti del padrone di casa Gerardo Giuratrabocchetti per poi passare ai racconti su Pinot Nero e tradizioni lucane di Paride Leone di Terra dei Re e alla dirompente accoglienza di Elena Fucci a Barile.
Tre nomi che vi consiglio di annotare e di andare a “stuzzicare” qualora vi piacesse l’idea di farvi un giretto per cantine.
Dulcis in fundo il cibo. Se volete fare una tappa di quelle che lasciano il segno, fate un salto a Lavello. Al centro di questo paese c’è quel matto di Savino di Noia che è riuscito a realizzare un ristorante gourmet totalmente rispetto so delle tradizioni lucane. Trovare estro e tradizione in un unico momento non è facile, e da Savino al suo “Forentum”, ti viene sempre voglia di ritornarci.
Noi eravamo a Matera, tappa d’obbligo di questi tempi, ma abbiamo piacevolmente scarrocciato verso il vulcano. Fatelo anche voi e non ne rimarrete delusi, sia dai luoghi che dalla gente del posto.
Maurizio Gabriele
www.bordolese.it
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